Alla fine a furia di tirarla la corda si spezza o quanto meno incomincia a spezzarsi. Forse quello che è successo ieri a Montecitorio è una prima avvisaglia o è solamente un fuoco di paglia? A parte la rima che non fa ridere a nessuno, perché in realtà c’è da piangere, la sensazione è che forse ieri a Montecitorio è stato più di un mero avvertimento. Le proteste, oltre che a Roma, sono state organizzate anche a Milano e a Napoli. Uno scenario da non sottovalutare.
In uno dei precedenti articoli ci eravamo ripromessi che saremmo ritornati a parlare della nostra situazione, lasciando ampio spazio di tempo al Governo Draghi prima di promuoverlo o di criticarlo come giusto che sia. Stranamente ci sono sia giudizi positivi che negativi ed è soprattutto su questi che ci soffermiamo.
E’ inevitabile comunque affermare, quantomeno ricordare, che ‘Il migliore di tutti’ ha ereditato diverse grane dal governo precedente. Un governo caduto per una serie di errori che andavano dalla giustizia alla scuola. Per non parlare poi sui ristori; ultima e vera nota dolente.
Ma poi perché il governo precedente usava tale terminologia? Dal punto di vista giuridico s’indentifica la somma di denaro dovuta ad un soggetto per un pregiudizio a lui subito, non conseguente da un atto illecito e quindi a responsabilità civile, che gli viene conseguita, in quanto autorizzata o imposta dalla legge. Nonostante il Governo Draghi usa un’altra espressione: sostegno, semmai sarebbe più giusto definirli, addirittura, risarcimento danni. Quelli ovviamente subiti dai commercianti a causa della pandemia e non solo. Ma con tale espressione andremmo a richiamare addirittura l’articolo 2043 del codice civile.
In fondo se prima si fa in modo che i proprietari di locali, intesi ristoranti o bar, si devono organizzare per garantire la distanza tra le persone, perché poi si ordina la chiusura degli stessi senza garantire a loro la giusta somma per le perdite subite?
La risposta è semplice: i soldi non ci sono o forse non sono abbastanza ed è inutile menzionare sempre lo scostamento di bilancio. Non che non sia fondamentale tale mossa, anzi, ma le somme, almeno fino adesso sono state o troppo esigue oppure non sono mai state percepite.
I continui annunci sullo scostamento di bilancio sembrano creati ad arte per placare l’ira dei commercianti, che ieri se non è completamente esplosa, è comunque sulla strada giusta per farlo. Un anno fa si paventava la cosiddetta ‘potenza di fuoco’, in realtà mai vista. Oggi, invece, si dice in continuazione che siamo fuori dal tunnel con la frase: ‘siamo all’ultimo miglio’. Forse non è proprio l’ultimo, magari comunque potremmo stare anche al penultimo di miglio, ma di fatto molti commercianti sono sul lastrico.
Piccoli imprenditori hanno dovuto chiudere i propri esercizi commerciali. Per non dimenticare anche tutti coloro che si sono dovuti riciclare in altre attività lavorative perché i loro sogni sono andati in fumo. In tutto questo gli episodi di ieri, forse, hanno finalmente sbloccato un po’ la situazione. Qualcuno ha incominciato a rendersi conto che chi ha pagato un conto molto alto non deve essere dimenticato, annunciando un decreto per le piccole imprese.
Quanto è successo ieri, però, non deve essere bollato a causa di qualche ‘furbetto’. Di quelli che s’intrufolano per fare casino o per un loro tornaconto politico. Rovinando di fatto le sincere disperazioni di tutti coloro che non riescono ad arrivare a fine mese. Di certo il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha ragione nel dire che la violenza è inammissibile. Come anche dimenticarsi di tutti coloro che non arrivano a fine mese lo è altrettanto.
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