Champions League

BILANCIO AMARO PER LE ITALIANE. MALE JUVENTUS, LAZIO E ATALANTA

Come da consuetudine, dopo la pausa natalizia e del mese di gennaio, la Champions si riappropria delle luci della ribalta da metà febbraio in poi, con l’andata degli ottavi di finale.

Dopo l’eliminazione dell’Inter nella fase a gironi, le tre squadre italiane rimaste si sono trovate di fronte avversari ostici, talvolta sulla carta insormontabili, dopo il sorteggio, ed effettivamente il bilancio di questa tre giorni di match spalmata su due settimane, non si può definire tutt’altro che positivo, con tutte e tre le compagini nostrane uscite sconfitte dai rispettivi match. Ma, come sempre, procediamo con ordine e analizziamo le tre sfide.

Martedì scorso, il 16 febbraio, la prima squadra italiana a scendere in campo è stata la Juventus, in quella che sembrava, fino al fischio di inizio, la partita più semplice, quantomeno sulla carta. Il Porto, però, almeno tra le mura amiche, è squadra ostica per tutti e i bianconeri non hanno fatto eccezione alla regola. Infatti la la squadra di Pirlo è stata, probabilmente, la più brutta della stagione. Parte subito malissimo regalando il vantaggio agli avversari dopo appena due minuti, quando un retropassaggio suicida di Bentancur consente a Taremi di battere Szczesny da due passi.

La reazione degli uomini di Pirlo non c’è, al punto che all’inizio del secondo tempo, dopo appena 19 secondi, Marega trova anche il raddoppio per i portoghesi. La Juve, che nel primo tempo aveva perso Chiellini per infortunio, non riesce a svegliarsi dal torpore, non crea occasioni, anzi, rischia anche di subire la terza rete, fino alla fiammata di Chiesa a pochi minuti dalla fine, che riaccende sia i compagni che le speranze di qualificazione. Quel che è certo è che ci vorrà tutta un’altra Juventus al ritorno, il 9 marzo, per ribaltare una situazione che, in ogni caso, è tutt’altro che compromessa.

Due giorni fa, invece, a scendere in campo è stata la Lazio, attesa sicuramente dalla sfida più proibitiva contro i campioni d’Europa e del mondo del Bayern Monaco, freschi vincitori del mondiale per club. All’Olimpico, le cose si sono subito messe per il verso sbagliato, quando al nono minuto, Lewandowski ha approfittato del retropassaggio sbagliato di Musacchio, potendo facilmente evitare l’intervento di Reina e insaccando a porta vuota.

Un errore, quello del difensore laziale, del tutto
simile a quello di Bentancur della settimana scorsa e a tanti altri che si sono visti e si continueranno a vedere, dal momento che sembra un trend tattico ormai irreversibile quello di intestardirsi a iniziare l’azione dal basso, praticamente dalla propria area di rigore.

Chiusa questa dovuta parentesi, c’è da dire che, dopo lo svantaggio, i biancocelesti hanno provato a imbastire una timida reazione, fino al 24′, quando i tedeschi hanno trovato il raddoppio con Musiala. Un gol che ha sostanzialmente tagliato le gambe agli uomini di Inzaghi, che infatti subiscono il 3 a 0 sul finire della prima frazione, grazie a Sané. Il secondo tempo si apre allo stesso modo in cui si era concluso il primo: dopo due minuti, il Bayern trova il quarto gol su autorete di Acerbi, proprio mentre la Lazio stava provando a reagire.

A stretto giro arriva il gol della bandiera di Correa, che nulla sposta riguardo gli equilibri inerenti la qualificazione al turno successivo. Come ammesso anche dallo stesso Inzaghi, a fine partita, il discorso qualificazione è sostanzialmente chiuso, ora i suoi uomini potranno affrontare senza pressione il ritorno.

Senza dubbio, al di là della caratura degli avversari, la Lazio ha probabilmente pagato la mancanza di esperienza di gran parte dei suoi calciatori, che non hanno mai affrontato sfide simili, oltre, ahinoi, a palesare ancora una volta, i limiti di un calcio, quello italiano, che salvo rare eccezioni, continua a faticare pesantemente sui palcoscenici più importanti.

L’ultimo match, in ordine cronologico, è stato quello di ieri sera tra Atalanta e Real Madrid. Partita tanto affascinante quanto proibitiva per gli uomini di Gasperini contro quella che è la squadra più titolata d’Europa. Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, la Champions fa sempre storia a sé, e infatti il Real ha tirato fuori una prestazione di alto livello, schiacciando gli orobici, penalizzati anche dall’espulsione di Freuler dopo soli 17 minuti.

Da lì in avanti quella dei nerazzurri è stata una partita di puro sacrificio, con la difesa dello 0-0 e qualche sporadico break offensivo di rimessa. Il castello difensivo posto davanti a Gollini ha retto per quasi tutti i 90 minuti, riuscendo a imbrigliare le trame di gioco degli spagnoli, fino al minuto 85, quando Mendy è riuscito a trovare il gran gol dalla distanza, che ora complica fortemente il discorso qualificazione, fino a quel momento apertissimo. A Madrid, il 16 marzo, servirà sicuramente la migliore Atalanta.

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