Nel parlare di una nazione in particolare non serve solo raccontare i fatti che tutti conoscono o quanto meno approfondirli. Alle volte basta una piccola storia, un aneddoto per farvi scoprire anche l’anima stessa di un popolo che mostra, da sempre, molte contraddizioni. Un aneddoto i cui personaggi sono gente comune e che forse, in alcune occasioni, ci riconosciamo in loro. Un fatto che è a metà tra la cronaca, la curiosità e tipiche vicende americane. Si è sempre detto che alle volte la comunità può fare molto anche da sola, specie in situazioni spiacevoli dove non sempre il buonsenso o comunque la legge stessa è agevolata nell’applicazione.
La vicenda riguarda un bambino di etnia mista il quale, all’uscita di scuola, a quanto pare, veniva continuamente vessato da alcuni incivili. Usiamo questo termine per non dire altro. Un giorno queste persone, le quali ripetiamo non avevano nessun rapporto con il bambino e sua madre, decisero di fare il passo più lungo della gamba. Non si erano accontentati, si fa per dire, di insultare il piccolo quasi ogni giorno ma, addirittura, si erano accaniti, vigliaccamente, anche contro la macchina del genitore vandalizzandola.
Da questo momento in poi accade qualcosa che in verità si vede solamente nei film che gli stessi americani ci hanno abituato in tutti questi anni. Qualcuno, dopo tutti questi episodi s’inizia davvero a scocciare e diciamo di brutto anche. Il piccolo sventurato e sua madre non sanno di avere un amico in comune che decide di fare qualcosa.
Questa persona misteriosa contatta alcuni suoi amici e, dopo qualche giorno, si presenta davanti alla scuola della piccola vittima di atti di bullismo e di razzismo. Ciò che nessuno si aspetta, specialmente da parte degli sconosciuti individui, è di vedere parcheggiate, davanti all’ingresso della scuola, ben venti motociclette, le mitiche Harley Davidson, con in sella i loro proprietari.
La persona misteriosa, in realtà, si è rivelato essere un vicino di casa del bambino e della madre, iscritto ad un club di motociclisti. Una volta uscito dall’istituto scolastico il bambino, sorpreso, viene fatto salire su una delle moto e portato a spasso per la contea.
In questo gesto viene lanciato un fortissimo messaggio sociale che va oltre le barriere razziali e gli stereotipi, anche negativi, rivolti spesso e volentieri anche agli stessi ‘bikers’. Soprattutto questo atto di solidarietà prova che tutto il mondo è paese. Che ci sono i buoni e cattivi, che ci sono i vigliacchi, i razzisti e persone che non stanno a guardare e che non ci pensano su due volte nel proteggere i più deboli.
Il fatto sarebbe avvenuto nella città di Boston, visto che questa notizia è stata riportata da una testata online ‘Positive Vibration’ e che, nell’articolo che abbiamo scoperto, sono immortalati il piccolo protagonista, con immagine tratta da qualche video su youtube e degli stessi bikers. Una bellissima storia americana, ma che può avvenire anche in qualsiasi parte del pianeta
Nel parlare di una nazione in particolare non serve solo raccontare i fatti che tutti conoscono o quanto meno approfondirli. Alle volte basta una piccola storia, un aneddoto per farvi scoprire anche l’anima stessa di un popolo che mostra, da sempre, molte contraddizioni. Un aneddoto i cui personaggi sono gente comune e che forse, in alcune occasioni, ci riconosciamo in loro. Un fatto che è a metà tra la cronaca, la curiosità e tipiche vicende americane. Si è sempre detto che alle volte la comunità può fare molto anche da sola, specie in situazioni spiacevoli dove non sempre il buonsenso o comunque la legge stessa è agevolata nell’applicazione.
La vicenda riguarda un bambino di etnia mista che all’uscita di scuola, a quanto pare, veniva continuamente vessato da alcuni incivili. Usiamo questo termine per non dire altro. Un giorno queste persone, le quali ripetiamo non avevano nessun rapporto con il bambino e sua madre, decisero di fare il passo più lungo della gamba. Non si erano accontentati, si fa per dire, di insultare il piccolo quasi ogni giorno ma, addirittura, si erano accaniti, vigliaccamente, anche contro la macchina del genitore vandalizzandola.
Da questo momento in poi accade qualcosa che in verità si vede solamente nei film che gli stessi americani ci hanno abituato in tutti questi anni. Qualcuno, dopo tutti questi episodi s’inizia davvero a scocciare e diciamo di brutto anche. Il piccolo sventurato e sua madre non sanno di avere un amico in comune che decide di fare qualcosa.
Questa persona misteriosa contatta alcuni suoi amici e, dopo qualche giorno, si presenta davanti alla scuola della piccola vittima di atti di bullismo e di razzismo. Ciò che nessuno si aspetta, specialmente da parte degli sconosciuti individui, è di vedere parcheggiate, davanti all’ingresso della scuola, ben venti motociclette. Ovvero le mitiche Harley Davidson, con in sella i loro proprietari.
La persona misteriosa, in realtà, si è rivelato essere un vicino di casa del bambino e della madre, iscritto ad un club di motociclisti. Una volta uscito dall’istituto scolastico il bambino, sorpreso, viene fatto salire su una delle moto e portato a spasso per la contea.
In questo gesto viene lanciato un fortissimo messaggio sociale che va oltre le barriere razziali e gli stereotipi, anche negativi, rivolti spesso e volentieri anche agli stessi ‘bikers’. Soprattutto questo atto di solidarietà prova che tutto il mondo è paese. Che ci sono i buoni e cattivi, che ci sono i vigliacchi, i razzisti e persone che non stanno a guardare e che non ci pensano su due volte nel proteggere i più deboli.
Il fatto sarebbe avvenuto nella città di Boston. Questa notizia è stata riportata da una testata online ‘Positive Vibration’ e che, nell’articolo che abbiamo scoperto, sono immortalati il piccolo protagonista, con immagine tratta da qualche video su youtube e degli stessi bikers. Una bellissima storia americana, ma che può avvenire anche in qualsiasi altra parte del mondo.