Poche cose indicano la marginalità della capitale nella vita quotidiana del nostro Paese come il modo, insieme faticoso e dimesso, con il quale giornali e televisioni parlano di Roma. Nessuna notizia di grandi eventi, di vere inaugurazioni, di restauri o riaperture. Semmai qualche notizia dei mucchi di immondizia su cui banchettano i gabbiani, dei gruppi di cinghiali che terrorizzano i pedoni, delle strade sconnesse o dei ponti che prendono fuoco.
Da molto tempo, o forse da sempre, Roma non è percepita dagli Italiani, e dal resto del mondo, come la vera capitale italiana. Si tratta di un sentimento antico a cui, senza dubbio, ha contribuito l’eterna rivale, Milano. Una città, quest’ultima, che non ha mai voluto soppiantare Roma come centro del potere ma che, comunque, è stata, ed è, la principale protagonista della vita economica e culturale del nostro Paese.
Nell’alimentare lo scarso amore degli italiani per la capitale, ancora di più ha contato la diffusa sensazione che la nostra vera identità collettiva si trovi altrove. Ovvero nelle tante province, nei borghi, nelle reti orizzontali di solidarietà e di scambio (economico, culturale, sociale). È questa l’immagine dell’Italia rappresentata tante volte dal Censis, ma anche quella delle «cento città» descritta, nell’Ottocento, da Carlo Cattaneo.
In questo periodo delicato, caratterizzato da una maggiore introspezione di noi stessi, siamo costretti a passare molte più ore a casa, alla ricerca di spazi meno affollati e più intimi. E’ così che il nostro Paese, per la sua particolare storia e conformazione, si offre ad assecondare, ancora di più, questa ricerca del piccolo e del luogo particolare.
Oggi, nel mondo, l’Italia diventa particolarmente attraente come il Paese dove è possibile scoprire, e riscoprire, luoghi di fascino assoluto.
Proprio in questi giorni, il quotidiano britannico ‘The Guardian’, ha raccontato le migliori “piccole città” d’Italia per suggerire, ai suoi lettori, luoghi di turismo alternativo (alla folla). E ancora di più la nostra capitale si allontana dall’immaginario collettivo, come città rappresentativa dell’Italia.
La rassegna inizia con Polignano a Mare, celebre cittadina in provincia di Bari, conosciuta per aver ispirato la canzone “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno. La magia del suo centro storico e delle sue stradine è resa unica dalle sue tante balconate a strapiombo sulla scogliera e dal suo mare blu cristallino.
Salendo più a nord eccoci a Lucca, considerato il “gioiello nascosto nella corona toscana”. I mesi autunnali sono il periodo migliore per riscoprire la patria di Giacomo Puccini. Città ospitale, facilmente visitabile a piedi e in bicicletta, con un’eccellente gastronomia e dintorni ricchi di storia e natura. Quel che colpisce, quando la si visita per la prima volta, è il mix equilibrato di epoche e stili di vita. Dalle imponenti mura rinascimentali ai ricchi palazzi settecenteschi dei mercanti di sete, al desiderio di grandi spazi imperiali che identificano il periodo ottocentesco. Fino alla città contemporanea dove nulla stona col percorso della storia.
Terza tappa a Chioggia, una Venezia senza folla e senza alti prezzi. Un luogo di storia millenaria che ha contribuito moltissimo alla difesa della Laguna. Sottomarina è la zona antica del porto dove non è difficile rimanere impressionati dal colpo d’occhio della numerosa flotta di pescherecci, la più grande dell’Adriatico. Nelle giornate più limpide, è possibile ammirare le Dolomiti da una parte e l’Adriatico dall’altra.
Gemma architettonica è invece Vigevano, col suo Castello Sforzesco e i portici mozzafiato di Palazzo Ducale. Basta trascorrere poche ore in questo borgo, per avvertire la vivacità di una cittadina, legata al Ticino, alla sua storia e tradizioni, ma aperta alle novità dell’arte, agli eventi internazionali, alla musica. Un condensato di raffinata provincia italiana. Il tempo rallentato del quotidiano qui si muove sulle spalle di un passato importante ed illustre, firmato dalle opere dei Visconti e degli Sforza e sigillato con le geometrie del Bramante e del genio di Leonardo.
Tornando in Toscana, nella Valtiberina, merita una visita il borgo di Anghiari, famoso per essere stato teatro della battaglia combattuta nel 1440 tra i Fiorentini e i Milanesi e celebrata, ancora oggi, col Palio della Vittoria. Di Anghiari è famosa soprattutto la storia del dipinto di Leonardo, mai ritrovato. I due grandi geni del Rinascimento, Leonardo e Michelangelo, si trovarono, nel 1503, a doversi confrontare direttamente sul terreno della pittura. Ricevettero, infatti, l’incarico di affrescare due grandi pareti, una di fronte all’altra, nel salone del consiglio comunale a Palazzo Vecchio, a Firenze. Entrambi dovevano dipingere due vittorie fiorentine: Leonardo appunto quella di Anghiari, Michelangelo quella di Càscina. I due dipinti dovevano essere alti 7 metri e larghi 17. Michelangelo realizzò solo il cartone preparatorio poi andato perduto, mentre è ancora avvolta nel mistero la realizzazione dell’affresco da parte di Leonardo.
Perfetta per essere visitata in un weekend lungo, è Ravenna. La città, “ultimo soggiorno” di Dante Alighieri, oggi è iscritta dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Antica capitale bizantina, con i suoi mosaici, palazzi, monasteri, strade e basiliche, faceva da sfondo visivo e culturale a Dante, andando ad influire, in maniera decisa, sul suo immaginario visivo e letterario.
Per ammirare invece uno dei più bei tramonti d’Italia, bisogna scendere fino in Sicilia e, più precisamente, a Taormina. Grazie alla sua incantevole posizione sul mare, alle bellezze paesaggistiche e al vasto patrimonio storico, culturale e archeologico, Taormina è una delle località turistiche più famose dell’isola. Qui la tappa d’obbligo è il Teatro Greco. Edificato dai greci nel III secolo a.C. per la spettacolare scenografia, fu poi modificato dai romani. Questi lo trasformarono in un’arena dove avevano luogo combattimenti tra gladiatori e spettacoli di caccia.
Dalla Sicilia alla Sardegna, per visitare Cagliari. Città giovane e vivace, famosa soprattutto per la spiaggia del Poetto, affacciata al Golfo degli Angeli. Sebbene le dune di sabbia bianchissima e i variopinti casotti siano solo un ricordo del passato, l’arenile conserva un notevole fascino, accresciuto dalla presenza del promontorio della Sella del Diavolo, che domina il porticciolo di Marina Piccola.
Le funicolari di Genova e gli ascensori panoramici, connotano universalmente questa città, insieme alla sua Lanterna, uno dei fari più antichi al mondo. Un centro storico medioevale, costellato da grandiosi palazzi, i Rolli, dimore un tempo adatte ad ospitare Papi ed Imperatori. Ed infine il Porto Antico, valorizzato dall’intervento dell’architetto Renzo Piano, con uno spettacolare acquario e tantissime altre attrazioni. Da gustare infine la farinata e le panissette sotto i Portici di Sottoripa.
Il viaggio virtuale di ‘The Guardian’ alla scoperta delle migliori “piccole città” d’Italia si conclude in Friuli, a Udine, città di Giambattista Tiepolo. Grandioso centro rinascimentale, con piazze dal fascino veneziano e antichi palazzi. La salita al colle permette di godere di una meravigliosa vista sui tetti della città, sulle montagne che la circondano e, verso sud, sul mare Adriatico. Oggi Udine è una città aperta alle innovazioni pur legando la sua immagine a osterie autentiche dove si celebra ancora uno dei riti più amati, la degustazione del tajut, un calice di vino da assaporare in un’atmosfera conviviale.