Smart city (la città intelligente) è sinonimo di una pianificazione cittadina caratterizzata da ambienti urbani moderni, processi ottimizzati con sistemi di trasporto intermodali, reti energetiche autosufficienti, quartieri puliti e sicuri con servizi ben integrati. Una metropoli in grado di garantire un’alta qualità di vita e un ampio uso di tecnologie.
Le smart city, quindi, utilizzando un’infrastruttura digitale, risultano più efficienti nel ridurre i consumi energetici, ottimizzare la raccolta rifiuti, migliorare il trasporto pubblico, ridurre il degrado urbano e l’inquinamento.
Smart city è anche sinonimo di un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, in grado di velocizzare le procedure burocratiche, migliorare il welfare cittadino, sviluppare sinergie tra i vari attori istituzionali e privati, garantire spazi pubblici più sicuri e soddisfare le esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Le tecnologie abilitanti passano dall’Internet of Things (IoT) all’Intelligenza Artificiale, dai Big Data al 5G. Si tratta di tecnologie che costituiscono una articolata rete intelligente di oggetti e macchine interconnesse che trasmettono dati, utilizzando tecnologia wireless e il cloud.
Attraverso queste reti intelligenti è possibile effettuare, per esempio, il monitoraggio delle linee elettriche e la loro distribuzione, per gestire al meglio le forniture. I sensori della linea di alimentazione possono notificare, alle utenze, le interruzioni in tempo reale oltre ad aiutare le persone a gestire il proprio consumo energetico in maniera più efficiente. Ma tali reti possono anche abilitare i servizi di sharing mobility che rendono disponibili, per esempio, le auto elettriche, i parcheggi o i luoghi in cui poter effettuare la ricarica.
Una rete di sensori e dispositivi IoT raccolgono e analizzano i dati della città. Viene monitorata la qualità dell’aria e la rete idrica, il traffico e lo stato delle strade in modo da gestirne la manutenzione da remoto. Sempre attraverso i sensori e l’analisi avanzata dei dati è possibile garantire una gestione efficiente degli edifici, che si traduce in risparmio energetico, controllo della temperatura e manutenzione predittiva.
Questo modello di città porta, in sintesi, ad alcuni vantaggi importanti: una diffusa sicurezza, la possibilità di un dialogo diretto con la pubblica amministrazione, una gestione sostenibile dell’ambiente, una migliore fruizione dei servizi di mobilità e quindi una ottimizzazione dei tempi di spostamento e di attesa.
Tra le tecnologie a più alto impatto, per questo genere di servizi, abbiamo anche la blockchain. Questa soluzione possiede il potenziale e la capacità di migliorare la trasparenza delle istituzioni, oltre a semplificare la comunicazione dei dati sensibili e garantire la sicurezza e la privacy. Questo proprio grazie alle caratteristiche intrinseche di tale tecnologia.
Si tratta infatti di un registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. In altre parole, il suo contenuto, una volta scritto, non è più né modificabile né eliminabile.
La blockchain è, pertanto, considerata un’alternativa, in termini di sicurezza, affidabilità, trasparenza e costi, rispetto alle banche dati gestiti in maniera centralizzata.
Da questo punto di vista, il connubio tra innovazione e sicurezza ricoprirà sempre più un ruolo centrale. Infatti quando si parla di smart city ci si riferisce anche a connessioni che possono essere definite come “essenziali” e che devono, quindi, essere adeguatamente protette da attacchi informatici malevoli.
Ogni anno la Business School dell’Università di Navarra stila la classifica delle migliori smart city a livello mondiale. L’indice annuale analizza il livello di sviluppo di 174 città del mondo prendendo in considerazione nove “dimensioni” considerate fondamentali per definire una città intelligente e sostenibile. Questi indici riguardano l’economia, l’ambiente, la governance, il capitale umano, la proiezione internazionale, la mobilità e i trasporti, la coesione sociale, la tecnologia e la pianificazione urbana.
Per il 2020 Londra è stata, ancora una volta, dichiarata la città più intelligente del mondo, seguita da New York e Parigi.
Le città italiane nella classifica risultano essere rispettivamente: Milano (42° posto) seguita da Roma (67°posto), Firenze (97°posto), Torino (105° posto) e Napoli (119° posto).
È interessante notare come, per quanto riguarda la mobilità sostenibile, si sia registrato un aumento costante negli ultimi anni. In particolare, negli ultimi quattro anni, è triplicata la presenza, in Italia, di auto elettriche ed ibride.
Si registra anche un aumento della cosiddetta “mobilità lenta” che riguarda lo spostamento a mezzo biciclette, monopattini o mobilità pedonale. Le piste ciclabili sono aumentate, nel nostro Paese, del 22% dal 2014, mentre le aree pedonali hanno registrato un incremento del’8%.
Con l’arrivo della pandemia, il concetto di smart city è stato in parte ripensato. La ricerca di una maggiore densità di popolazione ha lasciato spazio alle distanze sociali. Oggi va rivitalizzato il trasporto pubblico, perché considerato meno sicuro dei veicoli privati, mentre l’interazione sociale nelle piazze e in altri spazi comuni tende ad essere ridotta al minimo.
La crisi del COVID ha dimostrato, anche, che il design urbano intelligente deve concentrarsi sulla qualità della vita delle persone, creando un modello “human-centered”, che supera ed innova il concetto stesso di smart city.
La chiave per la realizzazione di una smart city moderna consiste, quindi, nell’adozione di pratiche sostenibili dal punto di vista economico, energetico, ambientale e sociale. Questo implica una cooperazione forte tra territorio, cittadini e pubblica amministrazione.
Si tratta di implementare la cosiddetta “innovazione armonica” che persegua una visione più inclusiva e proattiva, tramite l’integrazione di processi e strumenti che garantiscono il benessere, l’efficienza e la sostenibilità dell’intera comunità.
In altre parole, un’alleanza partecipativa che permette a ogni cittadino di vivere, in prima persona, gli spazi urbani valorizzando le risorse naturali, gli strumenti digitali e le proprie capacità intellettuali.