L’America non è mai stata innocente. Abbiamo perso la verginità sulla nave e ci siamo guardati indietro senza alcun rimpianto. Non si può ascrivere la nostra caduta dalla grazia ad alcuno singolo evento o insieme di circostanze. Non è possibile perdere ciò che non si ha fin dall’inizio.
A cavallo fra gli anni 50 e 60 del XX Secolo gli Stati Uniti sono dominati da un pugno di uomini: Jimmy Hoffa, presidente del potente sindacato degli autotrasportatori (International Brotherhood of Teamsters); J. Edgar Hoover, capo dell’FBI; Howard Hughes, magnate, editore, miliardario, afflitto da latenti ossessioni; i fratelli John e Robert Kennedy due astri nascenti del Partito Democratico decisi a scalare i vertici del potere.
Nell’ombra – ma non troppo – si muovono le grandi famiglie mafiose del paese, i cui capi, tra cui Sam Giancana, Santo Trafficante e Carlos Marcello, spadroneggiano dalla Costa Ovest a quella dell’Est.
È un ‘America violenta quella del Secolo Scorso.
È un’America la cui storia ufficiale nasconde una serie di trame e sottotrame scomode e troppo scottanti per essere rivelate.
L’America felice e spensierata dipinta dalla Hollywood degli anni 50 è solo una gigantesca bugia.
Dietro lo smagliante sorriso di John Kennedy c’è una storia non ufficiale non ancora conosciuta.
Una storia demolita, maciullata, smembrata per poi essere ricostruita dal romanzo American Tabloid (Mondadori 1995) di james Ellory.
Con la sua scrittura frenetica, dura, spietata, composta di frasi telegrafiche che afferrano il lettore e lo scuotono nel suo animo più profondo, Ellory distrugge l’immagine storica di ciascun protagonista della storia americana per restituircene la vera essenza.
A farne le spese è innanzitutto John Fitzgerald Kennedy, il cui dipinto è assolutamente impietoso: un politico molto meno intelligente ed acuto di quello che crede di essere, fedifrago impenitente e disposto a compromessi con chiunque (compresa la mafia) per divenire presidente.
Come ha già dimostrato in altri romanzi, come per esempio L.A. Condifential e Dalia Nera, Ellory costruisce una solidissima trama narrativa, fatti di intricati e complicati intrecci, in cui si muovono personaggi reali e di fantasia.
Il romanzo di Ellroy, con evidenti pretese di veridicità, racconta tutto quello che la storiografia ufficiale non svelerà mai.
Ma chi sono i protagonisti di questa storia.
Lo scrive lo stesso Ellory: Erano sbirri corrotti e artisti del ricatto. Erano intercettatori, soldati di fortuna e cabarettisti froci. Se un solo istante delle loro esistenze avesse imboccato un percorso diverso, la storia americana come la conosciamo non sarebbe mai esistita.
Loro non sono altro che semplici pedine che affrontano un gioco più grande di loro.
I protagonisti del romanzo: Pete Bondurant, Kemper Boyd, Ward Littell, per quanto carismatici, altro non sono che dei burattini nelle mani dei veri padroni della storia americana.
Il romanzo percorre la storia degli Stati Uniti nel periodo dal 1959 al 22 novembre 1963, attraverso le ingloriose gesta di personaggi fittizi e reali.
Un periodo ricco di avvenimenti, dalla Rivoluzione Cubana all’ascesa della famiglia Kennedy, che sono lo scenario in cui la storia si sviluppa e prende forma (sino a raggiungere il finale nella Dealey Plaza di Dallas), quando il cranio di Kennedy esplode dopo essere stato preso a fucilate.
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