Rappresentava la vera via di fuga dagli in cui la schiavitù era una triste realtà
In queste ultime settimane, per la rubrica ‘Usa’, stiamo riproponendo articoli che abbiamo pubblicato in un dato periodo. Articoli che sono stati scritti per raccontarvi gli Stati Uniti d’America in certo modo, asettico e senza pregiudizi di sorta, come per esempio tra cinema e storie sportive.
Lo abbiamo fatto per due occasioni differenti, soprattutto in relazione a personaggi della comunità afroamericana che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito all’abbattimento delle barriere razziali negli Stati Uniti d’America. Lo avevamo fatto grazie ad una recensione di un film, in cui è stata affrontata l’analisi sul biopic di Harriet Tubman e, senza dimenticare, l’omaggio che dedicammo all’’immensa figura di Cassius Clay.
In uno di questi articoli abbiamo sfiorato un argomento che ha attirato la nostra attenzione: quello della cosiddetta ‘Underground Railroad’, ferrovia sotterranea in italiano; nella quale la stessa Harriet Tubman divenne una leggenda incontrastata.
Ai tempi della schiavitù negli Stati Uniti d’America non tutti erano d’accordo con quella ignobile prassi di commercio umano. Tra i vari politici, non solo quelli del nord del paese, ma anche nel sud non tutti erano d’accordo con la tratta dei neri. Basti pensare che anche il proprietario di schiavi, Cassius Macellus Clay, come abbiamo visto nell’articolo su Mohammed Alì, non era per niente d’accordo con questo tipo di prassi.
Tra il 1810 ed il 1850 venne messa su una particolare organizzazione segreta con lo scopo di poter liberare, dal profondo sud degli Stati Uniti, più schiavi possibili mediante una serie di viaggi clandestini, i quali avrebbero portato verso la libertà diverse persone che erano state ridotte in schiavitù.
Le destinazioni scelte, per non dire forzate, erano oltre al resto delle tredici colonie americane, erano anche il Canada e addirittura il Messico. Alcuni documenti storici affermano anche che alcuni di loro trovavano la libertà anche nel vecchio continente. Era comunque un’attività, questa, portata avanti, logicamente, dagli abolizionisti ma non furono i soli. Anche i quaccheri, qualche secolo prima, cercarono di trovare un rimedio a quello scempio storico. Esattamente questi ultimi iniziarono ad agire intorno al diciassettesimo secolo, mentre la creazione di veri e propri piani di fuga nel diciottesimo secolo.
Le cronache parlano di fughe notturne organizzate in modo tale che i singoli proprietari schiavisti non potevano accorgersi subito della scomparsa di uno o due schiavi. Chi scappava si orientava grazie alla Stella Polare che brillava in cielo o anche attraverso i corsi d’acqua. Il modo più efficace per evadere era, diciamo così, mimetizzarsi in modo tale da non venir riconosciuti. Per esempio, capitava che i mulatti si fingessero bianchi e le donne si travestivano da uomini. Altro stratagemma era la comunicazione in codice anche in sottoforma di canto. Pare che sia nato proprio così uno dei generi musicali afroamericani più apprezzati dal pubblico: il gospel.
Purtroppo, però, quando capitava che il piano di fuga veniva scoperto tutti i documenti inerenti ad esso venivano distrutti, non permettendo una ricostruzione in via ufficiale di alcuni avvenimenti ma soltanto solo su ipotesi. La ‘Underground railroad’ ha ispirato, nel tempo, due romanzi, oltre al film su Harriet Tubman.
Il primo, quello ormai diventato una vera e propria pietra miliare della letteratura, è stato scritto dall’autrice Harriet Beecher Stowe. La trama è ambientata nell’anno 1850, ovvero quando finisce l’epoca della ferrovia sotterranea e viene promulgata la legge ‘Fugitive Slave Act’. Una legge che imponeva la restituzione degli schiavi liberati ai proprietari degli Stati del Sud. Con tale scelta legislativa la tensione salì a tal punto che qualche anno più tardi scoppiò la guerra civile. L’altro romanzo da tener presente è molto recente, pubblicato nel 2016, è intitolato ‘La ferrovia sotterranea’ scritto da Colson Whithead.