Dal mondo dello spettacolo al mondo dei locali, senza dimenticare piscine e palestre
La morte della cultura? Forse si o forse no. Volontaria? Certo che no. Il voler però chiudere teatri e cinema, ovvero i luoghi più sicuri, in cui le persone potevano entrare ed assistere agli spettacoli in sicurezza, lascia abbastanza perplessi. Lo avevamo accennato nell’articolo di domenica scorsa, in merito all’annuncio dell’ennesimo Dpcm del Premier Conte, facendo anche riferimento agli scontri che si erano tenuti nelle notti precedenti nelle città di Roma e Napoli. Scontri che sono proseguiti anche stanotte a Torino ma che, è bene precisarlo, non hanno alcuna valenza di mera protesta pacifica. Proteste in tal senso ci sono state e continueranno ad esserci e sempre senza alcun accenno di violenza.
Sempre nello stesso articolo avevamo anche sostenuto che prendere le decisioni non è mai facile e di ciò ne siamo ancora convinti. Trovare una soluzione che non scontenti tutti è praticamente impossibile, specie di questi tempi. Però chiudere cinema e teatri, colpire i ristoranti, i bar ed i pub ovvero luoghi dove il contagio si è sempre ridotto al minimo. Al massimo nei cinema e nei teatri si è registrato solamente un caso di covid in tutta Italia. Rendendo così ancor più iniqua la misura adottata nelle ultime ore attraverso il Dpcm. Con i gestori di locali che devono chiudere al pubblico dalle 18.00 in poi.
Che certe misure non dovevano essere prese, ma per esempio non chiudere ma organizzare al meglio i trasporti? Sicuramente non sarebbe stato facile, ma almeno provarci o quantomeno non prendersela proprio con quegli esercenti e quelle categorie legate che hanno fatto di tutto per evitare i contagi.
Ed è normale, quindi, che l’intero mondo dello spettacolo, attraverso ‘Associazione Unita’, si è mobilitato con ogni tipo di messaggio postato sui profili social di coloro, più in vista, e che possono far sentire la loro voce. Si sono mobilitati: Pierfrancesco Favino, Virgina Raffaele, Elena Sofia Ricci, anche l’account Instagram ‘Amoilteatro’ e tanti altri. Ma ad andare in soccorso ci ha pensato, persino, l’agenzia Ansa che con una propria iniziativa sosterrà l’organizzazione degli spettacoli fino allo scadere del DPCM. Il plauso è arrivato dal Ministro Franceschini.
Di certo non la morte della cultura non avverrà. Ma il mondo del cinema e del teatro ne uscirà con le ossa rotte se non si distribuiscono i giusti aiuti. Anche questo è stato detto nel precedente articolo. Che il malcontento generale sia ormai tangibile in tutti i settori della società, si dovrebbe porre attenzione agli allarmi che gli stessi lanciano di continuo. Organizzare un concorso per la scuola, mai come ora, non era necessario perché si rischia, sempre involontariamente, di alimentare il numero dei contagi permettendo, inevitabilmente, lo spostamento di molte persone.
Otto mesi fa la chiusura totale, pur dolorosa, era comunque inevitabile. Oggi non si riesce a comprendere il motivo di alcune di alcuni stop alle attività. Anche i proprietari di palestre e piscine, proprio in queste ore, stanno facendo sentire la loro voce. Ma la maggior parte dei casi si tratta di sport privi di contatto fisico e dunque non è così che si tendono a diminuire i contagi. Come anche sospendere le attività dilettantistiche sportive per evitare i contatti appare superfluo. Mentre il campionato di Serie A, invece, continua perché ci sono troppi interessi in gioco. Infatti, e perdonateci la provocazione, nel mondo dello spettacolo girano le noccioline.
Queste parole, questo articolo, è scritto con l’unica vera intenzione di difendere tutte le categorie colpite e senza, ripetiamo, senza essere colpevolisti verso altri settori che sono stati investiti da questo tsunami. È anche vero, ripetendolo fino alla noia, che prendere alcune decisioni non mai facile. Lo scontento ci sarà sempre. E chiudere dove in realtà non c’era bisogno o comunque in alcuni luoghi dove erano state prese tutte le precauzioni e rispettate è sembrato davvero eccessivo.