Quasi un anno fa, era il 21 luglio del 2020 e quando FreeTopix Magazine era solamente un blog, venne pubblicato un articolo introduttivo con lo scopo di analizzare i quattro mini-romanzi scritti dal Re del Brivido Stephen King, pubblicati in un unico testo dal titolo: ‘Stagioni Diverse’. Dopo due settimane questa iniziativa non venne più portata avanti. Oggi si riparte, con l’intenzione di completare quel discorso, collegando la rubrica ‘L’Angolo letterario’ con quella del ‘Cinema’. Qui sotto il testo che venne pubblicato nella data indicata di cui sopra:
Alle volte capita d’imbattersi nella lettura di un libro che non può essere analizzato in una sola recensione. Semplicemente perché non contiene una sola storia, una sola trama; e non si tratta delle cosiddette sotto-trame. Semmai è un insieme di racconti non collegati fra loro. Mini-storie che costituiscono un unico volume, mini-romanzi scritti in anni diversi; capaci di oltrepassare il confine della letteratura per entrare nella dimensione della settima arte e delle serie Tv.
Certo, questo discorso non vale solo ed esclusivamente per le raccolte di racconti, ma anche e soprattutto per gli effettivi romanzi che hanno ispirato il grande ed il piccolo schermo. Per inaugurare questa nuova rubrica, tra cinema con la pagina interamente dedicata alla letteratura su ‘Freetopix’, la scelta non è stata semplice. Ed è caduta su un volume composto da quattro racconti, quattro mini-romanzi, che hanno ispirato il cinema. Quattro storie, dunque, per un unico grande autore, al momento; e che autore: il Re del Brivido, Stephen King.
L’opera in particolare è quella considerata la sua grande seconda raccolta di racconti, intitolata: ‘Stagioni diverse’ del 1982. Tre dei quattro mini-romanzi hanno ispirato altrettante ed importanti trasposizioni cinematografiche. Il primo è ‘L’eterna primavera della speranza – Rita Hayworth e la redenzione a Shawshank’ da cui è stato tratto ‘Le ali della libertà’; il secondo è ‘L’estate della corruzione – Il ragazzo sveglio’ che ha ispirato ‘L’allievo’; il terzo racconto è quel ben più famoso ‘L’autunno dell’innocenza – Il Corpo’ da cui è stato tratto ‘Stand By Me – Ricordi di un’estate’; il quarto ed ultimo racconto, invece, è rimasto, fin ad ora, nel solo limbo della letteratura: ‘Una storia d’inverno – Il metodo di respirazione’.
Nella cosiddetta post-fazione, semplicemente intitolata ‘Una parola di conclusione’, Stephen King con fare molto colloquiale, come stesse parlando di fronte al proprio lettore, svela i motivi tecnici per il quale questi quattro particolari racconti non avevano ancora visto la strada della pubblicazione. Spiegando, ulteriormente, che sono stati sviluppati verso la fine di ogni effettivo romanzo terminato, pur non rappresentando la stesura definitiva, ‘come se c’era in me ancora un bel po’ di carburante da terminare’. E si sa che Stephen King di benzina ne ha ancora molta.
La prossima settimana la recensione del primo racconto collegata alla recensione dal film a cui è stato tratto.