Chi ha detto che i libri in sé sono scrigni di storie da scoprire? Alcune volte questi volumi rilegati di pagine possono avere, al loro interno, delle storie. No, non quelle riportate tra le righe che il loro autore, si e no famoso, ha ideato, prima, e sviluppato, poi. Ma storie intese come fatti, aneddoti, curiosità che si sono rivelate determinanti per la stesura stessa del romanzo, di un racconto o insomma dell’ideazione di una storia.
In alcune occasioni accadono delle cose talmente traumatiche le quali spingono persone a mettersi su un tavolo con un foglio ed una penna per dire qualcosa; certo al giorno d’oggi diremmo la tastiera del computer, ma nel lontano 1978 gli elaboratori informatici erano ben lontani dal rivoluzionare il mondo.
Prendete ad esempio il professor William Trogdon, un nome che di sicuro non vi dirà nulla. Ne siete sicuri? Già, perché questo docente di lingua inglese in quell’anno venne, purtroppo, licenziato dalla scuola dove lavorava non per qualche scandalo o insubordinazione, ma per il semplice motivo che nel suo plesso scolastico le iscrizioni non erano di numero richiesto nel garantire la formazione di una classe.
Oltre a questa sfortuna capitata al docente Trogdon ne accade ancora un’altra che avrebbe abbattuto chiunque. Dopo qualche ora di essere edotto della perdita del proprio lavoro, William chiamò sua moglie per cercare un po’ di conforto. La donna, invece di stargli vicino nel momento peggiore della sua vita, pensò bene di piantarlo in asso con un amico. E sono due. Chiunque, al suo posto, sarebbe fuggito in qualsiasi altro posto per allontanarsi dal luogo in cui il mondo gli era crollato addosso.
E così fu. Non si sa in quante ore si convinse il Professor Trogdon di tale intenzione, ma quando si decise non ci fu verso di fargli cambiare idea. Per prima cosa ‘rispolverò’ le sue vere e sacre origini indiane con il nome che gli spettava di diritto: ‘Luna del caldo Minore’.
Secondo: investì tutto il suo denaro in un viaggio che lo portò in giro negli Stati Uniti d’America. Partì a bordo di uno scassato furgoncino di sua proprietà che, per l’occasione, lo ribattezzò: Ghost Dancing, danza degli spiriti. Il viaggio durò ben tre mesi e non attraversò le arterie autostradali più usate del paese dall’americano medio. No. Ma quelle vie cosiddette secondarie, quelle che nelle carte autostradali sono segnate con il colore blu.
Ebbe anche la lucidità di portarsi appresso un registratore per prendere appunti mentre incontrava e parlava con gente, magari per trarne un racconto o più. Infatti, alla fine di quel viaggio, ‘Luna del caldo Minore’, meglio conosciuto come William Least Heat Moon, scrisse il libro che lo rese celebre in tutto il mondo. Ci impiegò quattro lunghi anni in pesanti e asfissianti rielaborazioni.
Le case editrici, chissà per quale oscuro motivo, non volevano pubblicarlo fino a quando la ‘Little Brown’, finalmente, si fece carico della pubblicazione raggiungendo un successo di vendite straordinario: 230 mila copie rilegate e 1 milione di copie vendute. Così nacque ‘Strade Blu’, uno dei romanzi più famosi della cultura americana ed entrata nell’immaginario collettivo di molti.
William Least ‘Heat-Moon’, partì dall’est della nazione dirigendosi, in seguito, verso l’ovest; questo particolare viaggio non solo alla scoperta del proprio paese ma, soprattutto, per ritrovarsi dopo tutto quello che gli era successo qualche tempo prima.
Alcune immagini sono prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione, indirizzo email freetopix.magazine@libero.it che provvederà prontamente alla rimozione.