Fu una delle canzoni personali di Madonna contenente nell’omonimo e quarto disco uscito in quell’anno
In queste ultime settimane a Forever80s stiamo dando molto peso al cinema, ancora poco alle serie tv, ma molto alla musica. Anche oggi è così. Per questo venerdì la particolare serie di articoli dedicati ai film del 1987, l’ottima annata, è rinviata alla prossima settimana addirittura con due grandi titoli che uscirono sul grande schermo in quei dodici mesi.
Dunque, dicevamo che nello spazio interamente dedicato agli anni ’80 stiamo dedicando molto spazio all’arte e poco alla storia, ma, come avete potuto appurare, anche il grande schermo e il mondo delle sette note hanno firmato momenti indimenticabili in quei dieci anni e ciò che verrà ricordato non sarà da meno.
Molti sanno che le canzoni hanno la forza di scuotere l’animo umano, di far riflettere e di catalizzare l’attenzione su diversi temi. Bene, alle volte qualche brano, e succedeva anche in quegli anni, suscitava un’onda di polemiche di cui l’eco si sente oggi nel 2022.
Era il 3 marzo del 1989 quando Madonna Louise Veronica Ciccone, meglio conosciuta come la Regina del Pop con il nome d’arte di Madonna, pubblicò una canzone il cui titolo attribuiva anche il nome a quello che era il suo quarto album in pochi anni: Like a prayer, uscito qualche settimana più tardi. Ovvero il 21 marzo di quel 1989.
Composto di ben 11 tracce, il long play è, a rigor di logica, incentrato proprio su questo brano trainante; soprattutto nel testo della canzone emerge un tema, che sarà comune a tutte le altre incluse nel 33 giri, mai affrontato dalla cantante italo-americana fino a quel momento: la religione.
In merito a ciò, all’epoca, Madonna rilasciò queste dichiarazioni: “Il tema del cattolicesimo imperversa. Sono alle prese con il mistero e la magia che lo circonda. Il mio cattolicesimo è costantemente sconvolto”.
In effetti sia la canzone, che l’intero disco, non furono ispirati da un periodo positivo per Madonna. Nel 1988 la Regina del Pop ebbe diversi problemi, a partire dalla fine del matrimonio con l’attore Sean Penn.
Senza dimenticare un trauma che la stessa sovrana della musica pop subì in tenera età e che l’avvicinò, molto probabilmente, al cattolicesimo; una religione sempre presente nel suo percorso esistenziale, a partire, proprio, dalla perdita della madre quando lei aveva solamente cinque anni. Forse, nella dichiarazione riportata in precedenza, quella in cui afferma che il suo essere cattolica è stato sconvolto è un riferimento a quella perdita subita?
Non sembra comunque il caso di andare ad indagare nell’animo di una persona che ha perso, nonostante il ricordo possa essere sbiadito, una persona cara. Soffermandosi solo ed esclusivamente sulla canzone, Like a Prayer, come tutto il disco, presenta diverse contaminazioni di genere musicali.
Se per l’intera raccolta d’inediti dell’epoca la categoria musicale è quella, nella sua essenza, del pop abbinata alla musica da ballo; questi stessi elementi si ritrovano miscelati, con molta semplicità, al rock, al soul ed al gospel. Quest’ultimo, ancora, viene fruito per innalzare il pathos musicale del brano aperto con un alone di mistero che prosegue fino a quando il coro non prende il sopravvento e, si può dire, che la speranza vince su tutto. Soprattutto ed indiscutibilmente sul male. Ma queste sono le sensazioni che ci regala il sound di ‘Like a Prayer’.
Anche il testo scritto dalla cantante, insieme a Patrick Leonard in soli tre ore combacia con quanto detto fino adesso: ‘Like a prayer’ è di fatto una canzone che parla di una ragazza innamorata di Dio, il quale è considerato dalla stessa come l’unica figura maschile della sua esistenza.
Il punto però è un altro, quello relativo alla polemica solamente menzionata e non ancora analizzata e ricordata. Una polemica che, a dire il vero, non è innescata né dal ritmo e né dal testo, ma dalle immagini del video che, secondo le cronache dell’epoca, preoccuparono addirittura il Vaticano.
L’oggetto del contendere sarebbe quello delle croci fiammeggianti che vengono mostrate in diversi momenti del video. Un’immagine forte per un messaggio delicato e forte. Forse fu addirittura imprudente Madonna in quel frangente? Crediamo di no, la Regina del Pop nel corso della sua lunga carriera è sempre riuscita nell’intento di provocare senza mai uscire con le ossa rotte delle polemiche. Anche in quell’occasione fu così.
Fu ovviamente un ritorno d’immagine molto positivo. La sua canzone oltre a trionfare nelle varie classifiche del mondo fu la prima ad essere utilizzata, per una campagna pubblicitaria, dalla Pepsi ancor prima di venire ascoltata nelle radio e venduta nei negozi. Si dice che un’ulteriore fonte d’ispirazione del brano riguardi una credenza cattolica conosciuta come transustanziazione.
Con questo termine s’intende che sia l’acqua e il vino, che secondo la religione dovrebbero trasformarsi nel corpo di Cristo, abbiano dei poteri trasformativi e che ogni parola nella preghiera possiede un significato preciso.
Per quanto riguarda le immagini del video sembrano mostrare il male in tutte le sue sfaccettature e come la stessa forza di Dio, intesa come speranza dallo stesso coro, possa prevalere sull’oscurità che ci minaccia continuamente.