Secondo alcuni Cooper rappresentò insieme a Clark Gable e Humphrey Bogart ‘il meglio del cinema e dell’uomo americano’. Clark Gable era la forza, la volontà, la spregiudicatezza, Bogart era l’intelligenza e la coscienza, Gary Cooper l’umanità, la simpatia, la generosità’.
Frank James Cooper nacque a Helena (Montana) il 7 maggio del 1901 e morì a Brentwood (California) il 13 maggio 1961, prima di approdare a Hollywood fece il cartellonista nelle campagne elettorali del padre Charles, avvocato e giudice inglese. Proprio in questa veste a Sunset Boulevard incontrò due cowboys, Jimmy Galen e Jimmy Calloway, i quali lo indirizzarono a fare la comparsa ad Hollywood come cow-boy.
Tale incontro determinò l’inizio della sua carriera lavorando, quindi, come comparsa per dieci dollari al giorno e grazie a un agente, che l’aveva notato, ottenne un contratto a cui mancava solo la sua firma; dopo aver scelto il nome Gary Cooper per l’appunto interpretò il suo primo film da protagonista nel 1926, Sabbie ardenti. Si può dire che Cooper arrivò a Hollywood nel momento opportuno.
Infatti, Il film western e il cinema avventuroso in genere stavano iniziando ad imporre al pubblico americano i suoi miti e i suoi eroi. L’America, che non sospettava di essere alla vigilia della crisi economica, viveva in un periodo di particolare spensieratezza. Era felice, orgogliosa della guerra vinta, di una tranquilla prosperità che contrastava in modo singolare con la crisi politica nella quale si dibatteva, di là dell’Oceano, la vecchia Europa.
Gary Cooper diventò l’immagine della forza, della tranquillità e della generosità americana e, insieme a Clark Gable, era destinato a scalzare il predominio, fino allora incontrastato, dei grandi “amanti latini”; in questi nuovi miti gli americani presto si riconobbero e riconobbero in essi il proprio breve ma avventuroso passato.
Nel 1932 nel film ‘Along came Jones’ interpretò la parte di un cow-boy bonaccione, sempre esitante al momento di cavare la pistola dalla fondina, riluttante e impacciato di fronte al duello, cui si piegava come per obbedire a una esigenza superiore, estranea alla sua natura.
Il produttore Cecil De Mille non fu soddisfatto del personaggio che Cooper aveva interpretato e pensò che anche il pubblico americano non ne sarebbe stato soddisfatto, ma si sbagliò. Venne celebrata, invece, trionfo della ingenuità disarmata di fronte alla scaltrezza, della timidezza sull’ignoranza.
I managers ricoprirono un ruolo fondamentale anche nella sua vita privata, perché: prima del matrimonio con Veronica Shaw nel 1935, crearono vari e tempestosi amori per Cooper, come quello con la messicana Lupe Velez, per dimostrare che l’amante americano non aveva nulla da invidiare a quello latino.
Dopo il matrimonio, gli crearono la fama di marito esemplare e integerrimo e per mantenerla distrussero lavorativamente parlando, le donne che si innamorarono di lui, come l’attrice Clara Bow.
Negli anni rooseveltiani fu spinto a buttarsi in politica e nelle attività sindacali, divenendo amico di Hemingway e raccogliendo fondi per la Repubblica spagnola; a causa di queste attività, durante il maccartismo Gary fu accusato di attività anti-americane e davanti alla Commissione per le attività anti-americane, dopo un periodo di resistenza, cedette macchiandosi di una colpa della quale nessuno dei suoi personaggi si sarebbe macchiato: la delazione in danno dei suoi vecchi compagni.
I film interpretati da Gary Cooper furono molti, tra i quali vi sono ‘Addio alle armi’ del 1932, ‘È arrivata la felicità’ del 1936, ‘La conquista del West’ del 1937, ‘Il sergente di ferro’ del 1941 con cui vinse l’Oscar nel 1942, ‘Arianna’ del 1957, Cordura del 1959; L’attore, alla soglia dei sessant’anni, era ancora richiesto dai produttori, le statistiche affermavano che egli continuava a piacere al pubblico e ad ottenere diversi successi: Dal 1960 si sparse la notizia che Gary Cooper fosse malato e venne confermata quando si seppe che l’attore venne ricoverato all’ospedale di Hollywood per una grave malattia allo stomaco.
Quando uscì dall’ospedale dichiarò di voler tornare a recitare, ma la malattia lo confinò a letto, impedendogli di andare a ritirare l’Oscar alla carriera vinto nel 1961. Nei suoi personaggi, Gary Cooper ha ravvisato una fondamentale generosità, l’immagine di un mondo morale nel quale i giusti sono anzitutto individui armati della ragione e del rispetto dei singoli, che si prodigano per chi subisce le prepotenze della ricchezza più sfacciata e aggressiva.
Ad animarli non è la legge divina né la legge umana, quella scritta, ma un rigore interno che non consente compromessi. Gary Cooper fu tutto questo, e vi aggiunse una carica di personale, straordinaria simpatica che faceva tutt’uno con il personaggio.