Che gli anni passano è innegabile. L’andare del tempo, purtroppo, ci toglie personaggi che hanno reso grande la settima arte; e non sempre lo hanno fatto davanti alla telecamera. In alcune occasioni è bastato ‘prestare’ la voce agli illustri divi americani. Nel nostro Paese di grandi esempi nel doppiaggio non sono mancati: dall’indimenticabile Ferruccio Amendola a Giancarlo Gianni, senza dimenticare anche Oreste Lionello, Claudio Capone, Giorgio Locuratolo, Carlo Valli, Glauco Onorato e Tonino Accolla. Tanto per citarne alcuni. Citare coloro che hanno fatto, di questo mestiere, una vera e propria professione.

Tra di loro figurava sicuramente Claudio Sorrentino. Nome ai più, forse, sconosciuto. Ma quest’ultimo, nel corso della sua carriera, si è tolto la soddisfazione di ‘prestare’ la sua voce ad attori del calibro di John Travolta, Bruce Willis e, leggete leggete, Ron Howard in ‘Happy Days’. Si, proprio così: era la sua la voce italiana di ‘Ricky Cunningham’.

Come detto il tempo ci toglie la gioia di apprezzare per una volta ancora questi immensi talenti ‘delle seconde voci’. Il punto, però, che a forzare è stato anche il covid19. Se né andato così Claudio Sorrentino e all’età di quasi 76 anni. Era nato a Roma il 18 luglio del 1945. La sua lunga carriera ebbe inizio, addirittura, un quinquennio più tardi.

All’età di cinque anni esordì con il mostro sacro della canzone partenopea Roberto Murolo e un anno più tardi la sua pria esperienza al doppiaggio. Era il 1956 quando ‘prestò’ la voce ad uno dei personaggi del film western ‘L’ultima carovana’. Ma Claudio Sorrentino non si limitò a questa attività. Si dedicò al teatro, alla televisione e addirittura anche alla radio. Sul piccolo schermo, nell’estate del 1979, condusse il pro9gramma domenicale, in sostituzione per la pausa estiva: Domenica In, ‘E’ permesso’, attraverso il quale si fece conoscere anche come cantante, per intonare la sigla omonima del programma.

Un percorso professionale a trecentosessanta gradi, si potrebbe dire. Ma è chiaro che il suo nome sarà per sempre ricordato per i suoi doppiaggi di attore entrati, ormai, nell’immaginario collettivo. Con lui, molto probabilmente, se ne va la vecchia scuola di questa particolare attività. Un’attività che lo portò, durante i lontani anni ’70, ha prestare la voce all’iconico personaggio Disney di Topolino.

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