Lutto nel mondo del giornalismo. All’età di 96 anni si è spento la scorsa notte l’ultimo grande maestro del giornalismo italiano: Sergio Zavoli. Nato a Ravenna il 21 settembre del 1923 e ha dedicato un’intera esistenza all’informazione. Dalla radio alla televisione, dalla saggistica ai romanzi, dalla politica alla presidenza della Rai nel decennio 1980. Un giornalista intellettuale. Si, perché Sergio Zavoli andava oltre alla notizia, oltre allo scoop. Non cercava le notizie sensazionali, ma gli approfondimenti delle medesime.
Inizio nel 1943 attraverso il periodico ‘Teste di Ponte’, del gruppo universitario fascista. Ma è nel dopoguerra che diventò giornalista professionista entrando in Rai nel 1947. All’epoca c’era la radio e ci lavorò per venti anni esatti, fino a quando nel 1968 passò alla televisione. Il suo modo di lavorare, di approccio alla notizia e quindi al mero approfondimento lo porteranno a ideare alcuni programmi storici come ‘Tv7’, che è ancora regolarmente in onda, ‘Az’ e ‘Controcampo’. Nel 1976 tornò alla radio, diventando direttore del Gr1 e, come già anticipato in precedenza, dal 1980 e 1986 fu nominato direttore della Rai nel momento in cui il monopolio della tv stava venendo meno.
Nella prima metà degli anni ’90, tra il 1993 ed il 1994, coprì la carica di direttore de ‘Il Mattino’ di Napoli. Firmò diversi articoli per diverse testate giornalistiche e riviste. Tornò in seguito ad occuparsi un’altra volta della Rai nel 2009 quando venne nominato Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Dal 2001 e fino al 2018 venne nominato Senatore a vita.
Oltre all’attività da cronista, da giornalista, il suo lavoro si estendeva alla stesura di romanzi, saggi e poesie. Nel 1992 il suo lavoro più importante: La Notte della Repubblica. Un volume costituito con il materiale usato per l’omonima trasmissione andata in onda dal 12 dicembre del 1989, giorno scelto per il ventennale della strage di Piazza Fontana, fino all’11 aprile del 1990. Con lui se ne va un pezzo importantissimo di storia del giornalismo. Un modo raffinato della parola e di impostazione filmica della notizia. Gli approfondimenti, le interviste, le sue trasmissioni non erano volte per soddisfare lo scopo di fare audience, ma semplicemente di informare. Con eleganza e con sobrietà. Un giornalismo, dunque, veramente d’altri tempi. La camera ardente è stata allestita a Palazzo Madama senato per poi essere sepolto a Rimini, accanto a Federico Fellini