Un titolo particolare per una lodevole iniziativa
In tempi di pandemia è risaputo che è difficilissimo spostarsi. Viaggiare per andare in posti tanto sognati oppure solo in quelli in cui è possibile solo dal punto di vista economico. Magari, acquistare un bel libro da viaggio sarebbe veramente l’ideale per fuggire dalle quattro mura domestiche. Non è detto però che bisogna cercare il libro dei libri o l’autore più in voga del momento. Alle volte anche i testi poco pubblicizzati possono esser utili per scoprire tragitti attraversati in modo impensabile. Non con la macchina, non con il treno, non con l’aereo o con la nave.
A questo punto vi starete chiedendo: ma si viaggia a piedi? Non proprio, con la bicicletta e Daniele Vallet a queste particolari ‘escursioni’ è un vero habitué. Per la precisione il suo mezzo di trasporto, la bicicletta per l’appunto, è la sua ‘compagna di viaggio preferita’. La chiama la ‘Fernanda’ e proprio in sella ad essa, che partendo dalla Valle D’Aosta, regione in cui vive, ha attraversato una parte del continente europeo per giungere verso la culla della civiltà.
Precisamente spostando il suo obiettivo non verso Atene, ma Itaca; passando per quella che era un tempo la ex-Jugoslavia. Il titolo della sua opera letteraria è altrettanto particolare, con delle forti e logiche motivazioni, ‘Metafora’ e con il sottotitolo: Piccola odissea moderna verso Itaca. La spiegazione di tale scelta è ben argomentata nella premessa che lo stesso scrittore ha firmato.
Comunemente il termine ‘Metafora’ è la figura retorica con il quale si effettua un paragone. Nella seconda accezione indica, invece, movimento; inteso come spostare qualcosa di materiale da un posto all’altro. E il suo viaggio personale gli ha permesso di spostarsi da una parte all’altra, quasi, del continente scoprendo e riscoprendo dei posti, dei luoghi, delle città che ha visto coi suoi occhi e che ha voluto condividere con il lettore.
Si potrebbe definire a questo punto, ‘Metafora’, un breve ma intenso ‘diario di bordo’ suddiviso in ventisei capitoli, introdotti da Patrizio Roversi. Daniele Vallet, nonostante sia laureato in psicologia e si occupa di materie di discipline olistiche e di stili di vita alternativi, non è la prima volta che si cimenta nella scrittura.
‘Metafora’ rappresenta l’atto finale di una trilogia inaugurata con ‘Fernanda ed io, storia di un viaggio solitario in bicicletta’ e con il secondo libro che presenta un titolo particolare: Nepal. No, non si riferisce all’omonimo paese dell’Asia meridionale ma sono le iniziali di: Never ending peace and love’.
‘Metafora’ è anche un’occasione per portare avanti il progetto da lui stesso ideato e lanciato, ufficialmente, nel 2019 per la mobilità sostenibile chiamato Boudza-tè. Un progetto approvato anche dal comune valdostano di Gressan, ovvero incentivare l’utilizzo delle biciclette per recarsi nei luoghi di lavoro e scuola in difesa dell’ambiente.
Di certo se non è proprio possibile viaggiare in bicicletta perché alle volte è più comodo usare altri tipi di mezzi di trasporto, tale iniziativa, comunque, non è da sottovalutare. Considerando, forse, che è più facile applicare questa idea in un piccolo centro che in una vera metropoli, ma non è detta l’ultima parola.
Il libro di Daniele Vallet, presentato lo scorso 18 maggio, non è solo un libro che parla di viaggi, non è solo un testo scritto per sponsorizzare una lodevole iniziativa, non è solo una condivisione con il lettore della propria esperienza vissuta nei luoghi descritti con semplicità. E’ un libro che un insieme di tutti questi elementi che lo rendono particolare ed interessante.
Leggerlo significa, in tutto e per tutto, viaggiare con l’autore e trovarsi con lui e condividere le sue sensazioni riportate sulle pagine scritte. Perché di fatto, metaforicamente parlando, ci spostiamo anche noi con lui fino a quando non arriveranno tempi migliori per poterlo fare.