Possono passare gli anni, trascorrere i decenni ma alcune canzoni saranno per sempre immortali. È il caso di un tormentone estivo del 1963, il cui successo ispirò anche una serie di film che porta lo stesso titolo del brano. Un singolo che non avrebbe alcun bisogno di presentazioni e la cui leggenda, della sua nascita o ideazione, come meglio preferite, risalirebbe alla voglia, così sembra, di isolamento dello stesso autore.
Lui in una casa in spiaggia deserta che si affaccia sul mare. “Un flash, un lampo di luce, uno stacco dalla realtà come dovrebbe essere una vacanza, che significa un allontanamento dalle abitudini consolidate”. Furono queste le parole con le quali il cantautore genovese, Gino Paoli, esplicò il concetto di uno dei brani più famoso della storia della musica italiana: Sapore di sale.
Tutti la conosciamo, tutti l’abbiamo cantata e anche distrattamente, magari proprio su una spiaggia con qualche ricordo che ci sovviene nella mente. Impossibile non considerarla parte anche di questa estate 2021. Negli anni ’60 c’era il boom economico italiano e il Nostro stesso Paese era uscito da quindici anni dalla tragedia del secondo conflitto mondiale.
Un’epoca diversa, per non dire un’altra dimensione. Il singolo fu un successo stratosferico già a partire da quel torrido luglio di quell’anno. Certo, ci aveva lasciato qualche mese prima Giovanni XXIII° e John Kennedy sarebbe stato assassinato qualche mese più tardi.
Il testo nella sua essenza non ha bisogno di ulteriori interpretazioni. È semplice come la melodia di accompagnamento. L’autore racconta di una tipica giornata al mare, dove un uomo prende il sole in spiaggia libero da ogni pensiero. La sua compagna si tuffa in acqua per poi uscire e andarsi a sdraiare vicino a lui, mentre le ore e i giorni estivi trascorrono pigri fino al termine della bella stagione.
La base musicale è costituita da accordi che si ripetono e la parte centrale si può ascoltare il sassofono suonato da Gino Barbieri. Per gli arrangiamenti? Dell’unico ed indimenticabile Ennio Morricone e allora ascoltiamoli qui sotto non solo per riscoprire il tormentone estivo, quasi per eccellenza, ma entrare nella dimensione dei mitici anni ’60, che per alcuni di noi sono sconosciuti.
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