Il personaggio di Lolita Lobosco debutterà questa sera su Rai1, alle 21.25 con la fiction omonima, ed è impersonata dall’attrice Luisa Ranieri. La serie, di quattro puntate, è tratta dall’intuizione della scrittrice Gabriella Genisi, la quale ha inaugurato il ciclo di romanzi nel 2010 con il titolo: ‘La circonferenza delle arance’. Titolo, anche, del primo episodio di questa sera. Ma Lolita Lobosco, Vice-questore di polizia, non deve essere intesa come la ‘Montalbano al femminile’.
Infatti è proprio l’autrice in persona, seppur ‘incontrata’ in via telefonica per il nostro secondo appuntamento con la rubrica ‘Incontri’, a spiegare il perché: “No, non è un Montalbano al femminile. Svolgono lo stesso lavoro. Ma le epoche sono diverse e le storie sono completamente diverse. Luoghi diversi. Poi è chiaro che ci può essere la traccia del territorio molto presente, del Sud, però sono storie completamente differenti”.
Dunque ci sono delle differenze, a parte il mettere in risalto il territorio. In questo caso la Puglia. Precisamente la città di Bari, dove la stessa scrittrice è nata e dove si svolgono le indagini di questo nuovo personaggio nato per colmare un vuoto:
“Dopo il successo del Commissario Montalbano, il personaggio di Lolita Lobosco è nato per colmare il vuoto, nella letteratura poliziesca, di poliziotte che ricoprivano dei ruoli importanti. Quindi esistevano le ispettrici, ma mancavano i commissari e i vice-questori. Allora mi sono sentita di colmare questo vuoto facendo l’omaggio a tutte le donne”.
Ma soprattutto “Non nasce come risposta a Montalbano o altro, nasce proprio per bilanciare la figura dei personaggi dei commissari uomini, ecco. Perché non rappresentavano più la realtà. La realtà è fatta anche di tante donne impegnate a livello dirigenziale in polizia”.
Le risposte della scrittrice sono dirette e semplici, permettendoci così, di approfondire questa sorta di legame tra la sua ‘creatura’ e quella di Camilleri. Ed è normale che una delle domande cade, proprio, sull’incontro che Gabriella fece con l’indimenticato scrittore che ci ha lasciato un anno e mezzo fa.
Ci dice che è stata una fortuna incontrarlo. Una fortuna che è stata concessa solamente a pochi, aggiungeremmo. Ed è stato anche inevitabile domandarle come, in realtà, il ‘papà’ di Montalbano aveva reagito alla nascita di ‘Lolita Lobosco’:
“Inizialmente non ne ho parlato. Ne ho parlato quando i libri uscivano e quando facevo già dei crossover. Il mio personaggio ed il suo. Perché io mescolo il suo personaggio. Nei miei libri ci sono sempre delle citazioni di Montalbano. Quindi gli ho raccontato questo e si è divertito, insomma. E ufficialmente, a Parigi, c’era un convegno dedicato a lui, all’istituto italiano di cultura, gli ho chiesto ufficialmente il permesso di utilizzare piccoli tratti del suo personaggio”.
Si potrebbe dire che tra i due personaggi ci sia quasi un legame, che in realtà non esiste. Forse, sarebbe giusto sottolineare che sussistono dei punti in comune. Uno, lo abbiamo sottolineato, ed è il mettere in risalto il territorio; il secondo, invece, riguarda proprio l’attrice protagonista che presta il volto al personaggio, ovvero Luisa Ranieri. Moglie del ‘Commissario Montalbano’, Luca Zingaretti. In merito a all’attrice, Gabriella Genisi, ci risponde così: “Ho pensato che uscisse dalle basi dei miei libri”, nel senso rappresenta in pieno il personaggio da lei ideato, il quale deve essere inteso come un mero omaggio a Montalbano.
Lolita Lobosco, però, non è la sola eroina che Gabriella Genisi ha inventato. C’è anche la Carabiniera Chicca Lopez, la quale ha esordito con il primo romanzo dal titolo: ‘Pizzica amara’, pubblicato nel 2019. Il cui ‘seguito’ uscirà fra pochi giorni, il 2 marzo. L’attenzione nostra, al momento però, è su la Vice-questore che, oltre al debutto di questa sera, le sue storie, quindi le sue indagini su carta, non si sono ancora esaurite. Infatti al titolo ‘I quattro cantoni’, ottavo romanzo della serie e pubblicato nel 2020, seguirà un’altra indagine e che uscirà a fine anno.
E’ stato anche interessante domandarle anche come nascono i suoi personaggi, in che modo crea le sue storie: “Nascono dall’ispirazione degli incontri, dalle letture. E’ un mix di tutto” e “ho delle scintille, delle intuizioni. Quando ho bisogno di raccontare incomincio, anche se non ho completamente la storia in me e poi pian piano i personaggi prendono forma”.
Nonostante a quanto si potrebbe pensare, Gabriella Genisi non ha collaborato alla stesura delle quattro sceneggiature della Fiction, affermando comunque che: “Io sono l’autrice delle storie. Ci sono degli autori del calibro di Massimo Gaudioso, un David per la sceneggiatura per ‘Dogman’ di Matteo Garrone e quindi a quel punto, insomma, ciascuno il suo. Io credo che ognuno debba fare il suo lavoro. Con produzioni così grosse è giusto che ci siano degli sceneggiatori professionisti, perché i linguaggi sono estremamente diversi”.
Non passa nemmeno inosservato il suo rapporto con la scrittura. Non può essere altrimenti: “Ho scoperto questo bisogno di scrivere molto tardi nel 2005. Però ho sempre letto e sono stata sempre molto brava a scrivere. Se sai scrivere si vede anche da un tema alle scuole elementari, no? Ed è una cosa che io ho sempre saputo fare molto bene. Poi non ci ho pensato più per diversi anni e poi improvvisamente ho sentito l’esigenza di scrivere”. Gli chiediamo anche che tipo di letture preferisce: “Molti autori francesi dell’800, i russi, molta letteratura dell’800 e italiani. Anche Alberto Moravia”.
Alcune domande, però, alle volte sono solo inevitabili e, ammettiamolo, anche un po’ antipatiche. Eppure si parte da un presupposto che in questo articolo è stato approfondito. Un quesito che, purtroppo, pone in risalto, ancora, il paragone o comunque il legame tra il suo personaggio e quello di Camilleri, ponendo la stessa autrice al centro dell’attenzione.
Le chiediamo se la fiction avesse successo, cosa che sicuramente accadrà, se è conscia del fatto che potrebbe essere considerata come ‘La Camilleri al femminile’. La sua risposta non solo ci soddisfa, ma chiarisce un punto che non deve essere mai e poi mai dimenticato. Ovvero che ogni personaggio ha la propria originalità data dal proprio autore. E la sua risposta è stata: “Saranno i lettori ed il pubblico a decidere”.
La cosa buffa è che lei, quando l’avevano portata a conoscenza di realizzare una fiction dai suoi romanzi, ha si pensato che fosse il giorno più bello della sua vita ma, addirittura, anche uno scherzo. Invece no, fortunatamente. Di una cosa, però siamo sicuri, di lei e dei suoi personaggi continueremo ancora a sentirne parlare.