In attesa del quarto capitolo, analizziamo il primo episodio della saga cinematografica con Eddie Murphy
Era il 1° dicembre del 1984 quando nei cinema americani uscì il primo capitolo di ‘Beverly Hills Cop’, la fortunatissima saga commedia-poliziesco interpretata da uno spettacolare Eddie Murphy. Un film, come è stato appurato ed anticipato nell’articolo di due settimane fa, ha avuto una lavorazione alquanto complessa.
Di certo rimarrà il dubbio, non molto convinto, di come sarebbero andate le cose se invece del giovane talento afroamericano ci fossero stati, nel ruolo del protagonista, Mickey Rourke o Sylvester Stallone. Sta di fatto che con l’irrefrenabile sfacciataggine dell’attore dall’iconica risata il film non solamente funzionò, ma divenne il secondo miglior incassò di quello stesso anno.
La sceneggiatura, realizzata dalla coppia Daniel Petrie Jr e Danilo Beach, ottenne addirittura la nomination all’edizione degli Oscar del 1985. Ma la candidatura in sé rappresenta una conferma di una serie di elementi maturati ed uniti durante la lavorazione di questa opera diretta dal regista Martin Brest. Elementi che hanno determinato, in modo assoluto, l’irripetibile successo di questo entusiasmante primo capitolo di una saga che si sta per trasformare, fra non molto, in una quadrilogia.
Oltre ai già citati meriti di Eddie Murphy, c’è bisogno anche di ricordare anche gli altri due attori, John Ashton e Judge Reinhold, nei rispettivi ruoli degli agenti di polizia John Taggart e William ‘Billy’ Rosewood. La coppia di interpreti, per tutta la durata del film, riesce a creare una perfetta intesa con il protagonista e, in alcuni momenti, sembrano talmente goffi da ricordare Stanlio e Ollio.
Si dice che molti scketch, molte battute non solo furono improvvisate e che gli stessi membri della troupe presenti, compresi gli attori, non riuscivano a non ridere. Ulteriore elemento trainante del film è rappresentato, in maniera inequivocabile, dalla potente colonna sonora. Potente per gli stupendi pezzi di quegli anni ed una base musicale, che per il sound elettronico dell’epoca, ha fatto scuola. Il riferimento è il tema principale realizzato dal compositore Harold Faltemayer ed il titolo riprende il nome del personaggio principale: Axel F.
Tra le altre hit da ricordare c’è il singolo di Patti Labelle che accompagna Eddie Murphy durante il suo ingresso nel quartiere ‘bene’ di Beverly Hills, con una serie d’inquadrature che fungono da spot pubblicitario per la stessa Los Angeles e per gli interi Stati Uniti d’America. La canzone, intitolata ‘Stir it up’, uscì come singolo solamente nei primi mesi del 1985.
Come è stato anticipato all’inizio di questo nuovo appuntamento con ‘Forever 80s’ e che riprende, in maniera indiretta, la serie di articoli dedicati al 1987 si è accennato che ‘Beverly Hills cop’ ha rappresentato non solo il secondo incassò dell’anno 1984, secondo solo ai ‘Ghostbusters’ di Ivan Reitman, ma rappresenta, per Bruckheimer, il suo miglior incassò fino al 2003 con più di 234 milioni di dollari; scalzato solamente da ‘La maledizione della prima luna’ con ben 316 milioni di dollari.
Un risultato non da poco che deve essere inteso tranquillamente come un piccolo record, per un film iconico mai dimenticato in tutti questi anni. Da tempo è stato annunciato un quarto capitolo, ma la prossima settimana verrà analizzato il secondo episodio della saga. Nel pomeriggio parleremo di Beverly Hills Cop, proprio dell’anno 1987.