Genova è una città straordinaria, uno scrigno d’arte che racchiude secoli di storia e stili. Tra passato e presente, in centro città, ci si muove tra i cinquecenteschi palazzi dei Rolli, le antiche dimore della nobiltà genovese, e le costruzioni moderne che narrano di una città in continua evoluzione.
Percorrendo i vicoli medioevali, così come le strade ottocentesche, oppure perdendosi nei tesori delle strade del ‘500, si possono ammirare straordinari, e spesso insoliti, monumenti e sculture.
Come in tutta Italia, anche a Genova non mancano le iconografie classiche, proprie del nostro Paese. È così che, a pochi metri di distanza le une dalle altre, troviamo proprio nel centro città, le imponenti statue a cavallo di Garibaldi, Vittorio Emanuele II e di Ferdinando di Savoia, duca di Genova. In posizione dominante, sopra Piazza Corvetto, l’elegante colonna marmorea che regge la figura di Giuseppe Mazzini, di genovese nascita. Grandi personaggi che hanno avuto una storia fortemente legata a questa città.
E qui terminano però i luoghi scontati ed iniziano le novità. Avendo Genova un importante passato che si sviluppa in almeno cinque secoli, i suoi quartieri hanno spesso intersecato la vita di grandi eroi, più o meno conosciuti.
Ed è così che troviamo, proprio di fronte alla bellissima scalinata Borghese, la statua equestre del generale Manuel Belgrano. Di origini liguri, l’eroe argentino più amato di sempre permise l’affrancamento dal dominio spagnolo.
Fatto del tutto non scontato, a Genova c’è poi l’unico monumento italiano a Cristoforo Colombo, così come l’unica statua al mondo dell’eroe troiano Enea, con il padre Anchise e il figlio Ascanio.
Ci sono poi monumenti molto particolari che segnano avvenimenti storici di cui Genova è stata protagonista. Tra questi la piccola, ma importantissima, Statua a Balilla. Si trova nel punto esatto in cui questo ragazzo, lanciando un sasso contro le truppe austro-piemontesi, dette vita ai moti del 1746, che portarono alla liberazione della città.
Molto più imponente, il Monumento ai Mille. Si tratta di un gruppo scultoreo liberty, in bronzo, dedicato alla spedizione dei mille uomini di Garibaldi, per l’unificazione d’Italia. Fu inaugurato il 5 maggio 1915 ed è situato a pochi metri dallo scoglio da cui partì la spedizione dell’eroe dei due mondi.
Di impronta futurista-razionalista, la Statua del Navigatore fu inaugurata negli anni ’30. Si trova in fondo al lungo e fiorito viale, progettato dal grande architetto Marcello Piacentini, che porta alla fiera del mare, dove si svolge il famoso Salone Nautico. Intorno alla figura possente del marinaio, un semicerchio con la scritta “Vivere non necesse, navigare necesse est”. Plutarco fa pronunciare a Pompeo queste parole. Dovevano servire a motivare i soldati che, durante una tempesta, non volevano affrontare il mare per trasportare, a Roma, un carico di grano africano.
Negli ultimi anni, Genova ha visto rinascere il suo centro storico, grazie anche all’incessante opera dell’architetto Renzo Piano. Stessa fortuna è toccata ad alcuni suoi importanti monumenti. Particolare è la storia delle Statue dei Due Condottieri e quella del Duca di Galliera, il marchese Raffaele De Ferrari.
Siamo nel giugno 1797. Il vento della Rivoluzione francese arriva anche a Genova, ponendo fine alla gloriosa Repubblica Marinara per far posto all’effimera Repubblica “Popolare”.
In quei giorni, i moti popolari cancellano i fasti della oligarchia nobiliare, con una furia distruttrice che si rivedrà, in città, solo a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Vennero soppressi tutti i titoli regali, feudali e nobiliari con conseguente abolizione di stemmi, insegne e di tutta la simbologia araldica. A causa di quella disposizione, vennero deturpati palazzi e chiese in tutta la Liguria, cancellando numerose tracce d’arte e di storia della nostra cultura. Persino il leggendario Vessillo di San Giorgio, che ancora oggi è issato sulla torre Grimaldina, subisce il medesimo nefasto destino. Quello che non erano riusciti a fare i nemici d’ogni sorta, nel corso dei secoli, fecero i genovesi in pochi giorni.
Non vennero risparmiate nemmeno le due statue di Andrea e Giovanni Andrea Doria, poste a protezione dell’ingresso di Palazzo Ducale. La statua di Andrea era stata scolpita da Angelo Montorsoli, quella di Giovanni Andrea da Taddeo Carlone: due straordinari artisti a cui i Doria avevano commissionato opere nella chiesa di San Matteo e nella Villa del Principe.
La sera stessa dei tumultuosi avvenimenti, Napoleone venne informato dell’accaduto. Nonostante la soddisfazione per l’ardore rivoluzionario dimostrato dai suoi futuri sudditi, rimase sinceramente dispiaciuto della distruzione subita dalla città e scrisse una famosa lettera di biasimo al governo provvisorio.
I resti dei “marmi giustiziati” attraversarono due secoli, dimenticati. Poi, con uno slancio di grande orgoglio civico, proprio dei genovesi, nel 2010, dopo un accurato restauro, sono tornate nella loro casa di Palazzo Ducale. Sul ballatoio della prima rampa di scale, hanno ripreso il loro compito di custodi della storia.
Identica sorte per la bellissima statua del Duca di Galliera. Il marchese Raffaele De Ferrari, nel 1874 donò alla città di Genova 20 milioni in oro. Una somma favolosa per i tempi, allo scopo di realizzare due grandi moli per il porto. Costruì pure tre ampi palazzi, per un totale di 212 appartamenti, in pieno centro, destinandoli ai lavoratori bisognosi, senza il pagamento di alcun canone, ma soltanto col rimborso delle spese di amministrazione e di imposte.
Per i suoi meriti gli fu dedicato un monumento bronzeo. Opera dello scultore Giulio Monteverde, era costituito da un basamento di granito su cui era riportato, in bronzo, un medaglione col ritratto del duca e lo stemma di Genova. Il grande gruppo allegorico, al di sopra del basamento, raffigurava il Commercio, la Navigazione e la Beneficenza. Fu inaugurato il 12 aprile 1896 nell’originale collocazione di piazza Principe.
Fu poi spostato, nel 1932, nei giardini di fronte alla famosa Stazione Marittima, da cui partirono i primi emigranti italiani verso le Americhe. Nel 1999, in quel punto, venne aperta una fermata della metropolitana. La statua venne smembrata e dimenticata in un magazzino comunale. Dopo esattamente 20 anni, nel 2019, il monumento del Duca è stato nuovamente ricollocato, nel quartiere di Carignano, proprio di fronte a quel porto che il marchese contribuì a far diventare importante nel mondo.
Molto particolare e apparentemente slegata alla storia della città, la statua del Mahatma Gandhi, al Porto Antico. Donata a Genova dall’India, la statua è poco lontana dalla Chiesa dei Condannati. Era la chiesa in cui, già nel Medioevo, il parroco aveva il compito di dare l’ultima benedizione ai condannati a morte. Venivano giustiziati nell’area del Mandraccio, lì vicina. Forse per questo suo triste passato, proprio di fronte alla chiesa, è stata posta la statua del Mahatma, come simbolo di vita e pace fra tutti i popoli della terra.
Per completare il nostro trekking urbano tra i monumenti genovesi, proprio in questo 2021, sono state inaugurate due preziose statue, per valore storico e simbolico: Niccolò Paganini e Giorgio Parodi.
Di Paganini non occorre dire molto: è il più grande violinista della storia. Nato a Genova, nel 1782, ancora oggi la sua figura è circondata da leggende legate al suo prodigioso genio ed al famoso “patto col diavolo”. Un accordo da lui siglato per ottenere la fama e l’abilità necessaria per suonare il violino, lo Stradivari, contribuendo così a mitizzare la sua figura. A causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la casa andò perduta e la sua memoria venne, in parte, smarrita.
Grazie alla donazione di Domenico Pallavicino, che ancora si fregia del titolo di “principe”, proprio alcuni mesi fa è stata inaugurata la statua del grande musicista. Si trova davanti al teatro Carlo Felice dove il grande violinista suonò l’ultima volta, nel 1834, in occasione di un concerto per i poveri della città. Una rappresentazione particolare di Paganini. Elettrico, rock, dinamico, col suono che sembra uscire dal violino, che si aggancia sotto il mento, e fa diventare lo strumento parte del corpo stesso.
Ed infine Giorgio Parodi, grande imprenditore italiano, morto a Genova nel 1955. Parodi fu aviatore, militare e industriale, oltreché veterano della Prima Guerra Mondiale. Combatté anche durante la Guerra d’Etiopia e la Seconda Guerra Mondiale, venendo decorato con cinque medaglie d’argento e una di bronzo al valor militare.
Ma fu soprattutto il fondatore della “Società Anonima Moto Guzzi” nata, a Genova, il 15 marzo 1921. Ancora oggi, la moto che porta nel mondo il marchio con l’aquila ad ali spiegate, è una incredibile storia di imprenditorialità italiana.
Nel centenario della fondazione, Genova ha celebrato la figura di Giorgio Parodi, dedicandogli un raffinato monumento sul belvedere che domina Piazza Vittoria.
Non ci rimane quindi che partire nella inusuale scoperta dei simboli di questa straordinaria città.