Il promotore del New Look
Christian Dior ha rappresentato lo stile del New Look, un ritorno all’arte di piacere subito dopo il dopoguerra. Sembrava che l’Europa stanca di bombe avesse voglia di fare fuochi d’artificio, queste sono state le testuali parole dello stilista in un’intervista. La nascita della Maison Dior approfittò di questa ondata di ottimismo e del ritorno degli spiriti ad un ideale di felicità civile.
Christian nacque nel 1905 a Granville in Normandia, il padre era il proprietario di una ricca attività produttiva specializzata in fertilizzanti agricoli, la madre era figlia di un avvocato, all’età di sei anni si trasferì a Parigi con la famiglia e la casa a Granville divenne il luogo dove passare le vacanze.
Dior scrisse della sua infanzia: “Un momento felice, allegro e pacifico in cui tutto ciò a cui pensavamo fosse goderci la vita. Qualunque cosa la vita possa avermi concesso da allora, nulla può competere con i miei ricordi di quei dolci anni. Senza dubbio quei ricordi mi hanno aiutato a dare forma al New Look”.
Imparò a cucire per divertimento durante il carnevale dove realizzava costumi per stesso e gli amici. Durante l’adolescenza trascorreva le sere al bar del Boeuf sur le toit per contemplare le opere d’arte. Il suo più grande desiderio era di frequentare l’Académie des Beaux Arts ma i genitori di Christian non accettarono questa sua richiesta e lo iscrissero all’École des Sciences Politiques.
Nel 1928 divenne socio di Jean Bonjean per l’apertura di una piccola galleria d’arte, e nel 1931 venne organizzata una mostra sull’arte tedesca con protagonisti Paul Klee, Otto Dix, Marx Ernst.
Durante la crisi economica degli anni ’30 suo padre perse l’intero patrimonio in borsa e anche la galleria dovette chiudere, Dior fu costretto a vendere anche le ultime opere d’arte per poter tirare avanti.
Un suo amico Jean Ozenne decise di aiutare Christian inserendolo nel settore della moda. Poiret lo notò per un caso fortuito, Dior aveva venduto uno dei quadri della galleria per l’allestimento delle zattere di Polan Brenda and Tredre Roger, la Seconda Guerra Mondiale segnò duramente il mondo della moda.
Alcuni atelier chiusero e chi rimase aperto doveva sopperire alla mancanza di tessuti, spesso si creavano nuove materie ma il risultato non era di grande qualità, Dior scriveva: «Dato che non si potevano gonfiare gli abiti per mancanza di tessuto, ci si rifaceva con i capelli. Composti di cascami, scampoli inutilizzabili per ogni altro uso, somigliavano ad enormi pouf, che lanciavano contemporaneamente una sfida all’infelicità dei tempi e al semplice buon senso».
Nel dicembre del 1946 Dior testimoniava: “le donne sembravano ancora vestite come amazzoni. Ma ho disegnato abiti per donne simili a fiori, abiti con spalle arrotondate, busti completamente femminili e vita da salice sopra enormi gonne sparse. Un’aria così fragile può essere ottenuta solo con una costruzione solida. Per soddisfare il mio amore per l’architettura e il design chiaro, ho dovuto impiegare una tecnica abbastanza diversa dai metodi allora in uso. Volevo che i miei abiti fossero costruiti come edifici, modellati sulle curve della forma femminile, stilizzandone la forma. Ho sottolineato la larghezza dei fianchi e ho dato al busto la sua vera importanza; e per
dare più “presenza” ai miei modelli, ho ripreso la vecchia tradizione dei rivestimenti in cambrico o taffetà”.
Dior scelse come sede della sua Maison il n 30 di avenue Montaigne vicino ad un grand hotel come desiderava perché aveva già messo in conto la clientela estera, la decorazione fu affidata a Victor Grandpierre che trasformò il suo atelier nel tanto amato stile di Luigi XVI.
Il 12 febbraio 1947 alle 10.30 Dior debuttò con la sua prima collezione, aveva 42 anni, Carmel Snow la caporedattrice di Harper’s Bazaar era fermamente convinta del successo della sfilata, dichiarò: «Mio caro Christian, i suoi abiti hanno un tale new look!». La guerra era finita da pochi anni e Dior era riuscito a sviscerare l’anima delle donne, le aveva lasciate libere di esprimersi senza più costrizioni.
Nel 1948 Dior presentò gonne affusolate e molto attillate, fornite di spacchi che permettevano di camminare comodamente e che, foderati con la stoffa del vestito, rappresentavano una novità. Lo “spacco Dior” venne elaborato da Marguerite Carrè, che faceva parte dei collaboratori più stretti e validi di Dior.
I modelli che Dior realizzò si dividono in Acacia con busto aderente, vita stretta, fianchi in evidenza, gonna a metà del polpaccio e il modello Corolle, di influenza ottocentesca, aveva la gonna molto più ampia e riprendeva quelle che erano state le inclinazioni della moda degli anni Trenta con l’unica accezione di non osare nei ricami e volants.
L’emblema della collezione Dior e il tailleur Bar caratterizzato da una giacca in shantung crema che cade seguendo le linee del busto e la lunga gonna plissettata svasata, a completare il look aggiunse il capellino nero, guanti neri, graziose scarpe eleganti. Un altro modello, il tailleur Passe-Partout, realizzato in crêpe di lana blu marine, la giacca aveva il collo alto, le tasche sul petto.
Dior rimase affascinato dal giardino della sua casa a Granville non a caso nelle creazioni della linea Corolle e Tulipe si trova insito l’idea della donna-fiore, per la sua prima sfilata non si fece scrupoli sulle spese da avere per i decori floreali. All’ingresso aveva posto immense palme e tutti i suoi amici, giornalisti ed i vari interessati all’acquisto degli abiti erano inebriati dall’essenza del suo profumo Miss Dior, la rosa rimase l’emblema di Dior marchio della sua città d’origine.
La rivista americana Life diede alla sua moda il nome di New Look, un’eleganza persa da tempo e finalmente ritrovata. Qualche anno più tardi ridusse di 40 cm le gonne portando quello che i giornalisti definirono Schock Look, nel 1954 realizzò la linea H conosciuta come The French Bean Line o Flat Look. Diffuse la cosiddetta linea-calice spalle rotonde, giacche corte con piccole falde vitino da vespa e ampie gonne al polpaccio; per le ampie gonne adoperava tessuti come taffetà e satin. Contemporaneamente creò delle scarpe con una suola a zeppa sottile e striscioline di cuoio che venivano incrociate intorno ai talloni con tacchi alti e larghi che completavano la silhoutte.
Forme pulite come la linea-A o la linea-Y decretarono il suo trionfo. Ogni stagione sorprendeva ed entusiasmava con i suoi originali modelli: Envol, Ailee, Verticale, Oblique e Muguet. Le sue collezioni ebbero molto successo anche in America dove era responsabile del 50% delle esportazioni di moda negli Stati Uniti, avendo concesso le licenze per poter creare profumi, accessori, calze, pellicce, regali e stoviglie la Maison divenne sempre più famosa e ricca.
Cecil Beaton lo descrisse come: «un insipido curato di campagna fatto di marzapane rosa. La sua testa a forma di uovo può oscillare da un lato all’altro, ma non sarà mai girata dal successo». Dior aprì la prima filiale all’estero nella capitale inglese, alla quale ne seguirono innumerevoli in tutto il mondo, riuscendo a costruire un impero la cui fama diventò insuperabile.
Christian morì di infarto nel 1957 ma prima nominò come suo successore Yves Saint Laurent, di lui scrisse: «Yves Saint Laurent è giovane, ma ha un immenso talento. Nella mia ultima collezione, credo che su 180 modelli ce ne siano 34 suoi. Penso che sia venuto il momento di rivelarlo alla stampa. Il mio prestigio non ne soffrirà affatto».
Yves presentò la sua collezione il 30 gennaio del 1958, Laurence Benaïm scriveva: “Questa collezione funziona come uno specchio a due facce. Da un lato il Giorno, il rigore, la semplicità, la spoliazione di una giacca passe-partout che cita il New Look sulle tracce di Chanel. Dall’altra la Notte, il teatro, i capricci della seduzione, che rivelano nel modo più esplicito, la filiazione di Yves da Christian Dior”. Yves lavorò nella maison fino al 1961, il successore dal 1962 al 1989 fu Marc Bohan.
Per la ricorrenza dei 50 anni dalla nascita della casa Dior, John Galliano, nel 1997 presentò la sua prima collezione, combinando in modo spettacolare la libertà dello stile individuale e dimostrando venerazione per il grande maestro fondatore.
Attualmente le azioni dell’azienda sono detenute al 42,36% dalla maison Dior e al 59,01% da LVMH, il pi grande gruppo di lusso al mondo. Dior era ricordato come una persona cara per la quale provare sentimenti di affetto, con la sua genialità è riuscito a innovare la tradizione del costume.