“La nostra famiglia è in lutto per l’inaspettata perdita di un marito, padre e nonno che ci ha insegnato a cercare sempre la magia nella vita. Ci conforta il fatto che il suo lavoro di regista ha portato risate e felicità ad innumerevoli altri in tutto il mondo. Mentre piangiamo in privato, speriamo che chi lo ha conosciuto attraverso i suoi film lo ricorderà per sempre”.
Con questo comunicato, reso pubblico dall’Associated Press, il regista Jason Reitman, e le sue sorelle Cathrine e Caroline, hanno reso al mondo la scomparsa, a 75 anni, di Ivan Reitman, storico regista di Ghostbusters I e II. La notizia è stata resa nota solo in queste ore, ma a quanto pare l’improvviso decesso sia avvenuto sabato scorso.
Sulla causa c’è il più assoluto riserbo, ma dalle informazioni che circolano in questo momento non sembra che l’attore avesse qualche malattia incurabile. Solo qualche normale acciacco dovuto all’età e, in principalmente, la sua morte non è da ricondurre al covid.
Nato a Komarno, nell’attuale Slovacchia, il 27 ottobre del 1946 e naturalizzato canadese, Ivan Reitman iniziò la sua lunga carriera nel 1971 con il film Foxy Lady. Nel suo percorso professionale non ha diretto solamente lungometraggi, li ha anche prodotti e scritti.
Oltre agli acchiappafantasmi ci sono da ricordare altre pellicole rimaste nell’immaginario collettivo di ognuno di noi: da ‘I Gemelli’ ad ‘Un poliziotto alle elementari’, da ‘Polpette’ a ‘Dave – Presidente per un giorno’, ‘Junior’, Sei giorni e si notti e La mia super ex-ragazza. L’ultima sua direzione è stata ‘Draft Day’ nel 2004.
Come produttore, invece, ha realizzato titoli come ‘Animal House’, Fermati o mamma spara, Space Jam e anche l’ultimo Ghostbusters.
In quell’occasione in una delle tante interviste rilasciate, suo figlio Jason dichiarò: E’ un film sulla nostalgia. E’ un film sull’andare nel seminterrato di tuoi nonni e scoprire chi sono. E’ un film sull’eredità, e l’eredità è un concetto di cui io e mio padre abbiamo molto parlato’.
In effetti adesso, di Ivan Reitman, rimarrà la sua eredità, fatta di lungometraggi che ci hanno accompagnato per il resto della nostra vita. Era un regista che ha sempre trattato temi diversi, da quello reale a quello più fantasioso, senza mai dimenticare l’ironia e il sarcasmo. Con lui se ne va un altro pezzo di un cinema che sta ormai scomparendo e, sempre con lui, se ne va un’altra parte importante degli anni ’80. In poche parole è finita un’epoca di cui molti non sembrano accorgersi.