Prima o poi doveva arrivare: la sconfitta. Era ed è inevitabile. Forse è giunta nel momento migliore? Capita sempre così. Ma in che modo? Per sfortuna o ingenuità pagate a caro prezzo. Entrambe le cose. D’altronde con la Spagna, durante la semifinale degli Europei, ha girato tutto a favore nostro. Non che in quella sera di luglio non meritavamo di andare in Finale, il cammino degli azzurri verso Wembley era stato ineccepibile; ma alle volte le serate storte non si possono evitare.
Dopo trentasette risultati utili consecutivi l’Italia, Campione d’Europa in carica, cade in casa contro la Spagna in un’altra semifinale, quella di Nations League. Molti sé e molti ma affollano i nostri discorsi, i nostri commenti: sé Bastoni avesse preso il pallone per Ferran Torres? Se Insigne avesse segnato il pari? E Se Bonucci non si fosse fatto espellere, la partita sarebbe ugualmente terminata 2 a 1 per i ragazzi di Luis Enrique? Chi lo sa.
Di sicuro il campo ha detto comunque molte cose: che alcuni giocatori devono ancora farsi le ossa, che altri sono stati un po’ deludenti come lo stesso Insigne, Verratti e Jorginho; il campo ha anche confermato lo strapotere di Chiesa, se non uno ma il miglior giocatore italiano al momento. Il giocatore che negli ultimi minuti ha propiziato il gol di Lorenzo Pellegrini che ha riaperto il match.
Il rammarico nella truppa azzurra è evidente e non c’è nemmeno bisogno per ripeterlo. Ma sussiste una nota molto positiva, da tenere presente sulla Nostra Nazionale: l’orgoglio non è mai venuto meno, la voglia di aggiustare il match, nonostante l’inferiorità numerica, è diventato un mantra dal momento in cui Bonucci non era più sul campo.
Di certo gli spagnoli avevano il dente avvelenato dopo il 6 luglio, ed era credere logico che fosse così. Ferran Torres è stata la vera spina nel fianco della nostra difesa fin da primi minuti di gioco, supportato dai suoi compagni di squadra e da quel palleggio insistente che ha reso grande le ‘Furie Rosse’ nel recente passato. Da segnalare anche la buona prova del diciassettenne Gavi anche in termini di personalità. Ne sentiremo parlare molto in futuro.
L’unica nota stonata della serata, a parte la sconfitta s’intende, sono stati i fischi al portiere della Nazionale Donnarumma. Ovviamente in questa sede non si vuole entrare in merito alle questioni tra il giocatore ed i suoi ex tifosi, ma fischiarlo con la maglia della Nazionale non è stata proprio una scelta saggia, per non parlare dei fischi all’inno nazionale spagnolo.
In apertura di articolo abbiamo detto che in fondo prima o poi doveva arrivare la prima sconfitta, dopo trentasette risultati utili consecutivi. Forse era già nell’aria o forse ieri è stata solamente una serata storta. Ciò non cambia quanto fatto e mostrato fino adesso. Siamo comunque in Campioni d’Europa, ma era anche chiaro che qualcosa in mezzo al campo dovrebbe in realtà cambiare.
Senza fare troppe polemiche, la scelta di giocare con il cosiddetto ‘falso nueve’ è risaputa da tempo, rivelandosi anche la migliore visto che alla fine abbiamo riportato l’Europeo dopo ben cinquantatre anni dall’ultima volta che lo conquistammo.
Il punto, forse, era rinnovare questa strategia con Kean dal primo minuto visto che i tre attaccanti di movimento, per il ruolo tipico del centravanti, appaiono troppo ‘leggeri’ per quel ruolo. Insigne, dal punto di vista fisico, Chiesa è talmente imprevedibile che non lo si può ingabbiare in movimenti fissi, mentre Bernardeschi è più trequartista.
Kean o anche Raspadori, ma a quel punto sarebbe stato come Insigne, sarebbe stata la soluzione più adatta contro la difesa fisica della Spagna fin dal primo minuto di gioco. D’altronde non siamo esperti di calcio, questa è solo la nostra impressione e sensazione.
Ora come ora, passata in malo modo la Nations League anche se c’è da onorare la finale del 3° posto domenica pomeriggio, bisogna avere la testa al Mondiale di Qatar 2022, perché in fondo un altro miracolo italiano è ancora possibile.