Cinque stagioni e ben cinque film realizzati per la tv: due pilot e tre episodi film finali
Per descrivere in via definitiva la serie leggendaria dell’Incredibile Hulk ci sarebbero, dunque dopo i primi due articoli, tre elementi che l’hanno resa celebre nel corso dei decenni: l’elemento on the road, situazioni molto vicine alla realtà e una melodia struggente che chiudeva ogni singolo episodio.
Con ciò non significava assolutamente che non esisteva il lieto fine, al contrario. La malinconia, l’amarezza erano tutti stati d’animo ricorrenti per descrivere la tragedia che viveva il protagonista principale, attraverso la melodia composta da Joe Harnell, come ricordato precedentemente.
Lo schema di ogni episodio era il seguente e, allo stesso tempo, anche semplice: David Bruce Banner giunge in una città, o in una piccola cittadina degli Stati Uniti, con la speranza di trovare una cura definitiva al suo problema, durante la sua permanenza nel luogo si ritrova sempre nell’aiutare persone che sono finiti in grossi guai.
Le situazioni, quando diventano pericolose, vengono risolte da Hulk, che salva non solo lo stesso Banner ma anche le persone inizialmente minacciate dai pericoli imminenti. L’apparizione di Hulk costringe lo stesso David Banner a fuggire dalla città o cittadina in cui si era nascosto temporaneamente per evitare d’incrociarsi, dopo l’avvistamento del misterioso essere verde, con il cronista del National Register che ha lo scopo di portare avanti il suo scoop giornalistico.
Banner, dopo aver salutato chi ha salvato involontariamente, si allontana dal posto dove ha dimorato per un po’ di tempo accompagnato dalle note della melodia di Harnell. Si allontana con la speranza che nel prossimo luogo possa trovare la cura di cui ha tanto bisogno. Si allontana anche per un altro motivo, secondo Jack McGee Hulk, durante la fine dell’episodio pilota, avrebbe ucciso due persone: lo stesso David Banner e la sua collega, Elena Marks, che lo stava aiutando di nascosto per le esposizioni ai raggi gamma.
La prima stagione, dopo i due pilot andati in onda per la prima volta nel novembre del 1977, iniziò ufficialmente il 10 marzo del 1978 per poi concludersi il 31 maggio sempre dello stesso. Il secondo pilot andò in onda il 27 novembre dello stesso anno ed è avuto un primo passaggio televisivo solamente dieci anni fa ed in lingua originale. Seguirono, a sua volta, altri quattro cicli di episodi e in tutte le stagioni le avventure dello sfortunato supereroe erano per lo più legate ad importanti problemi sociali. Rispettivamente la seconda stagione era composta da 23 episodi; così come la terza; la quarta di diciotto episodi, mentre la quinta, le più breve, da solamente sette episodi.
Come detto la serie finì nel maggio di quaranta anni fa, ma la voglia di raccontare altre storie o comunque altre avventure non abbandonò non solo l’autore dello show televisivo, ma anche lo stesso Bill Bixby. Tra il 1988 ed il 1990 vennero realizzati altre tre film per la televisione che poserò fine, in maniera drammatica, la serie sul gigante verde.
Nemmeno in quel caso la voglia di riproporlo venne meno. Purtroppo, la malattia, un cancro alla prostata, e la morte che colpì Bill Bixby il 21 novembre del 1993 fece naufragare in maniera definitiva il progetto e da quel momento in poi di Hulk se ne parlato solamente anni dopo: dalla prima storica trasposizione cinematografica sul grande schermo diretta dal regista Ang Lee.
A distanza di ben quarantacinque anni ciò che rimane di quell’esperienza televisiva non è solo il ricordo di una serie televisiva che, per la prima volta, usava un eroe per ragazzi per parlare, e forse anche analizzare seppur in maniera semplice, alcune problematiche sociali. Rimane la capacità di umanizzare in maniera umile e semplice un ‘mostro’ fuoriuscito, in malo modo, da un uomo che più che incutere terrore salvava le persone che incontrava ma, al tempo stesso, non riuscì mai a salvare sé stesso per un eccesso di frustrazione per quanto gli era accadde anni prima.