Al teatro Manzoni di Milano, ieri 10 aprile, si è tenuta l’ultima rappresentazione di un evergreen di Enzo Garinei, da un soggetto originale di Ryan Cooney, ‘Se devi dire una bugia dilla grossa’. Era il 1986 quando l’attore comico, quasi novantaseienne, la portò in scena per la prima volta come regista, con l’allora ditta ‘Garinei e Giovannini, conquistando in poco tempo conquistò critica e pubblico.
A trentasei anni esatti, si potrebbe dire, questa sua opera teatrale continua ad avere lo stesso identico successo non solo di tanti anni fa, ma anche alle continue riproposizioni che si sono susseguite nel tempo, persino cinematografiche. In passato si è cimentato nel ruolo che fu del grande attore, di cui quest’anno ricorrono anche i cento anni dalla nascita, Johnny Dorelli.
In questa nuova versione, la cui prima si è tenuta lo scorso 29 marzo fino a ieri e già si parla di repliche con nuove date, il ruolo del Ministro che tenta di fare le corna alla moglie è dell’attore Antonio Catania. Accanto a lui la navigata ed esperta Paola Quattrini, con un sorprendete Gianluca Ramazzotti. Nel cast è anche presente uno dei ‘Gatti di vicolo miracolo’, Ninni Salerno.
Una commedia degli equivoci, un classico, che se sviluppato in modo intelligente senza troppe licenze poetiche, che potrebbero allontanare di molto l’attuale sviluppo della trama da quello originale, sortirebbe l’effetto sperato: di far ridere dall’inizio fino alla fine. E così è stato.
Il Ministro Dimitri, dunque e come stavamo dicendo poco fa, cerca d’intrattenere una relazione extraconiugale con un’avvenente donna, interpretata da Paola Barale, in una stanza d’albergo a Roma. Dimitri, per non farsi scoprire dalla moglie con la quale si trova nello stesso hotel, si fa aiutare dal suo segretario.
L’escamotage sarebbe quello di fingere di andare ad una riunione con gli altri ministri per l’approvazione di una legge; ma allo stesso tempo viene prenotata una stanza, paradossalmente, accanto alla sua. Nascono così un’infinità di gags, dove l’equivoco regna sovrano e dove tutto trae origine da quella bugia che fa entrare in un vortice infinito, gli stessi protagonisti principali e le persone coinvolte, in una serie di ulteriori bugie sempre più grosse.
Se Paola Quattrini è un’istituzione da decenni nel campo teatrale e Antonio Catania conferma tutte le sue ottime qualità comiche in questo spettacolo, il vero mattatore del palcoscenico è Gianluca Ramazzotti, nella parte dell’aiutante del Ministro. È lui la vera spalla dei protagonisti, è lui ad accompagnare lo sviluppo della trama ed è sempre lui a strappare più di una sana e spontanea risata al pubblico.
Tant’è che alla fine gli applausi nei confronti ad ogni componente della compagnia teatrale aumentano quando appare lui al momento dei saluti. Il suo stare sul palcoscenico è talmente naturale che si ha l’impressione che non stiano recitando, ma si è calato completamente nella parte che il regista gli ha affidato.
Appunto, il regista. se il primo a dirigere questa commedia fu Enzo Garinei, Luigi Russo non è da meno. Le sue direttive, complice anche il rispetto per il copione originale, hanno permesso la messa in scena di una nuova versione veloce, attuale, frizzante, con dialoghi veloci, con altrettanti celeri cambi di scena coadiuvati dal palcoscenico girevole in cui ci permettono di entrare direttamente nelle varie ambientazioni.
‘Se devi dire una bugia dilla grossa’ sono centotrenta minuti di risate assicurate. Di una concreta volontà d’intrattenere i presenti al Manzoni, facendogli trascorrere una domenica pomeriggio diversa da altre, totalmente spensierata. Una commedia sempre attuale e della quale non ci si stancherà mai di andarla a vedere.
È vero, abbiamo detto che ieri è stata l’ultima giornata di spettacoli: uno alle 15.30 del pomeriggio e l’altro alle 20.45 di sera. Ma a quanto pare già si parla di repliche.