Negli anni 70 qualcosa iniziò a cambiare. Il vento sembrava soffiare sempre di più in suo favore e per la sua carriera. Nel 1973 un allora sconosciuto George Lucas lo chiamò per una piccolissima parte nel film cult ‘American Graffiti’, uno spaccato innocente dell’America degli anni ’50. Nonostante ciò, dal 1967 all’anno appena indicato, Harrison Ford non rimase fermò. Prese parte, sempre con piccolissimi ruoli, in film più o meno importanti. Quello più rilevante, quello da non dimenticare anche dal punto di vista culturale, è ‘Zabriskie Point’, del 1970, e diretto dal regista nostrano Michelangelo Antonioni.

L’anno successivo ad ‘American Graffiti’, venne contattato per un altro piccolo ruolo nel film diretto da Francis Ford Coppola, con un indimenticabile Gene Hackman, ‘La Conversazione’. Era l’anno 1974 e per tre lunghi anni Ford non prese più parte ai film in piccoli ruoli.

In quel triennio arrivò la svolta, quella definitiva. Quello sliding doors che ti apre la porta sul successo, nonostante che per la notorietà si dovrà aspettare ancora un po’. Il regista di ‘American Graffiti’, George Lucas era da tempo impegnato nella stesura di una sceneggiatura particolare. Un film di fantascienza sembrava all’inizio. Ma era, in verità, qualcos’altro che avrebbe, di lì a poco, mutato le sorti del genere fantasy e conquistato tutto il mondo.

Una leggenda narra che lo stesso George, durante il casting, per aiutare gli aspiranti attori nei provini scelse proprio Harrison Ford per richiamare le battute. Il caso volle che, Ford, si ritrovasse a recitare i dialoghi del personaggio che all’inizio non era proprio intenzionato ad impersonare: il contrabbandiere spaziale Han Solo. Il film era ‘Guerre Stellari’ ed era l’anno 1977.

In quel 25 maggio di ben quarantacinque anni orsono, Harrison Ford iniziò a mostrare per la prima volta i caratteri distintivi del suo personaggio. Spocchioso, autoironico e determinato. Dopo il cosiddetto episodio quattro della saga ideata da Lucas, Ford prese parte ad altri film. Ancora ruoli che non gli permettevano di fare il salto di qualità, ma dopo Han Solo veniva maggiormente preso in considerazione.

Lungometraggi come: Heroes, ‘Navarone forza 10’, American Graffiti 2, Apocalypse now, Una strada un amore, Scusi dov’è il west? Ma fu nel decennio 1980 che non solo continuò a prendere parte a film di un certo spessore ma, allo stesso tempo, diventò lui l’attore principale. Per la seconda svolta bisogna attendere il 1981, dopo che l’anno precedente tornò nei panni di Han Solo nel secondo film della saga di ‘Guerre Stellari’, ‘L’impero colpisce ancora’.

George Lucas, sempre lui potremmo aggiungere, oltre ad ideare l’universo fantastico dei cavalieri Jedy, realizzò un altro soggetto, anche questo particolare. Il protagonista era un archeologo un po’ troppo votato all’azione nella ricerca di reperti storici da consegnare nei rispettivi musei.

Inizialmente il nome del personaggio doveva chiamarsi ‘Indiana Smith’. Grazie a Steven Spielberg, amico di George Lucas, il cognome mutò in Jones. Non ci sarebbe da aggiungere altro, se non che come attore principale, in un primo momento, non venne selezionato lo stesso Ford, ma Tom Selleck. Si, proprio così: i ‘baffi’ più famosi d’America con indosso le camicie hawaiane nella versione originale della serie televisiva ‘Magnum P.I.’.

La sfortuna per Tom, fortuna per Harrison invece, che il contratto che lo legava alla serie non gli permise di vestire i panni dell’eminente archeologo e così la fama e la gloria andarono tutte ad Harrison Ford, in ambito cinematografico s’intende.

Il 12 giugno del 1981 uscì nelle sale americane ‘I Predatori dell’Arca Perduta’, primo vero episodio sul grande schermo di Indiana Jones. Seguiranno nel 1984 ‘Indiana Jones e il tempio maledetto’, nel 1989 ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’ e nel 2008 ‘Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo’. A questi quattro film ne seguirà un quinto che uscirà l’anno prossimo, ma di questo ne parleremo più avanti.

L’anno successivo al primo Indiana Jones, Ridley Scott lo chiama per lavorare in un altro film epocale. Una vera e propria opera cinematografica di fantascienza, i cui 40 anni li abbiamo celebrati qualche settimana fa. Tratto dal romanzo di Philip K. Dick, ‘Il cacciatore di androidi’, Harrison Ford impersonò l’altrettanto iconico cacciatore di androidi Rick Decard in ‘Blade Runner’.

L’anno successivo prese ancora parte all’ultimo film della prima trilogia di Guerre Stellari, Il ritorno dello Jedy. Il personaggio di Han Solo lo riprenderà nel 2015 ne ‘Il Risveglio della Forza’ primo film della nuova trilogia.

Tra il 1985 ed il 1986 lo stesso Ford imprime una terza svolta alla carriera iniziando a lavorare per registi più vicini al cinema d’autore che per quello commerciale. Con Peter Weir riesce ad ottenere persino una candidatura agli oscar, come miglior attore protagonista, per il film ‘Witness – Il testimone’ e con lo stesso regista lavora anche in ‘Mosquito coast’.

Nel 1987 prende una pausa dal grande schermo, per poi tornare con due film nel 1988: il thriller diretto da Roman Polanski, Frantic, e nella commedia sentimentale con Sigourney Weaver ‘Una donna in carriera’ di Mike Nichols, per poi chiudere gli anni ’80 con il già citato terzo capitolo di Indiana Jones in coppia con Sean Connery nel ruolo del padre del protagonista.

https://www.youtube.com/watch?v=sSEyl0oF-cs

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