La scorsa settimana ci eravamo occupati del capolavoro assoluto di Hugo Pratt, con la prima storia a fumetti sul personaggio da lui creato, Corto Maltese, dal titolo: ‘Una ballata del mare salato’, definendolo un classico del genere. In questo terzo appuntamento relativo sulla storia della Graphic Novel ci occupiamo di un’altra opera, sempre italiana, la quale ha avuto la particolare caratteristica di esser stato scoperta un po’ tardi.
Di certo, nel mondo dell’editoria non è la prima volta che si presenta questo tipo di situazione. Specialmente con i libri. In effetti quando si tratta di Graphic Novel il confine è molto labile. Un fumetto, chiamiamolo così adesso, che venne ideato, creato, realizzato, scritto e disegnato senza che alcun particolare editore si prendesse la responsabilità di commissionarlo.
‘La rivolta dei racchi’, dunque, nacque da un’iniziativa del pittore, illustratore e fumettista Guido Buzzelli, il quale si presentò ai primi fans della Graphic Novel con una trama abbastanza particolare: il mondo è diviso in classi sociali, i belli vivono nell’agiatezza e nella superficialità, mentre i racchi sono costretti a vivere nella profondità della terra, sfruttati dai belli.
A cambiare le sorti di questa dinamica ci pensa Spartak, un racchio che si erge a paladino della giustizia sociale. La rivolta che ne scaturisce sconvolgerà nel profondo l’equilibrio di questo mondo. La violenza e la brutalità incontrollata dei racchi porteranno, quindi, a dei risvolti tutt’altro che positivi.
Una trama che, nonostante venne pubblicata ufficialmente nel 1967, grazie all’editore Rinaldo Traini, venne conosciuta solamente tre anni più tardi. In principio, ‘La rivolta dei racchi’ trovò spazio sull’Almanacco dei comics, che era semplicemente il catalogo della manifestazione conosciuta del Salone di Lucca, il cui direttore era proprio Rinaldo Traini.
Nel 1970, appunto, un altro fumettista Georges Wolinski, di origine francese, trovò l’opera in un’edicola di Napoli. Rimasto impressionato decise di pubblicarlo anche lui sulla sua rivista: Charlie Mensuel. La pubblicazione in terra transalpina aiutò, e non poco, al successo dell’autore de ‘La rivolta dei racchi’.
Sempre nello stesso l’opera di Buzzelli trovò anche spazio sulla rivista ‘Psyco’ della Casa Editrice Naka. Proprio grazie a queste nuove pubblicazioni che ‘La rivolta dei racchi’ venne seguito da altri due sequel, come si usa dire oggi, in modo tale da formare una vera e propria trilogia: ‘I Labirinti’ e ‘Zil Zelub’. Le tre storie, cinque anni fa, vennero riproposte insieme nel volume chiamato semplicemente ‘Trilogia’ della Coconino Press.
Se Hugo Pratt, con il suo ben più celebre Corto Maltese, aveva mutato, quasi, le regole del fumetto italiano, importando quel nuovo stile di immagini e parole proveniente dagli Stati Uniti d’America nel nostro Paese; Guido Buzzelli, invece, con la sua opera, viene, ancora oggi, riconosciuto, forse, come il vero precursore della Graphic Novel italiana.