Dall’ossessione per lo skinny alla rivalsa del curvy, la moda diventa pian piano inclusiva per tutti.
Nasce come un sistema di vendita per mostrare il potenziale di un capo di abbigliamento, continua come una delle industrie più acclamate nel mondo, per poi diventare l’impero degli stereotipi.
Il mondo della moda si sa, detta le ultime tendenze in fatto di abbigliamento, ma rappresenta soprattutto il creatore degli ideali di bellezza.
La magrezza è sempre stato il requisito fondamentale per lavorare come modella, diventando poi il canone per eccellenza, ancora presente oggi. Un canone inaccessibile, un’industria brutale, che mostra stereotipi irrealistici e non raggiungibili, e che aspira sempre di più alla perfezione.
Questa continua gara alla perfezione continua a distruggere la sanità mentale e l’autostima del pubblico verso cui si rivolge, ma soprattutto delle modelle che la rappresentano. Disturbi come l’anoressia, la meno conosciuta vigoressia, ovvero l’ossessione di prendere peso quando ci si vede troppo magri, sono largamente diffusi e creano una concezione di bellezza che esclude chiunque, anche le modelle stesse.
La svolta
Il popolo ha parlato: non c’è più un unico tipo di bellezza, tutti devono essere rappresentati. I social sono il mezzo attraverso cui il “body positivity” si diffonde velocemente.
Ci sono voluti tanti anni per arrivare ad una svolta, e nonostante siamo ancora all’inizio, la moda vede crescere un nuovo ramo: le modelle curvy.
In questa lotta verso l’uguaglianza, spicca Ashley Graham, modella curvy di 35 anni. E’ la prima modella taglia 46 ad apparire sulla copertina della rivista “Sports Illustrated”, per poi andare sempre oltre. Ha ribaltato completamente i canoni della moda, ed oltre ad essere la modella curvy più famosa, è anche un’attivista sociale che cerca di diffondere il suo messaggio e parla di come sentirsi belli e amarsi anche quando non si appartiene agli stereotipi prestabiliti.
“C’è stato un momento in cui ho deciso che volevo vedermi bella” racconta nelle sue varie conferenze sul body positivity, “ho cominciato a guardarmi allo specchio, ho osservato a fondo tutto quello che non mi piaceva di me, ed ho cominciato ad amarlo. Rotoli di ciccia? State una favola. Cellulite? Ti amo. Pancetta? Sei favolosa. Ho cominciato a farmi dei complimenti ogni giorno, invece di buttarmi giù ho trasformato le mie insicurezze in ciò che mi rendeva bella, ed ho cominciato ad amarmi.”
Ne parla anche nel suo libro “Una nuova modella. Il vero volto della fiducia in sé stesse, della bellezza e della forza di farsi valere”, dove incoraggia le donne a dare un valore alla propria bellezza personale, indipendentemente dal tipo di corpo, dalla forma o dal peso.
Racconta la storia della sua vita e della sua carriera di modella, della sua difficoltà nel riconoscere la sua bellezza e il suo corpo in un mondo dove l’apparenza è l’unica cosa che conta. Sono stati tanti i suoi momenti di abbattimento, ma racconta di come l’affetto della sua famiglia sia riuscita a capire che tutto ciò che è le appartiene e non va cambiato. E’ un esempio per tutte le donne che si sentono minacciate da una perfezione che in realtà non esiste.
Sono tante le modelle di questo settore che raccontano la propria esperienza, come Hunter McGrady o Iskra Lawrence, ma è importante ricordare che nonostante questo sia un passo in avanti, anche le modelle skinny sono ancora soggetto costante di attacchi da parte della società e della moda. Devono tenere sempre sotto controllo il proprio peso così da non essere considerate “grasse” o “anti-estetiche” per l’industria.
Madeline Stuart
Ebbene, Madeline Stuart è la prima modella con sindrome di down. Un passo enorme nel settore e una categoria in più che viene rappresentata.
È apparsa sulla passerella della settimana della moda di New York e ha anche partecipato alla settimana della moda di Parigi. Sul suo profilo Instagram condivide messaggi di positività e accettazione di se stessi, raccontando come anche lei sia cresciuta con una caratteristica che la rendeva diversa dagli altri e con cui ha dovuto combattere. Ora è più felice che mai e vive il suo sogno, cercando di aiutare chi le sta intorno.
Ellie Goldstein
In questo caso ci troviamo davanti alla prima modella down a posare per Gucci. Il suo volto sponsorizza il mascara l’Obscur, l’ultima creazione del brand.
Ha iniziato come modella di pubblicità e shooting, per poi tre anni dopo ottenere un contratto con un’agenzia che si occupa di persone con disabilità. Ma non finisce qui: ha posato per marchi importanti come Nike e Vodafone.
E’ un grande esempio di passione e determinazione, oltre ad essere un emblema del cambiamento che continua ad avvenire nella moda.
A discapito delle varie pubblicità che mostrano persone che indossano occhiali, con lo spazio tra i denti, le lentiggini o magari etnie differenti, siamo ancora lontani dall’inclusività totale. Forse non è possibile racchiudere tutte le peculiarità in un unico campo, ma è importante ricordare che sono loro a definirci.
FONTE DELLE FOTO: PROFILI INSTRAGRAM DELLE MODELLE