Ormai manca pochissimo al Natale e le famiglie, fra non molto, si riuniranno per celebrare la nascita del Signore. Di sicuro saranno preparati diversi menù succulenti e di certo non mancheranno nelle tavole degli italiani i dolci tradizionali, tipici di ogni regione. Facciamo un breve elenco di queste prelibatezze della nostra Nazione.
In Trentino-Alto Adige nel sud del Tirolo è usanza lo Zelten (dal tedesco selten che significa raramente), proprio perché si prepara una volta l’anno per il Natale. È una torta con frutta secca, uvetta, cannella e canditi.
In Valle d’Aosta sono famose le tegole valdostane, che sono biscotti friabili semplici e croccanti tipici del luogo.
In Friuli-Venezia Giulia è tipica la Gubana, dalla forma a chiocciola cotta al forno, oggi presenta alcune varianti con frutta secca. Il dolce tradizionale è a base di pasta dolce lievitata con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa o vino liquoroso, scorza grattugiata di limone.
In Liguria una ricetta semplice e e casereccia è il classico Pandolce, una soffice focaccia ripiena di canditi e uvetta. Un’antica usanza vuole che il più giovane a tavola toglie il ramoscello d’ulivo posto sul pandolce mentre il più anziano taglia il dolce e lo distribuisce ai commensali presenti.
In Lombardia precisamente nel bresciano è famoso il Bossolà (che significa serpente attorcigliato), simbolo portafortuna nel territorio. Il dolce è una ciambella soffice e vaporosa dal piacevole aroma agrumato.
In Piemonte si prepara il Tronchetto di Natale, si ispira a una leggenda antica, bruciare nel camino un grosso ceppo considerato di buon auspicio per il nuovo anno. Il dolce invece è ricoperto da cioccolato e ripieno di panna, castagne e brandy, una delizia per il palato.
Il Veneto è la patria del celebre Pandoro, la nascita ufficiale avvenne il 14 ottobre 1884, quando Domenico Melegatti depositò il brevetto di questo dolce, ormai famoso in tutto il mondo. È caratterizzato da un impasto morbido e dallo stampo di cottura con forma di stella troncoconica a
otto punte, opera dell’artista Dall’Oca Bianca, pittore impressionista.
In Emilia-Romagna si prepara il Panone di Natale di Bologna con mostarda di mele cotogne, fichi secchi, cioccolato e miele.
In Toscana fa da padrone il Panforte, risalente all’anno Mille e all’epoca veniva chiamato Pane Natalizio. Realizzato con ripieno di frutta candita, mandorle e spezie.
Nel Lazio si prepara il Pangiallo, il nome deriva dalla colorazione gialla della crosta durante la cottura al forno. Si prepara di solito durante l’arrivo dell’inverno il 21 dicembre per augurare tempi soleggiati come il colore del dolce ricorda. È un impasto composto da farina, frutta secca, miele e cedro candito che poi viene spennellato con tuorli d’uovo.
In Umbria è tradizione il Torciglione, così chiamato per via della sua forma attorcigliata. Il valore simbolico del dolce emerge dalla guarnizione fatta di pinoli o mandorle e da due ciliegine candite messe nella punta che rappresentano gli occhi infuocati del tentatore.
Nelle Marche è famosa la pizza di Natale, un pane dolce che affonda le sue origini nella tradizione contadina. Gli ingredienti sono pasta di pane, olio di oliva, nocciole, noci, mandorle, uvetta, fichi secchi, scorze di arance e limoni. Alcune varianti oggi con cioccolato tritato o cacao in polvere.
In Abruzzo, c’è il classico e gustoso Parrozzo (pane rozzo),elogiato da Gabriele D’Annunzio. Una sorta di pagnotta rustica e farina di granoturco. Attualmente l’impasto è sempre di granoturco in aggiunta di mandorle, dolci e amare, e arricchito da una copertura di finissimo cioccolato fondente.
In Molise sono famosi i Caragnoli, dolci riconosciuti da Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e si preparano per le festività Natalizie e di Carnevale. Sono dolci a forma di elica preparati con farina, uova e olio, poi fritti e ricoperti di miele.
In Puglia si preparano le Cartellate, la forma rappresenta l’aureola o le fasce che avvolgono nella culla il Bambino Gesù, ma ance la corona di spine durante la crocifissione. Sono sottili sfoglie di pasta ottenuta con farina, olio e vino bianco, lavorate a forma di rosa, fritte in abbondante olio e guarnite con miele o mosto.
In Campania ci sono i prelibati Struffoli, palline di pasta dolce, fritte e poi intinte nel miele, decorate con confettini colorati e frutta candita.
In Basilicata vi sono i tradizionali Calzoncelli, tegolini di pasta sfoglia realizzati con la farina di grano, chiusi a fagottino e ripieni di crema di castagne o ceci. Dopo averli fritti, si coprono con dello zucchero a velo oppure con del miele. In alternativa, possono essere cotti al forno.
In Calabria si preparano i Cannarituli (in dialetto cannarutìe e cannarutu, corrispondenti alle espressioni italiane di golosità e goloso), il termine deriva da cannolo o canna l’utensile che serve per avvolgere la pasta. Sono dolci a forma di piccoli cannoli decorati con il miele d’api.