Il 2 Luglio di 20 anni fa terminava, e in malo modo per noi, l’undicesima edizione del Campionato Europeo di Calcio del 2000, organizzato contemporaneamente tra due nazioni: Paesi Bassi e Belgio. In quella maledetta domenica sera l’Italia, in finale, affrontò la Francia, Campioni del Mondo in carica. Le due nazionali si erano addirittura incontrate proprio nella Coppa del Mondo di due anni prima, ai quarti di finale, e i francesi, in quell’occasione, riuscirono ad eliminarci ai rigori per poi andare dritti verso il primo e storico titolo mondiale.
Di certo quella era la Francia di Barthez, Thuram, Deschamps, Dugarry, Trezeguet, Djorkaeff e Zidane. Ma nemmeno noi eravamo da meno: Toldo, Cannavaro, Nesta, Maldini, Di Biagio, Totti, Del Piero e Inzaghi, tanto per citarne alcuni. Quindi all’ultimo atto di quella competizione giunsero ben due squadroni; eppure i favori della vigilia per noi non c’erano mai stati.
Nel senso che prima ancora d’incominciare quella spedizione sportiva, l’allora Commissario Tecnico della nostra Nazionale, la leggenda calcistica del 1982 Dino Zoff, si ritrovò ha dover fronteggiare un’insensata aria di scetticismo nei confronti dei suoi ragazzi. Forse i risultati amari delle ultime spedizioni, non tanto ai mondiali, ma proprio agli Europei contribuì ad alimentare questi pensieri senza speranza. Infatti non ci qualificammo nel 1992, come ricordato nell’articolo relativo alla favola della Danimarca, e nel 1996, in Inghilterra, bissando il disastro del 1966, solo che in quel caso era la Coppa del Mondo di calcio proprio in terra inglese.
Nonostante ciò entrambe le nazionali, nel percorso verso l’atto finale, dimostrarono subito di essere le migliori: la Francia all’esordio distrusse per 3 a 0 la Danimarca, nel secondo match piegò per 2 a 1 la Repubblica Ceca, ma nella terza partita del girone perse contro i padroni di casa degli olandesi per 3 a 2. I ragazzi di Zoff, invece, non lasciarono punti per strada, conquistando 9 punti sui nove disponibili nel girone. Si partì con un 2 a 1 contro la Turchia, un secco 2 a 0 contro i secondi padroni di casa del Belgio e 2 a 1 alla Svezia.
Le prestazioni furono convincenti anche nelle gare cosiddette ad eliminazione diretta. Nei quarti di Finale la Francia ebbe ragione degli spagnoli con secco 2 a 1; ancor più secco fu il nostro 2 a 0 contro la Romania di George Hagi, il grande fuoriclasse rumeno che in quella partita rischio di spaccare la gamba a Zambrotta durante un contrasto di gioco. Le semifinali si presentarono ancor più dure di quelle che potevano essere, infatti con le avversarie di entrambe potevano essere delle finali anticipate: Francia – Portogallo e Italia – Olanda.
La prima fu agguerrita e si risolse solamente a pochi minuti prima dei possibili calci di rigore. Nuno Gomes, centravanti dell’epoca del portogallo e futuro attaccante della Fiorentina, con una magia portò in vantaggio la propria squadra, ma poi Zidane & company capovolsero la situazione, anche grazie ad un rigore discutibile. Invece la nostra semifinale fu una vera e propria guerra, dal primo minuto di gioco fino all’ultimo rigore che ci vide, stranamente, trionfanti. Francesco Toldo, numero 1 azzurro parò l’impossibile e quando lui non ci poteva arrivare i legni, intesi come pali e traverse, mantennero inchiodato il risultato sullo 0 a 0. Passammo noi anche grazie ad un folle rigore di un Francesco Totti sublime e, senza dimenticare, che eravamo, dalla prima mezz’ora di gioco in inferiorità numerica a causa dell’espulsione del nostro difensore Mark Iuliano.
La finale doveva essere nostra, doveva rappresentare la rivincita per l’eliminazione di due anni prima e sembrava addirittura fatta con la realizzazione del centravanti della Roma, con tacco di Totti e cross di Pessotto, Marco Del Vecchio. Fu un’amara illusione, purtroppo. La stanchezza per la semifinale contro l’Olanda ed un errato disimpegno difensivo ci furono letali. Wiltord al novantesimo pareggiò il conto e nei primi minuti del primo tempo supplementare David Trezeguet, futuro attaccante della Juventus, uccise i nostri sogni di gloria nell’essere Campioni d’Europa per la seconda volta dopo il 1968, con un gran tiro al volo. I francesi, quella sera, bissarono il successo del 1984, guarda caso sempre in casa loro come nel mondiale, e noi dovemmo fare i conti con un’altra cocente delusione. A causa di questa brutale sconfitta Zoff fu costretto a dimettersi dalle innumerevoli critiche che gli piovvero addosso, comprese anche quelle dall’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Furono comunque polemiche ingiuste, da qualsiasi parte giunsero, e non bisogna dimenticare cosa fece il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Presente in tribuna e subito dopo la sconfitta, non perse tempo a scendere negli spogliatoi per rincuorare i nostri ragazzi. Peccato solo che quel torneo c’è lo meritavamo noi. Ma la grande rivincita non tardò ad arrivare, ma di questo ne parleremo nei prossimi giorni.