Uscito l’11 maggio del 1994, il film incassò 170 milioni di dollari
Parlare di questo film non è facile. Recensirlo, commentarlo, analizzarlo non appare tanto semplice. L’emozione che ancora suscita per i messaggi, sia impliciti che espliciti, è troppo forte e, contemporaneamente, riesce ad offuscare la mera capacità di disamina. ‘Il corvo’, cari lettori. Un film unico, un cult movie degli anni ’90 che ha raggiunto il successo a causa della tragica scomparsa del suo attore protagonista e dal nome evocativo di un altro mito indiscusso del cinema: Brandon Lee, figlio di Bruce Lee.
Ecco proprio su quest’ultimo punto ci si deve soffermare, precisando che lo stesso attore, all’epoca appena ventottenne, non voleva essere identificato come ‘il figlio di…’. Voleva essere riconosciuto come sé stesso. ‘Il corvo’ per lui rappresentava una ghiotta occasione per scrollarsi di dosso l’ombra paterna. Cosa che, tragicamente, gli riuscì.
E chissà semmai avesse potuto ritornare in vita, proprio come il suo personaggio interpretato nel film: Eric Draven, cosa avrebbe fatto? Una domanda quasi sciocca, quasi immatura, ma che rende palese la non accettazione di una fine così beffarda. Proprio nel momento in cui stava ottenendo la fama e la gloria muore improvvisamente sul set. Assassinato da un vero colpo di pistola sparato dall’involontario omicida, nonché attore, Micheal Massee.
Una tragedia nella tragedia che, in quel 31 marzo del 1993, portò alla memoria tutti quanti al 20 luglio del 1973. Giorno, mese e anno in cui morì Bruce Lee, dopo che aveva, paradossalmente, interpretato, in un film, la parte di un uomo che veniva ucciso mentre stava girando un film proprio come è morto il figlio nella realtà, ma che doveva rappresentare nella pura finzione.
La chiamarono maledizione e toccare quest’argomento nel periodo di Halloween appare ancor più macabro, rispetto a qualsiasi storia medesima del periodo in questione. Maledizione o no, sta di fatto che entrambi padre e figlio riposano l’uno accanto all’altro a Seattle.
Come detto il film doveva rappresentare la sua completa consacrazione. E così fu. ‘Il Corvo’ fu un successo, sospinto anche dall’onda emotiva provocata dalla tragedia, ma non solo per quello. Ci sono tante altre motivazioni che hanno portato alla vittoria al botteghino.
Elementi come la storia, elementi come la colonna sonora. Elementi rappresentati da alcune frasi ad effetto e inserite nei momenti giusti. Senza dimenticare la definizione di bene e di male che in quegli anni era ancor più netta rispetto oggi. Possiamo anche dire che ‘Il Corvo’ determinò la realizzazione di altri tre sequel e che mai raggiunsero lo stesso livello del primo. Ma di questo non è importante parlare.
Era l’11 maggio del 1994 quando il film, diretto da Alex Proyas, uscì nelle sale cinematografiche. Brandon Lee, quando morì, non aveva terminato di girare alcune scene e, alla fine delle riprese, mancavano solamente tre giorni. Il suo volto venne ricreato digitalmente e il film non ha mai risentito nemmeno un momento della sua forzata sostituzione.
L’ora e mezza scivola via, dall’inizio alla fine, senza alcuna imperfezione tecnica o buco di sceneggiatura. Nella trama si mescolano diverse atmosfere: cupe, dark, action, fantastico e quel pizzico di drammaticità che suggella tutto il lavoro messo in piedi dalla troupe. Un lavoro dedicato proprio alla memoria di Brandon Lee.
I dialoghi sono veloci e profondi, molto profondi. Sono indimenticabili le parole della giovanissima protagonista pronunciate nel finale e la massima, ormai divenuta celebre, del personaggio Eric Draven: ‘non può piovere per sempre’. Ma il film come tutti sanno, è tratto da un fumetto ideato verso la fine degli anni ’80 dal disegnatore James O’Barr. Tra il 1988 ed il 1989 precisamente.
Altro elemento di forza è rappresentato dalla colonna sonora composta da Graeme Revell e costituita da vari brani di genere punk, metal e gothic. Brani che si sposano benissimo con le atmosfere ricreate sul set. Accanto a Brandon Lee c’erano interpreti come Micheal Wincott, Sofia Shinas, il già citato Micheal Massee ed Ernie Hudson. La sceneggiatura, invece, è stata sviluppata da David J. Schow e John Shirley.
Il budget del film era di soli 23 milioni di dollari. Ne incassò ben 170 milioni di dollari. Solo nel primissimo weekend di programmazione guadagnò 12 milioni. Nonostante la violenza, nonostante le atmosfere dark, ‘Il Corvo’, riesce a lanciare un potentissimo messaggio di speranza. Un ulteriore elemento che, senza dimenticare i vari generi di appartenenza, lo colloca in una dimensione ed un genere a parte. Un film immortale e senza epoca, da vedere non solo per Halloween.