A causa di una caduta il cinema perde un altro dei suoi intramontabili protagonisti. Se ne andato così, all’età di 91 anni e dopo aver battuto la testa, l’attore canadese Christopher Plummer. Una vita per la recitazione. Una vita per la settima arte. Nipote del Primo Ministro canadese e figlio di un avvocato, John Plummer, Christopher nacque a Toronto il 13 dicembre del 1929. Inizialmente le sue intenzioni erano quelle di diventare pianista. Ma come si sa, alle volte, la vita offre anche altre possibilità come quelle, appunto, di diventare attore e non uno dei tanti.
Era il periodo in cui i suoi genitori erano divorziati ed il futuro divo della recitazione, con la madre, si era trasferito in Quebec. Ma intorno agli anni ‘40, dopo aver fatto parte per diverso tempo della Canadian Repertory Theatre di Ottawa approdò a Hollywood. Da quel momento in poi si divise, distinguendosi, tra i teatri di Brodaway e la radio.
Fu il regista Elia Kazan lo scoprì intorno al 1954 e solo quattro anni più tardi, Christopher Plummer, iniziò la carriera sul grande schermo terminata solamente ieri con la sua scomparsa. L’esordio avvenne con ‘Fascino del palcoscenico’ e il regista che lo fece lanciò era Sidney Lumet. Sempre nel 1958 lavorò anche ad un’altra pellicola, diretta da Nicholas Ray, ‘Il Paradiso dei barbari’.
Dal 1959 e fino al 1964 il suo percorso professionale è sempre più in discesa, facendosi notare sempre più. Fino alla consacrazione del 1965. Ma andiamo con ordine: nel 1960 recita insieme a Robert Redford, in un film per la televisione, in ‘Captain Brassbound’s Conversion’; quattro anni più tardi è nei panni di Commodo ne ‘La Caduta dell’Impero romano’ al fianco di Sophia Loren. E sempre nello stesso anno, ma in tv, si cala nel ruolo di Amleto in ‘Hamlet’ con Micheal Caine.
Come detto nel 1965 ottiene la sua consacrazione con la parte del capitano Von Trapp in ‘Tutti insieme appassionatamente’ con Julie Andrews. Nello stesso anno, e fino al 1970, prese parte a diversi film come: Lo strano mondo di Daisy Clover; Agli ordini del Furher e al servizio di sua Maestà, nel 1967; La notte dei generali, sempre del 1967; Edipo Re, del 1968; I lunghi giorni delle aquile del 1969 e Waterloo del 1970.
Tra il 1974 ed il 1975 consolidò la sua fama attraverso titoli come ‘After the Fall’, con Faye Dunaway, ‘La pantera rosa colpisce ancora’ e ‘L’Uomo che volle farsi Re’. Ma all’inizio degli anni ’80 prese parte allo sceneggiato ‘Uccelli di Rovo’ nel ruolo dell’arcivescovo, esattamente nel 1983. Quattro anni più tardi lo ritroviamo ne ‘La retata’.
Come si può evincere da questo elenco di titoli, Christopher Plummer, è passato tranquillamente da un genere all’altro senza mai avere una battuta d’arresto nella sua carriera. Difatti negli anni ’90 interpretò il ruolo di Chang nel sesto capitolo di ‘Star Trek’. Lavorò con Spike Lee, in ‘Malcom X’, con Jack Nicholson, in ‘Wolf – La bestia fuori’ e ‘L’esercito delle 12 scimmie’, con Bruce Willis e Brad Pitt. Per poi terminare l’ultimo decennio del secolo in coppia con Al Pacino in ‘Insider – Dietro la verità’.
Nei primi anni del nuovo millennio: ‘Oscure presenze a Cold Creek’, ‘Alexander’, ‘Il mistero dei Templari’, ‘Inside Man’, ‘Parnassus – L’uomo che voleva ingannare diavolo’ e ‘The Last Station’ in cui nel ruolo di Tolstoj ottenne, finalmente si potrebbe dire, la sua prima candidatura agli Oscar.
Nel decennio 2010 lavorò a ‘Uomini che odiano le donne’ e Beginners, nel ruolo di un padre gay e per il quale conquistò la prima statuetta della sua carriera. Mentre nel 2017, come tutti ricorderanno, sostituì Kevin Spacey nel film ‘Tutti i soldi del mondo’. Le sue ultime interpretazioni sono state: ‘Un viaggio stupefacente’, ‘Knives Out-Cena con delitto’ ed ‘Era mio figlio’.
A dare l’annuncio della morte dell’attore è stata sua terza moglie Elaine Taylor, sposata nel 1970.
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