“Erano rimaste quattro nazionali ad Euro 2020, che volevano alzare la coppa”. Forse intonato questo verso non crediamo suonerebbe bene; come quello originale intonato da Gino Paoli quasi 30 anni fa e conosciuta con il titolo ‘Quattro amici’. Ch poi Italia, Spagna, Danimarca e Inghilterra, una volta una di fronte all’altra, non giocheranno delle amichevoli.
Al contrario, si scontreranno prima per un posto per la finale di domenica prossima e, poi, per alzare quel trofeo che per storie diverse manca un bel po’ alle singole bacheche delle compagini nazionali. A noi manca addirittura dal 1968, ai danesi dalla loro e leggendaria estate del 1992, alla Spagna dal 2012.
Per quanto riguarda gli inglesi, con un po’ d’ironia benevola, ci verrebbe da parafrasare la mitica battuta di Lino Banfi ne ‘L’allenatore nel pallone’. Specialmente nella scena in cui dice, dopo aver perso il match con la Fiorentina: che fa Maffei vuole sfottere? Chi sta peggio di noi. Sì, perché la nazionale dei tre leoni, nella sua bacheca, c’è solamente quella vecchia Coppa Rimet del 1966, vinta in casa tra l’altro, e nessun Europeo.
Però quando c’è la possibilità di giocarti la finale, guarda caso dove hai alzato la Coppa del Mondo, è normale più di un pensierino. Ma anche noi non stiamo a guardare, come i nostri giocatori non sono stati a guardare. Anzi, sono gli altri che li hanno guardati ed ammirati. Come è stata ammirata anche la Danimarca; come la stessa Spagna con più di qualche problema al suo interno. Senza dimenticare la stessa Inghilterra e allora andiamo ad analizzare queste due semifinali che si prospetteranno davvero infuocate.
ITALIA – SPAGNA
Di queste due squadre stanno dicendo che hanno quasi lo stesso modo di giocare. C’è un elemento che le accomuna o meglio un elemento che accomuna la Nostra Nazionale Italiana di calcio con quella spagnola. Precisamente quella che stravinse nel 2008, nel 2010 e nel 2012: il cosiddetto ‘giropalla’. No, non è una parolaccia. È, in realtà, il possesso di palla quasi continuato, quasi da play station, con una particolarità in più: la presenza di Xavi ed Iniesta. Noi avremmo Verratti, Barella e Jorginho
Ci sarebbe anche un’ulteriore precisazione da fare che non può essere tralasciata: Mancini, oltre a riuscire a convincere i suoi calciatori a giocare con la testa sgombra da ogni tipo di ansia, predilige la tanto odiata costruzione dal basso. Forse, attualmente, è la soluzione più logica, ragionata e che non permette troppo disordine in mezzo al campo. Soprattutto nel momento in cui lo stesso Ct ha dovuto ricostruire, sempre dal basso, il morale di una nazionale di calcio a pezzi per la mancata qualificazione al precedente Mondiale.
Anche gli spagnoli, quelli attuali, quelli di Morata di Luis Enrique fanno altrettanto, ma non sempre. Soprattutto cercano di portare avanti quello che fecero i loro predecessori: missione non facile. Quale sarebbe il rischio per i nostri azzurri? Giocando allo stesso modo dei nostri avversari appare normale pensare che, quanto meno, questi ultimi la conoscono bene; e molto probabilmente sapranno anche il modo di neutralizzarci e forse anche noi nei loro confronti: ovvero quello del pressing sul o sui portatori di palla.
Con questi termini, in verità, stiamo quasi affermando che il match di questa sera sarà altamente chiuso. Altamente giocato sui nervi e chi sarà abbastanza abituato alle pressioni vince. Entrambe le squadre sono abituate a soffrire: la Spagna per un motivo e la Nostra Nazionale per un altro. Di sicuro sarà un match da seguire fino alla fine.
INGHILTERRA – DANIMARCA
La sofferenza è parte integrante anche dei danesi. Come avvenne nel 1992, una situazione particolare si è presentata anche quest’anno. E anche in questo Euro 2020 i compagni di Eriksen hanno già stupito nuovamente il continente, non ancora come quasi trent’anni fa. Sono comunque quasi vicini all’impresa.
Manca l’ultimo step. Prima, però, deve oltrepassare il penultimo ostacolo rappresentato da un Inghilterra quasi mai convincente, a parte contro i tedeschi e gli ucraini; e che forse per la prima volta può giocarsi tutte le sue chances con la sicurezza di essere superiori agli avversari.
Hanno sofferto tutte e due, certo, ma la Danimarca ha qualcosa in più come tutti sappiamo ed è inutile ripeterci per quello che accadde lo scorso 12 giugno. Kane si è risvegliato e forse, finalmente, continuerà a dare il suo contributo alla squadra, non facendo fare più gli straordinari a Sterling. Fino adesso il migliore della nazionale inglese.
Southgate, dal canto suo, è già riuscito nell’impresa di prendersi la sua personale rivincita contro i tedeschi, colpevoli di averlo eliminato dalla finale, proprio a Wembley, nel 1996.
Domani sera entrambe le nazionali sapranno già chi ci sarà in finale ed anche difficile cercare di comprendere chi abbia più motivazioni a passare il turno. È naturale rispondere Inghilterra per quanto abbiam appena accennato nell’introduzione di questo articolo. Sarebbe più giusto affermare che tutte e due hanno grandi stimoli per passare il turno. Perché se la storia la si fa sia in negativo che in positivo è sempre bene farla con un buon ricordo. Inteso come passaggio del turno.