Nella sua lunghissima carriera ha intervistato i più grandi protagonisti dello sport, del cinema e non solo
La notizia è giunta ieri sera sul tardi, intorno alle 22. Gianni Minà, il giornalista, scrittore e conduttore televisivo si è spento a Roma dopo una breve malattia all’età di 84 anni a Roma. Da tempo era scomparso, per non dire che era stato dimenticato da molti. Era Nato a Torino il 17 maggio del 1938 e nel corso degli anni era diventato uno specialista nelle interviste, con il suo modo colloquiale nel riuscire ad essere amico di chi aveva di fronte.
Nella sua lunga carriera, iniziata con il quotidiano ‘Tuttosport’ intorno agli a’60, Gianni Minà non ha solo semplicemente scritto articoli o confezionato degli ottimi servizi per la televisione. No, ha semplicemente raccontato delle storie intuendo, cosa che spesso non succede in questo tipo di lavoro, di non essere lui il protagonista, solo perché le rendeva conosciute al pubblico.
Una qualità rara, insomma, che gli aveva permesso di fare incontri straordinari e di parlare, si usiamo proprio questo termine, con il diretto interessato. Da Cassius Clay a Diego Armando Maradona, da Gabriel Garcia Marquez a Eduardo De Filippo, da Massimo Troisi a Pino Daniele, da Federico Fellini a Sergio Leone. Senza dimenticare i politici.
Già così, insomma, il suo curriculum basta e avanza. Non servirebbe dire più nulla. Sarebbe anche inutile ricordare la lunga e sudata gavetta che dovette fare in Rai. Venne assunto solamente dopo ben diciassette anni di precariato e prima, durante e dopo quel periodo ha fatto di tutto. aveva iniziato con lo sport per poi approdare al mondo della politica, del cinema e della letteratura.
Raccontò al pubblico italiano le Olimpiadi di Roma e poi incominciò a realizzare dei reportage per alcune rubriche televisive come Tv7, Az, Un fatto come e perché. Ancora: alcuni servizi per ‘Dribbling’, Odeon e ‘Tutto Fa spettacolo’. Di nuovo questo termine: ha raccontato ben otto Mondiali di calcio. Si, questa parola. La stiamo ripetendo spesso e non perché ci mancano le altre.
Lo stile di Gianni Minà era proprio questo: non era il riportare fedelmente e telegraficamente una notizia. Era riportarla e appunto narrarla senza mitizzarla e senza ricamarci sopra retoricamente. Nel parlare di lui ci vengono in mente quei momenti che hanno fatto la storia della televisione.
Si pensi al suo ingresso nel blindatissimo set di ‘C’era una volta l’America’ per la trasmissione ‘Blitz’ in cui, in colpo solo intervistò Robert Deniro e Sergio Leone. Con i due sarà protagonista di una foto memorabile: sempre Robert De Niro, Sergio Leone, Cassius Clay e Gabriel Garcia Marquez. I cinque si fecero immortalare in un ristorante romano verso la metà degli anni ’80.
Semmai avessimo potuto intervistarlo di sicuro gli avremmo fatto questa domanda: ma quante risate ti sei fatto con Massimo Troisi? Chissà cosa ci avrebbe risposto? Basta andare a vedere quella registrata in occasione del primo e storico scudetto del Napoli e quella fatta qualche anno prima che l’attore scomparsa prematuramente nel 1994. Rimanendo nell’ambito partenopeo, come ricordato, sono stati tanti anche gli incontri con Diego Armando Maradona.
Di più non si può dire. Di più non si può andare avanti. Di Gianni Minà rimarrà il ricordo della sua passione tra Stati Uniti d’America e Sudamerica e nel modo in cui ci ha raccontato, appunto, tanti eventi, fatti e personaggi del ‘900. Ciao, Gianni…
FONTE FOTO: PAGINA FACEBOOK GIANNI MINA’