Si dice che chi ha letto molti libri ha vissuto molte vite e visto molti posti. Magari in alcuni luoghi c’è ritornato più volte per scoprire nuovi dettagli che precedentemente gli erano sfuggiti o solamente perché nutriva il desiderio di rivederli. Molte vite, come abbiamo accennato. Come essere un investigatore privato nelle numerose saghe di genere poliziesco e gialli, per non dimenticare i noir gli hardbolied. Oppure viaggiare attraverso mondi sconosciuti attraverso i più grandi autori di fantascienza o, ancora, abbattere e vincere le proprie paure, e perché no capirle anche, con i romanzi dell’orrore o thriller psicologici. Senza dimenticare che si può anche tornare indietro nel tempo.
Si dice che chi legge libri ha fatto molti viaggi, dunque. Scoperto nozioni che, molto probabilmente, nelle noiose lezioni scolastiche non apprenderebbe mai. La lettura, fatta con piacere, porta a questo e mai deve essere forzata. Sempre sentita da chi ne ha veramente voglia di leggere. Perché in fondo, vuoi o non vuoi, il libro attira sempre. Ma dalla lettura stessa quanti scrittori sono nati oppure si sono improvvisati tali? Tanti ed elencarli non basterebbero nemmeno due articoli messi insieme.
La giornata mondiale del libro, a sua volta, è stata istituita dall’Unesco con il mero scopo di promuovere la lettura. Partita da una vecchia tradizione catalana, questo giorno si celebra ogni 23 aprile ma a partire dal 1996. Il motivo è legato al fatto che proprio in quella data, nel corso della storia della letteratura, sono nati e scomparsi diversi autori molto famosi. Per quanto riguarda le nascite si ricorda: il francese Maurice Druon, l’italiana Maria Majocchi, il russo Vladimir Nabokov. Lo spagnolo Miguel De Cervantes, l’inglese William Shakespeare e il peruviano Inca Garcilaso De La Vega, per quanto riguarda coloro che scomparvero. Ovviamente i nomi tra coloro che sono venuti al mondo e sono morti sono molti di più.
Ma quanti di noi siamo immersi nella lettura? Quanto tempo spendiamo per essa? Forse troppo poco. Certo, gli orari di lavoro alle volte non aiutano a portare avanti questa semplice e grande attività intellettuale che apre la mente e fa riflettere in un modo o in un altro.
E’ inutile affermare e ricordare, su queste righe virtuali, quanto sia importante la lettura. Lo sappiamo tutti e molte volte se non riusciamo a trovare il tempo per farlo non sempre è colpa nostra. Per molti un libro diventa anche un amico con cui trascorrere le giornate e mai come in quest’ultimi periodi i libri ci sono stati di grande aiuto a superare questa fase molto difficile per tutti noi.
Ci sarebbe anche da sfatare un altro mito, molto negativo, nei confronti della lettura. In realtà il leggere non ha nulla di negativo in sé per sé, semmai è inteso al convincimento forzato rivolto ai giovani che, puntualmente, fanno il contrario. Ovvero che di loro iniziativa non prendono un libro per leggere.
Sarebbe più semplice, forse, lasciarli liberi di trovare la voglia di leggere anche cose non proprio tipicamente culturali. Di non imporre gusti o letture consigliate da tutti, ma magari invitarli a prendere un libro su un argomento che a loro interessa in quel momento preciso, senza alcuna forzatura. Anche questo, seppur in via indiretta, significa promuovere la lettura.