I partenopei annichiliscono gli inglesi del Liverpool al Maradona; ottimo pareggio per il Milan, mentre Juve ed Inter devono recuperare terreno
E’ tornata la Champions League e con essa sono tornate anche le speranze di vedere qualche italiana che s’inoltrerà di molto in questa competizione continentale per club. Milan, Juventus, Napoli e Inter sono le nostre rappresentanti per un cammino che, negli ultimi venti anni, è diventato estremamente faticoso. Come detto, però, le speranze si rinnovano ogni anno. Specie quando la prima parte del primo turno dei gironi termina con un pareggio, per i Campioni d’Italia del Milan in terra austriaca, e una sconfitta, non proprio meritata, da parte della Juventus sul campo del Paris Saint Germain.
Il Milan aveva, paradossalmente, il compito più difficile. Non che i parigini siano squadra materasso per i bianconeri, anzi. In base al sorteggio il girone dei ragazzi di Pioli si rivelato abbastanza ostico rispetto a quello della Juve. Infatti, i rossoneri hanno pescato il Chelsea, gli austriaci del Salisburgo appunto la Dinamo Zagabria. Perdere subito terreno significava complicare i piani della qualificazione già in partenza per la fase ad eliminazione diretta.
Il pareggio, invece, in terra straniera garantirebbe di affrontare un ritorno in casa e con la possibilità, dunque, di approfittarne in termini di differenza punti nel caso le cose si dovessero complicare.
Cosa si può dire per questo esordio dei ragazzi di Pioli, in cui i fantasmi della scorsa stagione, sempre in Champions, aleggiavano indisturbati per rovinare la magia della prima partita. Si può dire che il Milan non si è fatto schiacciare nonostante avesse subito lo svantaggio per effetto della rete ad opera di Okafor. A rimediare il tutto ci ha pensato Saelemakers. Buona la prima, insomma.
Espressione che, comunque, per il risultato maturato non può essere esteso anche alla Juventus. Gli uomini di Allegri dopo venti minuti sono già sotto di due reti, doppietta di Mbappè. Nonostante ciò, i bianconeri tengono il campo, non si fanno schiacciare dagli avversari e con Milik sfiorano una prima volta il pareggio.
E’ vero il tasso tecnico dei parigini è talmente elevato che nessuno può contro Messi, Neymar e la stessa stella francese. Eppure, il gol della speranza, la rete che riapre la partita arriva su calcio d’angolo e grazie ad una errata uscita di Donnarumma Mckennie trafigge gli avverari. Per poco non ci scappa il pari, ma con avversari come Benfica e Maccabi Haifa è facile andare avanti.
Serata sfortunata anche per l’Inter che, in casa e dopo l’amara sconfitta patita nel derby, viene piegato in due da un Bayern Monaco sempre ostico da affrontare. Un 2 a 0 dei bavaresi che, comunque, non è sinonimo di superiorità da parte dei tedeschi. L’Inter con Lautaro e con Dzeko cercano di scardinare il bunker degli avversari senza riuscirci.
Il mattatore della serata, a San Siro, è Sanè il quale, prima, con un aggancio strepitoso, con cui controlla un pallone che gli è stato lanciato Kimmich, dribbla difensori e portiere prima di buttarla dentro. Il secondo provoca l’autorete di D’Ambrosio. Per i nerazzurri un’altra serata amara da cancellare in fretta.
La squadra che invece ne uscita non bene, ma benissimo dall’esordio in Champions è stato il Napoli di Luciano Spalletti. Il 4 a 1 rifilato ai vicecampioni d’Europa del Liverpool. Il match per gli inglesi inizia subito in salita con il palo di Oshimen dopo pochissimi secondi e due rigori sacrosanti.
Il primo viene realizzato dal polacco Zielinski, mentre il secondo viene sbagliato dall’attaccante nigeriano, che se l’era procurato qualche minuto prima. Non finisce qui, perché se i partenopei interpretano la partita della vita con Kvaratskhelia, Lobotka e Zielinski, il quale, come detto, realizza il rigore del vantaggio e il terzo gol, e il coreano Kim dall’altra parte c’è un Liverpool completamente annichilito e sorpreso di tanta qualità nei giocatori azzurri.
Una qualità rappresentata a centrocampo anche da Anguisaà. Il giocatore camerunense, in quella zona del terreno di gioco, fa ciò che vuole: ferma gli avversari e poi riparte; quando lo fa è talmente letale che firma anche il 2 a 0. A chiudere le danze ci pensa Giovanni Simeone, che al momento del suo gol fa commuovere tutto lo stadio per la sua primissima reta in Champions e per di più nello stadio dedicato al suo connazionale più illustre: Diego Armando Maradona. Inutile è il gol della bandiera, anche di ottima fattura, degli inglesi firmato da Luis Diaz.