Iniziamo questa ennesima riflessione con una domanda: che senso ha denazificare una nazione se poi si compiono stragi in cui muoiono, nella maggior parte dei casi, solamente civili? Dove a morire sono solamente donne e bambini e non militari ucraini. Semmai ci avete fatto caso in questo inutile conflitto, da cui usciamo tutti sconfitti, le notizie che vengono riportate giorno per giorno dai vari mass media non accennano, almeno in qualche rara occasione, di militari ucraini uccisi.
Da troppo tempo sentiamo parlare di stragi e non di scontri tra militari. Da troppo sentiamo parlare sentiamo parlare due schieramenti che, in fin dei conti, non si sono mai sciolti e continuano ancora oggi ha scontrarsi fra loro. La guerra fredda, dunque, non è mai veramente finita. Molto probabilmente lo avevamo detto anche in qualche altro articolo.
Vero, da un lato stiamo scrivendo meno articoli sul conflitto in Ucraina e quando lo facciamo rischiamo di essere ripetitivi, molto ripetitivi. Non vorremmo esserlo, ma siamo costretti. Come siamo costretti, di sabato, a parlarvi dell’ennesima strage di civili, avvenuta ieri presso la stazione di Kramatorsk in cui un missile russo ha ucciso almeno cinquanta persone, tra cui dieci bambini. Erano per lo più persone che stavano partendo per un rifugio sicuro.
Mosca asserisce che tutto questo è infondato, che dietro alla strage ci sia la mano di Kiev, e quindi a sua volta sia dell’Occidente che della Nato; nonché degli Stati Uniti d’America. ‘Noi non uccidiamo civili russi o bielorussi’, è stata la risposta del premier ucraino. Eppure, è emerso un particolare agghiacciante: sul missile era apparsa la scritta ‘per i bambini’.
Joe Biden, da canto suo, ha firmato la legge che vieta le importazioni di energia dalla Russia e quella che interrompe le normali relazioni commerciali con Mosca. Le istituzioni europee hanno messo appunto anche il quinto pacchetto di sanzioni con Putin. Ma il punto è che si tratta di soluzioni a medio e lungo termine; ed anche questo particolare lo abbiamo già ripetuto per più di una volta.
Nonostante le notizie tragiche, qualcosa si inizia a muovere. Qualcosa sembra aver smosso Bruxelles nell’accettare, cosa che doveva avvenire subito dopo lo scoppio di questo conflitto, dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.
“L’Ucraina fa parte della famiglia europea. Abbiamo sentito molto chiaramente la vostra richiesta e siamo qui per darvi una prima risposta positiva: in questa busta c’è l’inizio del vostro percorso verso l’Ue. In questa busta c’è il questionario per l’adesione all’Unione, che andrà compilato, poi si dovrà fare la raccomandazione al Consiglio Ue. Se lavoriamo assieme potrebbe essere anche una questione di settimane”. Parole di Ursula Von der Leyen.
E torniamo al quesito d’apertura. A questo punto vi aspetterete di leggere una risposta, una sorta di verità assoluta che parte da qualche appoggia le radici su qualche convinzione ben precisa. Ma per questo tipo di domande una spiegazione logica, in verità, non c’è mai. Molti sono coloro che hanno la verità in mano. Criticano la Nato, che avrà avuto in passato delle responsabilità molto pesanti, senza vedere cosa in verità combina Putin. Invadere, ammazzare, bombardare e non permettere la normale autodeterminazione di un popolo non è altamente democratico. È semplicemente da tiranno, da dittatura.
In più di un’occasione nella storia in nome della democrazia sono iniziate e portate avanti guerre sbagliate, e con ciò non vuol dire che esiste una guerra giusta. Non lo è mai sotto ogni punto di vista. persino quando, negli articoli precedenti, avevamo spronato, quasi, per intervento troppo diretto.
Vero, la diplomazia sta salvando il mondo ma non nella sua interezza. Vero, si sta evitando il terzo conflitto mondiale, ma non che diversi civili vengono massacrati deliberatamente in nome di un’ideologia morta e sepolta da almeno trenta anni. Putin disse: ‘denazificare l’Ucraina’. Peccato che è proprio lui che si sta comportando come colui che invase la Polonia e diede il via alla Seconda Guerra Mondiale.