Alle volte capita d’imbattersi nella lettura di un libro che non può essere analizzato in una sola recensione. Semplicemente perché non contiene una sola storia, una sola trama; e non si tratta delle cosiddette sottotrame. Semmai è un insieme di racconti non collegati fra loro e che, nello stesso tempo, costituiscono un unico volume il quale raccoglie alcune storie scritte in anni diversi e capaci, inoltre, di oltrepassare il confine della letteratura per entrare nella dimensione della settima arte e delle serie Tv.
Certo, questo discorso non vale solo ed esclusivamente per le raccolte di racconti, ma anche e soprattutto per gli effettivi romanzi che hanno ispirato il grande ed il piccolo schermo. Per inaugurare questa nuova rubrica, tra il blog di cinema con la pagina interamente dedicata alla letteratura su ‘Freetopix’, la scelta non è stata semplice. Ed è caduta su un volume composto da quattro racconti, quattro mini-romanzi, che hanno ispirato il cinema. Quattro storie, dunque, per un unico grande autore, al momento; e che autore: il Re del Brivido, Stephen King.
L’opera in particolare è quella considerata la sua grande seconda raccolta di racconti, intitolata: ‘Stagioni diverse’ del 1982. Tre dei quattro mini-romanzi hanno ispirato altrettante ed importanti trasposizioni cinematografiche: il primo è ‘L’eterna primavera della speranza – Rita Hayworth e la redenzione a Shawshank’ da cui è stato tratto ‘Le ali della libertà’; il secondo è ‘L’estate della corruzione – Il ragazzo sveglio’ che ha ispirato ‘L’allievo’; il terzo racconto è quel ben più famoso ‘L’autunno dell’innocenza – Il Corpo’ da cui è stato tratto ‘Stand By Me – Ricordi di un’estate’; il quarto ed ultimo racconto, invece, è rimasto, fin ad ora, nel solo limbo della letteratura: ‘Una storia d’inverno – Il metodo di respirazione’.
Nella cosiddetta post-fazione, intitolata semplicemente, ‘Una parola di conclusione, Stephen King con fare molto colloquiale, come stesse parlando di fronte al proprio lettore, svela i motivi tecnici per il quale questi quattro particolari racconti non avevano ancora visto la strada della pubblicazione. Spiegando, ulteriormente, che sono stati sviluppati verso la fine di ogni effettivo romanzo terminato, anche non definitivamente, ‘come se c’era in me ancora un bel po’ di carburante da terminare’. E si sa che Stephen King di benzina ne ha ancora molta.
La prossima settimana la recensione del primo racconto, collegata alla recensione relativa alla trasposizione cinematografica.