Manchester City-PSG e Real Madrid-Chelsea, l’epilogo è ormai vicino
Il calcio europeo, non più di una settimana fa, ha vissuto probabilmente il momento più difficile degli ultimi 20 anni. Il punto di non ritorno sembrava ormai superato, la scissione quasi inevitabile: 12 club continentali, tra cui le italiane Juventus, Milan e Inter, erano a un passo dall’organizzarsi il loro torneo chiuso, inaccessibile agli altri, e per super ricchi, con il patrocinio della potente banca d’investimenti americana, JPMorgan. Quando poi le istituzioni del calcio, UEFA in primis, si sono destate dal torpore che, da sempre, le caratterizza e hanno alzato un po’ la voce, il fronte dei ribelli si è subito dissolto come neve al sole e la rivoluzione è magicamente sparita. Solo l’irriducibile Florentino Perez, tra i burattinai della vicenda, continua a sostenere che il progetto è solo rinviato e che se ne riparlerà più avanti.
E così, rientrata la sovversione del sistema, torniamo alla normalità del calcio di tutti i giorni, e quindi anche della Champions, giunta ormai al suo sprint finale con le semifinali che, nei giorni dei moti rivoluzionari, sono state fortemente a rischio, visto che, se il progetto superlega fosse andato in porto, tre delle quattro semifinaliste sarebbero state escluse seduta stante.
La sfida più interessante è sicuramente quella tra Manchester City e PSG. Quella che da tutti viene definita, a ragion veduta, come una finale anticipata. I citizens, a un passo dal titolo in Premier, non hanno mai avuto così tante chance di vittoria e non sono mai stati così concretamente competitivi come quest’anno. La squadra di Guardiola sembra finalmente avere un’identità e pare aver raggiunto una maturità tale da potersela giocare alla pari con chiunque. Di fronte, però, ci sarà un PSG che, grazie alla cura Pochettino, sembra aver trovato la sua dimensione e il suo posto nel panorama calcistico europeo.
Dopo la finale 2020 persa col Bayern, il gruppo sembrava un po’ smarrito, ma il tecnico argentino, subentrato a Tuchel, ha lavorato bene e il PSG ormai è da considerarsi una realtà del calcio con cui tutti dovranno confrontarsi per molto tempo. Non è più un miscuglio di fuoriclasse senza identità, in sostanza. E poi c’è un Mbappè in più che potrebbe davvero fare la differenza. Insomma, sfida assolutamente da seguire.
Poi c’è il match degli outsider, che è quello tra Chelsea e Real Madrid. Sì, fa strano non considerare il Real come la favorita numero uno, ma gli spagnoli (vincitori di ben 13 Champions) non sono più ai livelli di qualche anno fa. Sono ormai lontani i tempi delle tre coppe consecutive, anche se Zidane siede ancora in panchina. Cristiano Ronaldo è volato verso lidi meno felici, ma la fase calante del ciclo madridista non è certamente ascrivibile soltanto alla partenza del portoghese. Semplicemente, come in ogni ambito della vita, tutto ha un inizio e una fine.
Con questa premessa, pregna di filosofia spicciola, c’è da sottolineare che il Real, il cui habitat naturale, è proprio la Champions, è una squadra che si trasforma in queste partite e, se consideriamo, che la ripresa è netta anche in campionato, risulta chiaro che per il Chelsea non ci sarà vita facile. Dal canto suo, Tuchel, subentrato alla bandiera dei blues, Lampard, ha comunque il merito di aver portato una squadra priva di grandissimi e sicuramente tra le non favorite della vigilia, fino alle semifinali.
Per il Chelsea, quindi, l’appellativo di outsider casca davvero a pennello. Questo non significa, però, che vadano sottovalutati. Ricordiamo che lo stesso Chelsea, guidato dal desaparecido Di Matteo, vinse una Champions nel 2012 contro ogni pronostico. La relativa mancanza di pressione, il non aver nulla da perdere, il fatto di partire da undercut, potrebbe essere sicuramente un vantaggio per i londinesi, ma potrebbe rivelarsi anche un boomerang. In altre parole, anche questa è una sfida da seguire e che può regalare molte sorprese.
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