Note su una vicenda artistica di ormai cinquant’anni d’età, che segna una pagina importante nel contesto della pratica informale
Erano gli anni Settanta, quando, come Carmine Di Ruggiero ama ricordare, giunse alla Accademia di Catanzaro, come titolare della Cattedra di Pittura.
“Trovai degli allievi – egli sottolinea – e vi ho lasciato dei maestri”.
In questa frase si racchiude il significato profondo di una vicenda storico-artistica che ha, ormai, cinquant’anni di età e che può leggersi nel segno di una processualità creativa che ha saputo animare ed ispirare ben più di una generazione di artisti.
C. Di Ruggiero
R. Pangaro
Carmine Di Ruggiero è senz’altro colui che costituisce la matrice storica di questi eventi e porta, col suo arrivo a Catanzaro, una ventata di rinnovamento in un contesto ambientale che era come in attesa di uno stimolo vivificatore.
Di Ruggiero porta con sé, infatti, il frutto di una lunga ricerca cui egli ha preso a dare consistenza fattuale ed opportunità di apprezzamento e successo.
In particolare, egli va proponendo la formula di una delibazione creativa in cui la gestualità informale possa trovare opportunità di esprimere le sue istanze propositive, modellandosi secondo assetti strutturalmente osservanti.
Incontro con Carmine Di Ruggiero a Villa Faggella.
Da sinistra: Rocco Pangaro, Luigi Magli, Giovanni Vatrella, Emilio Servolino.
In primo piano: Carmine Di Ruggiero, Rosario Pinto
Lungo tale gradiente, che segna la sua personale ricerca, che ha già maturato molti anni di esperienza, dal primo tirocinio col suo maestro Emilio Notte, fino ad alcuni attraversamenti astratto-geometrici, Carmine Di Ruggiero imposta l’azione formativa dei suoi giovani allievi che trova a Catanzaro.
Ed essi non tardano ad innamorarsi del suo modo di essere artista, imparando ad apprezzare, peraltro, le doti di affabile umanità e di grande disponibilità personale di colui che accolgono come il loro mentore.
L. Magli
Oggi, quei giovani di allora si sono affermati come maestri di matura esperienza: alcuni sono diventati, nel tempo, docenti di istituzioni accademiche essi stessi – a Catanzaro, ma anche a Brera, ad esempio – e tutti, in fondo, pur con le evidenti distinzioni delle singole personalità, hanno mantenuto fede ad una impostazione di fondo che è quella che ha segnato la propria formazione e, poi, l’indirizzo di una pratica creativa riconducibile ad una matrice condivisa di alto profilo.
F. Correggia
P. Pancari
G. Vatrella
E. Servolino
La linea d’indirizzo di cui qui parliamo, e che può essere additata come la profilatura di ciò che ci convince – e non solo da ora – definire come ‘Scuola di Catanzaro’, è una prospettiva di netta matrice informale e materica che s’intride di ansiti ‘concettuali’ variamente rispondenti ad una istanza gestuale non insensibile a qualche richiamo strutturante di ordine normativo.
Come può ben comprendersi, ciò cui può guardarsi, considerando questa consistenza ‘di scuola’, è una processualità complessa nel suo sviluppo, ma chiara nelle sue linee, un modo di intendere la pratica informale molto serio ed equilibrato, che lascia tuttora affermare le ragioni di un prestigio e di un credito largamente riconosciuti.
Ci piace ricordare, in questa sede, almeno i nomi di alcune delle personalità che possono iscriversi in questo contesto di cui andiamo delineando da tempo la profilatura e sono queste le figure nodali che caratterizzano il contesto di ciò che amiamo definire ‘Scuola di Catanzaro’.
Indichiamo quindi le figure di Luigi Magli, di Rocco Pangaro, di Paolo Pancari, di Francesco Correggia, di Giovanni Vatrella, di Emilio Servolino, come quelle di alcuni dei più significativi degli artisti che hanno saputo compiere percorsi di ricerca informale svolti con amore dell’arte e con grande prodigalità creativa, sensibili anche, talvolta o in tralice, a ragioni di ordine latamente ‘concettuale’.
Vorremmo dedicare, infine, un momento d’attenzione anche ad una sorta di mozione degli affetti ed indichiamo, quindi, molto suggestiva ed emozionante, non molti giorni fa, l’occasione di incontro tra alcuni di questi ‘allievi diventati maestri’ della ‘Scuola di Catanzaro’ con l’ormai ultraottantenne caposcuola Carmine Di Ruggiero in un rendez-vous a Villa Faggella, cui noi stessi abbiamo avuto il piacere di partecipare, e che ha segnato un momento non soltanto di ‘amarcord’, ma di tangibile vitalità della realtà artistica ‘di questa Scuola di Catanzaro’ sempre e tuttora di buona lena.