Il sesto turno della fase a gironi della Champions League era indissolubilmente legato, per le nostre italiane impegnate nella competizione, alle speranze di passaggio del turno. Per alcune era di vitale importanza vincere tenendo l’orecchio, come si diceva un tempo, incollato sugli altri campi interessati pregando per un risultato favorevole. Per altre ancora l’approdo al passaggio del turno era già cosa sicura, senza ancora sapere come primo o secondo.
Per quest’ultimo dilemma l’Inter non è riuscita nell’impresa di espugnare il Santiago Bernabeu, dopo aver disputato una partita quasi ad armi pari con gli avversari. Le varie occasioni da gol hanno confermato che i ragazzi di Inzaghi non sono scesi in campo con timore reverenziale. Anzi, il contrario.
Nonostante ciò, Handanovic nulla ha potuto sul diagonale di Toni Kroos, perfetto e preciso all’angolo basso alla sinistra del portiere; e nemmeno contro la prodezza di Asensio che con un tiro a giro prende prima l’incrocio dei pali alla destra del portiere, la sfera schizza lungo la linea di porta per poi andare sbattere contro l’altro palo ed insaccarsi per il raddoppio.
In questo caso si potrebbe parlare di ‘gol del mercoledì’, parafrasando una vecchia espressione ‘gol della domenica’. Peccato solamente anche l’espulsione, ingenua aggiungiamo, di Niccolò Barella. La sconfitta, come detto, non rovina i piani di passaggio del turno e permette ad una metà della città di Milano, almeno, di sorridere proprio nel giorno di Sant’Ambrogio.
Infatti, l’altra parte di Milano che non sorride è rappresentata dai colori rossoneri. Il Milan doveva vincere contro il Liverpool e le premesse c’erano tutte dopo aver conquistato i tre punti quindici giorni fa a Madrid, grazie alla rete di Messias.
Un Messias che sembra illudere i propri tifosi: infatti grazie al suo tiro, su calcio d’angolo al 27° del primo tempo, costringe il portiere avversario ad una corta respinta in cui Kessié è più lesto di tutti nel buttarla in rete. Abbiamo parlato d’illusione, si. Perché il vantaggio dura solo al 35° minuto a causa del pareggio di Salah. I ragazzi di Pioli accusano il colpo e in realtà non si riprendono, subendo nel secondo tempo il raddoppio. Con il 2 a 1 subito, la squadra rossonera perde ogni speranza, appunto, di poter compiere l’impresa di passare il turno. Però bisogna dirlo: quest’anno la Champions per il Milan è stata molto stregata.
Serata stregata anche per L’Atalantata che, perdendo per 3 a 2 in casa, si qualifica, per così dire, agli spareggi di febbraio valevoli per l’Europa League. Eppure, i bergamaschi hanno giocato benissimo, prendendo pali, traverse ed incroci dei pali ma nulla. Già dal quinto minuto del primo tempo erano sotto a causa della rete di Groneveld, poi il raddoppio di Capoue ed infine il terzo gol firmato ancora una da Groneveld, che avrebbe dovuto chiudere ogni speranza. I ragazzi di Gasperini, che hanno giocato ieri a causa del rinvio per neve, non si sono demoralizzati. Le reti di Malinovski e Zapata hanno dimostrato che gli atalantini avrebbero meritato sorte migliore, soprattutto dopo il mastodontico palo di Muriel.
La Juve, invece, passa e addirittura per prima nel proprio girone, nonostante le quattro sberle che aveva subito dal Chelsea, campione d’Europa in carica, quindici giorni fa. Vince per 1 a 0, grazie al primo gol in questa competizione di Moises Keane, servito al bacio da Bernardeschi: un cross di esterno sinistro dalla fascia destra.
Il gol del vantaggio è arrivato i primi minuti di gioco e per tutto il resto del match i bianconeri avrebbero potuto segnare più volte: con lo stesso Keane e Cuadrado. Passa al primo posto, dopo che il Chelsea si è fatto bloccare dallo Zenit di San Pietroburgo sul 3 a 3.