Ha finalmente aperto al pubblico, con un anno di ritardo dovuto alla pandemia, l’Expo Dubai 2020. Si tratta della più grande Esposizione Universale che, per la prima volta, si svolge nell’area ME.NA.SA (Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale). L’area sarà visitabile per circa sei mesi, dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022. Il percorso è lungo 192 padiglioni, ognuno legato a un Paese diverso, in un sito che si estende per circa 4 km quadrati, ovvero 600 campi da calcio.
L’evento è stato anticipato da una spettacolare cerimonia di apertura, creata da Franco Dragone, regista e direttore teatrale italiano, che ha visto tra gli ospiti anche Andrea Bocelli, come simbolo dell’Italia nel mondo.
Il piccolo emirato è pronto ad accogliere fino a 20 milioni di visitatori. Il suo sovrano si è dichiarato orgoglioso di accogliere i rappresentanti dei 192 Paesi, per un evento che vuole tracciare la via per la soluzione delle sfide globali della nostra epoca, attraverso un alto livello di cooperazione internazionale e con una operazione non solo di innovazione tecnologica, ma di cambio di prospettiva culturale.
Il tema centrale di Expo Dubai 2020 è infatti “Connecting Minds, Creating the Future” (Connettere le Menti, Creare il Futuro). Un percorso ideale sfidante che lega le esposizioni di tutti i Paesi che prendono parte all’evento.
Ci sono, poi, alcuni temi secondari, ossia: Opportunità, Mobilità e Sostenibilità. Ciascuno di questi è ancorato a un padiglione tematico: Missione possibile (distretto Opportunità), Alif (Mobilità) e Terra (Sostenibilità), di cui fa parte anche il Padiglione Italia.
Facciamo un breve tour tra le installazioni più belle di questo Expo.
Premiato come miglior progetto imprenditoriale, durante i prestigiosi Construction Innovation Awards negli Emirati Arabi Uniti, il Padiglione Italia stupisce subito per creatività e innovazione. Il tema è “Beauty connects People” (La Bellezza unisce le Persone). I contenuti culturali, proposti all’interno del Padiglione, non sono riconducibili esclusivamente al mondo dell’arte, dei musei e delle gallerie, ma costituiscono anche un “racconto sociale di saper fare, di immaginazione e di proiezione verso il futuro”.
Il progetto è firmato da Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, e comprende un’area di circa 3.500 mq. La struttura è fortemente connotata dalla caratteristica copertura costituita da tre grandi “scafi” che evocano il viaggio e la nostra cultura marinara. Il Padiglione è realizzato con il contributo di aziende italiane che sono state chiamate a fornire le migliori componenti costruttive, impiantistiche, tecnologiche e scenografiche, capaci di dimostrare le competenze più innovative impegnate oggi nella sostenibilità, nell’economia circolare e nell’architettura digitale.
Con lo slogan “Slovenia. Green and Smart Experience”, il padiglione sloveno pone l’accento invece sull’indole sostenibile, moderna e creativa del Paese. L’esposizione si concentra sull’interazione unica di natura incontaminata, conoscenza, innovazione ed economia pioneristica.
Il padiglione sloveno si trova in una ottima posizione, vicino a uno degli ingressi del sito espositivo. Attira immediatamente l’attenzione con il suo esterno riconoscibile, con una facciata verde costituita da ben 45.000 piantine e un tetto in legno realizzato interamente con essenze slovene. Il padiglione, dal design sostenibile, accoglie i visitatori attraverso un fresco percorso d’acqua, che circonda la struttura, e da una serie di innovative installazioni attraverso tutti e tre i piani dell’edificio.
Altro padiglione, considerato tra i padiglioni più belli di Expo, spicca quello del Giappone. Il design della facciata tridimensionale si ispira alle forme degli origami. Combina infatti i modelli tradizionali di arabeschi e asanoha (motivi a rombi affiancati), rappresentando una lunga storia di connessioni tra la cultura giapponese e quella mediorientale.
In linea con le tematiche legate alla sostenibilità, il sistema di raffreddamento del padiglione incorpora tecniche ecocompatibili, ispirate alle tradizioni di entrambe le culture. Il materiale sottile della facciata, che ricorda la carta giapponese, protegge il padiglione dalla luce solare diretta. Un sottile specchio d’acqua, davanti all’edificio, aiuta a raffreddare l’area.
Sorge invece nel distretto delle “Opportunità” il Padiglione d’Israele, assoluta novità di questo Expo. Si presenta come una “tenda aperta”, un edificio interamente trasparente progettato con l’intento di creare un’illusione ottica di assenza di pareti. Simboleggia una società aperta e ospitale, crocevia di culture millenarie. Il pavimento è di color sabbia, per simulare il deserto che unisce i Paesi in Medio Oriente. In alto, campeggia la frase “Verso il domani”, scritta in Aravrit, lingua che mescola arabo ed ebraico.
Situato nel distretto della “Mobilità”, il padiglione russo mostra le tecnologie all’avanguardia di questo Paese, concentrandosi sulla domanda di come trovare il nostro spazio identitario in un mondo interconnesso e in che modo possiamo capirci meglio, nonostante le differenze culturali. L’edificio è strettamente avvolto da luci metalliche multicolori, che simboleggiano appunto diversità e, al tempo stesso, aggregazione. L’interno riprende invece il concetto delle famose bambole in legno russe, le matrioske. Il design è infatti modellato su un concetto simile, con un piccolo ingresso che conduce a uno spazio molto più ampio. I visitatori entreranno in un piccolo vano di sette metri e, via via, si sposteranno in aree sempre più grandi, col doppio dello spazio.
Obiettivo dello scenografico Padiglione USA è invece quello di mostrare una società dinamica, che ha plasmato il mondo moderno in nome della libertà e della prosperità. I visitatori vengono portati in un viaggio attraverso le prime tre mostre principali, tramite una passerella mobile. Le narrazioni delle esibizioni sono legate da uno spettacolo altamente suggestivo dal tema “What moves you? The spirit of mobility” (che cosa ti muove? Lo spirito della mobilità). A fine percorso, Virgin Hyperloop One, mostrerà in anteprima l’esperienza di guida dell’Hyperloop.
Tra i padiglioni più imperdibili c’è, infine, quello cinese, uno dei più grandi dell’esposizione negli Emirati Arabi, con una superficie di 4.636 metri quadrati. Il tema dell’esposizione è in questo caso “Constructing the Community of Human Destiny – innovation and opportunity” (Costruire la Comunità del Destino Umano: innovazione e opportunità). La Cina qui mette in mostra gli ultimi traguardi raggiunti nei settori dell’informatica, dei trasporti, dell’intelligenza artificiale, dello smart living e dell’esplorazione spaziale.