Uno sguardo sull’arte russa prima dei tempi della rivoluzione e quasi in contemporanea con l’affermarsi delle Avanguardie artistiche
Occupa certamente uno spazio di osservazione non trascurabile e merita una dovuta considerazione valutativa il contributo fornito all’arte contemporanea dalla fioritura della stagione delle ‘Avanguardie Storiche’ che trova in terra di Russia un fertilissimo terreno di sviluppo.
Ma non minore interesse merita la valutazione di tutto il portato creativo che si svolge tra ultimi decenni dell’ ‘800 e primo ‘900 con l’azione di gruppi che avvertono urgente l’istanza di rinnovamento e ne suggeriscono una delibazione in termini non di prospettiva aniconica, ma di schietta figurazione, spingendo alle estreme conseguenze, peraltro, le opportunità che poteva offrire, sul piano della ‘rappresentazione’, l’impianto organico di una pratica della pittura e della scultura svolta secondo un andamento di stampo propriamente ‘realistico’.
I due movimenti più significativi, in tal senso, sono quello di ‘Mir Iskusstva’ e quello, in ispecie, di cui qui discutiamo, di ‘Peredvižniki’.
Il termine di Peredvižniki designa un gruppo che nasce a San Pietroburgo intorno al 1870, preceduto da una formulazione teorica di cui si fa portatore il critico Nicolaj Cernysevskij con il suo saggio del 1855 dal titolo di Rapporti estetici dell’arte con la realtà, un testo che costituisce l’assunto di base per una scelta creativa di stampo ‘realistico’ che non intende confinare l’attività creativa dell’artista nella mera sfera di una riproduzione fedele dell’immagine del vero, quanto, piuttosto, attestare le capacità di critica sociale che l’arte può assumere nel momento in cui si fa strumento di vera e propria denuncia.
Non a caso l’opera di Cernysevskij fu osteggiata, ma ciò non impedì che un piccolo manipolo (circa una quindicina) di giovani artisti scegliesse di non sottostare ai dettami accademici per rivolgersi, invece, a produrre una ricerca artistica che fosse capace di aprirsi alla società, mostrandone tutti gli aspetti, così da poter rendersi specchio di un vissuto reale e di una identità culturale.
Con l’appellativo di Peredvižniki sono chiamati questi giovani artisti che, designandosi, quindi, come ‘Ambulanti’, di fatto si prefiggono, innanzitutto, di portare l’arte al di fuori non solo dei luoghi accademici, ma, principalmente, a contatto con la gente, consentendo, in tal modo, che il messaggio della pittura potesse avere una penetrazione ben più ampia e capillare di quanto non potesse esserlo la presentazione delle opere d’arte nei luoghi ufficiali.
I. Repin, I battellieri del Volga, 1873
Si comprende bene che questa determinazione di scelta ha delle implicazioni sia di carattere propriamente artistico che di ordine sociale, dal momento che l’opera d’arte si propone non semplicemente come opportunità di godimento estetico, ma come strumento di divulgazione di idee, provvedendo essa a raccontare almeno due cose importanti: da una parte l’identità storica della Russia in tutte le sue componenti etniche e culturali e, dall’altra parte le condizioni di una sperequazione sociale che, di fatto, emarginava una fetta quantitativamente rilevante del popolo di Russia.
I.N. Kramskoy, Gesù nel deserto, 1872
L’appellativo di ‘Ambulanti’ per questi artisti è quanto mai opportuno, giacché essi provvedono ad allestire moltissime mostre che veicolano in giro nei territori della Russia il portato della loro ricerca creativa; e ciò determina che anche nelle provincie più lontane possa giungere il messaggio della innovazione artistica, un messaggio, che, ripetiamo, porta con sé, oltre che le proprietà di una identità culturale, anche la denuncia di una condizione sociale subalterna, su cui si esercitano le vessazioni dei privilegiati.
Realismo, quindi, anche in Russia, come d’altronde in Francia, ad esempio, con Courbet o con Millet o, nel Mezzogiorno d’Italia, con Teofilo Patini o Giuseppe Costantini, fa rima con denuncia sociale ed agisce come opportunità di specchiamento di fasce importanti della componente popolare.
V. Perov, L’uccellatore, 1887
I.I. Shishkin, Paesaggio
A tale nuova ed inedita fascia di fruizione sociale è così data l’opportunità di riconoscersi nelle opere di artisti, come Iliya Repin (1844-1930) che, nel suo famosissimo dipinto dei Battellieri del Volga, mette in evidenza le condizioni di abbrutimento e di sfruttamento che subiscono i diseredati chiamati a trascinare le chiatte, tirandole con delle funi, per far risalire loro, contro corrente, il corso del fiume. Ed altrettanto varrà per altri autori, tra i quali possiamo ricordare, ad esempio, la personalità di Ivan Nikolayevich Kramskoy (1837-1887), che seppe essere insuperabile ritrattista oltre che autore di una pittura di ispirata sensibilità – apparentabile a certi aspetti del corso creativo del nostro Domenico Morelli – come possiamo osservare nel celebre dipinto di Gesù nel deserto.
Un notevole sviluppo ebbe anche la pittura di paesaggio, nel cui genere spiccano le personalità di I. Shishkin e di V. Verescagin.
L’attività del gruppo di Peredvižniki si svolse in un arco di tempo non breve, dal 1870 fino ai primi anni venti del ‘900 e fu caratterizzato da una evoluzione progressiva del suo processo creativo che sarebbe diventato, agli esiti della parabola, il luogo di incubazione delle prospettive proprie e caratterizzanti del cosiddetto ‘Realismo Socialista’, assumendo, in tal modo, una carica più decisamente propagandistica che non – come era nelle sue origini – di riconoscimento storico e di critica sociale.
Un ruolo di notevole rilievo ebbe, nella evoluzione del movimento, non soltanto la figura già citata di Cernysevskij, che aveva fornito un importantissimo e decisivo supporto di ordine teorico alla formazione stessa ed alla evoluzione dell’azione di Peredvižniki, ma anche la personalità di Pavel Michajlovič Tret’jakov un gallerista russo di fine ‘800 che ebbe l’intuito di promuovere e di sostenere l’attività di questi giovani artisti che stavano portando avanti un processo di rinnovamento dell’arte russa che mostrava il chiaro intendimento di non voler cedere alle tentazioni della sperimentazione di avanguardia, ma di voler far leva sui sentimenti profondi della cultura di antica origine del popolo russo, illustrandone gli aspetti peculiari ed il carico di profonda spiritualità.
Tra i vari artisti la cui attività si lega al gruppo di Peredvižniki, ricordiamo, oltre i nomi di Kramskoy, Repin, Shishkin, Verescagin, già citati, anche quelli di V.I. Surikov, V. Perov, V.M. Vasnetsov, M.V. Nesterov, V. N. Baksheyev e di P. Antokol’skij scultore.