Un piccolo viaggio nel genere tanto amato dai lettori di ogni età
L’improvvisa scomparsa di Wilbur Smith non ci esula dal parlare ancora di lui. Dopo l’articolo doveroso, firmato dal nostro Luigi Spetrillo, oggi ci troviamo ancora a dedicargli, indirettamente, questo appuntamento canonico di ‘Angolo Letterario’. No, non parleremo di uno dei suoi romanzi, semmai affronteremo un breve viaggio nel genere in cui si è specializzato regalando, ai lettori di tutto il mondo, storie irripetibili e che hanno catturato l’attenzione di molti.
Non stileremo una classifica, perché nessuna opera deve essere ritenuta meglio di un’altra, anche se non viene menzionata per una semplice dimenticanza. Ricorderemo, semmai, i titoli e gli autori più importanti che hanno dato tanto a questo genere letterario. Certo, ci sarebbe da ricordare il primo romanzo in assoluto. Alcuni, in questo contesto, lo indicano nel capolavoro di Omero, ‘L’Odissea’.
È vero, l’abbiamo tutti studiata quando eravamo a scuola e alle volte ci sembrava pesante, a causa del suo idioma antico ma sopraffino. Potremmo credere, addirittura, che il genere avventura sia nato in quel momento con quell’opera. Ma forse esageriamo perché nel tempo, per non dire secoli, di grandi autori e grandi opere si sono avvicendate non solo per rappresentare, al meglio, questo genere, ma per consolidarlo nei confronti degli appassionati ed essere, in tutto e per tutto, il settore letterario che oggi conosciamo. Ufficialmente si afferma che il genere è nato nel XVIII secolo.
La lista dei titoli è molto lunga e chissà che potrebbe servire anche a qualcuno di voi, perché no, per qualche regalo da mettere sotto l’albero per voi stessi o per qualche persona a voi cara. Rimanendo nell’orbita di Smith ci sarebbe da menzionare Clive Cussler, con il suo romanzo ‘L’oro dell’inca’, l’episodio numero 12 della saga del personaggio Dirk Pitt. Ma lo scrittore americano, scomparso l’anno scorso e che il 15 luglio del 2021 avrebbe compiuto novanta anni, si annovera facilmente ad altri grandi autori.
E che dire di un classico dei classici, come quelli firmati da Jack London, con il suo ‘Il richiamo della foresta’ e Alexandre Dumas con il leggendario ‘I Tre moschettieri’? Nonostante si parla di romanzi di avventura si commetterebbe ugualmente un delitto se si dimentica di Robert Louis Stevenson con la sua ‘Isola del tesoro’. Anche ‘Moby Dick’, di Herman Melville non può rimanere in disparte. Non scherza neanche Mark Twain con ‘Le avventure di Tom Sawyer’.
Ma quando si pensa al genere al genere avventura, generalmente, si pensa sempre ad un’atmosfera sempre positiva, viva, lucente e, soprattutto piena di speranza. Invece, Joseph Conrad, nel 1899 con il suo ‘Cuore di Tenebra’, sembra aver invertito questa tendenza, con quel personaggio che si rifugia nella giungla per scappare da sé stesso. Un romanzo d’avventura che sfocia nell’oscurità dell’animo umano.
Non si può terminare questa piccolissima carrellata di titoli con un autore e i suoi romanzi che abbiamo già affrontato in estate. Uno scrittore, italiano, che nonostante non si fosse mai recato, in prima persona, nelle varie ambientazioni dei suoi romanzi, le sue descrizioni lasciano pensare tutto il contrario: Emilio Salgari.
Il suo stile di scrittura, oltre che ricordare i suoi titoli, rappresenta ancora oggi un vero e proprio modello per chiunque, non solo avesse voglia di leggere storie avvincenti, ma anche per chi, nel suo piccolo, nutre la voglia di tentare di scrivere e pubblicare un romanzo. Uno scrittore, dunque, da tenere ben presente e non sottovalutarlo come è accaduto in passato.
Questa considerazione ci permette anche di esprimere un ulteriore giudizio che, si spera, ci porta ad abbattere il pregiudizio che ruota intorno al genere avventura. Per nella maggior parte dei casi non sempre queste opere vengono ritenute alta letteratura. Non c’è cosa più sbagliata di questo pensiero e, se ci fate caso, giudizi di questo tipo, sono sempre stati mossi verso qualsiasi altro settore della letteratura considerato ‘non di alto livello’.
E’ pur vero che bisogna saper distinguere, all’interno di qualsiasi genere, opere che hanno valore rispetto ad altre; ma denigrare un settore a priori non ha fatto, sia direttamente che indirettamente, cultura. Anzi al contrario.
In sostanza non abbiamo menzionato ad altri romanzi, altri autori. Ci siamo solamente limitati a soffermarci su quelli che ormai si sono consolidati nel tempo come classici. Libri che rimarranno sempre come punti di riferimento, per chiunque avesse voglia di approcciare a questo tipo di lettura. Ciò non esclude, anche da parte nostra, la scoperta, non tanto di autori, quanto di altri romanzi rimasti nel dimenticatoio e che forse meritavano maggior attenzione non solo da parte del pubblico.
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