L’introduzione della Graphic Novel nel mondo dei fumetti, non inteso come nome della nostra rubrica, ha rappresentato una mera novità del settore. Leggere un romanzo illustrativo, composto dalla stessa struttura del fumetto, ma più corposo e, soprattutto, con una storia autoconclusiva, è di fatto un’innovazione che solamente nel tempo ha assunto una notevole rilevanza nel corso dei decenni.
Come abbiamo specificato in precedenza, proprio l’espressione ‘Graphic Novel’ è stata utilizzata in un primo momento per alzare il livello basso, così ritenuto, dei ben più storici fumetti. Ma se le opere con le storie a strisce risalgono al 1800, il volume a metà strada con la cosiddetta nuvoletta per i dialoghi e il romanzo risale a molti anni più tardi. Semmai a molti decenni più tardi.
Esattamente venti anni più tardi dalla fine del secondo conflitto mondiale. Tra gli anni 1964, 1966, 1967 e 1978. Dunque, rispetto a quanto abbiamo visto per il fumetto, almeno in via ufficiale, sono due le opere di riferimento, sicure, per quanto concerne la Graphic Novel: ‘La rivolta dei racchi’ e ‘Una ballata del mare salato’. Eppure, secondo alcuni, il primo romanzo illustrato risale, addirittura, a cinque anni successivi alla fine Seconda Guerra Mondiale e non proprio con l’espressione abituale.
Per evitare ulteriori confusioni occupiamoci delle origini, non tanto quanto in fatto di opere, quanto in fatto di nome. Ovvero quando, per la prima volta, apparve sui giornali l’espressione che oggi è di uso comune. L’ideatore, a quanto pare, fu un editore, critico e storico del fumetto, Richard Kyle, il quale scrisse un articolo, nel 1964, intitolato ‘The future of comics’, il futuro dei fumetti.
Kyle indicò, in quell’occasione un particolare tipo di opera di fumetto europeo che si stava facendo largo nel vecchio continente. Una tipologia di storia a strisce che già annoverava tutte le caratteristiche fino ad ora indicate. Un tipo di fumetto con un contenuto visivo, forte ed allo stesso tempo impegnativo, in cui la struttura del romanzo prende forma soprattutto per le storie che presentano un intreccio particolare e sono autoconclusive.
Richard Kyle, nonostante ciò, non tenne conto, nel suo articolo forse, che la graphic novel era in forma embrionale anche nei suoi Stati Uniti d’America grazie ad un’opera, simile, conosciuta, però, con un altro nome: picture novel, ovvero l’antesignano della Graphic Novel.
Il titolo era ‘It Rhymes with lust’. Una storia illustrata di genere noir, scritta Arnold Drake e Leslie Waller, i quali la pubblicarono con lo pseudonimo di Drake Waller. La casa editrice che si occupò di questa storia innovativa fu la St. John Pubblications, una società di fumetti i cui disegni, in quel volume speciale, furono a cura di Matt Baker e dell’inchiostratore Ray Osrin.
Il protagonista è un giornalista di Hal Weber, il quale si ritrova invischiato nelle macchinazioni oscure della sua ex e vedova di un importante leader politico, Rust Masson. L’ambientazione era la città immaginaria di Copper City. Questo primo esempio di Graphic Novel, meglio conosciuta come Picture Novel, nacque l’anno prima nella città di New York. L’intenzione, da parte degli autori, era proprio quella di realizzare un fumetto più sviluppato e di creare un ponte tra lo stesso e i libri. Molti decenni più tardi, esattamente nel 2006, lo scrittore-artista Micheal T. Gilbert scrisse queste parole, per la ristampa dell’opera del 2006, ‘si legge come una pentola di film di serie B, ribollente di avidità, sesso e corruzione politica’.
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