Non sempre le storie vere che il cinema ha portato all’attenzione del pubblico sono relative a drammi o a casi di cronaca, anche a sfondo razziale. In questo nuovo appuntamento con la suddetta rubrica, ultima del mese di giugno, l’opera cinematografica da riscoprire ci racconta non una storia realmente accaduta, ma una favola tutta sportiva legata al calcio. Più precisamente legata agli Europei del 1992 che si svolsero in Svezia, dal 10 al 26 giugno. Il titolo di questo film, di produzione danese, è ‘Estate ‘92’. Diretto da Kaspar Barfoed, la trama ripercorre la sorprendente vittoria della Nazionale di Calcio della Danimarca a quel torneo. Una Nazionale che non si qualificò nemmeno per le fasi finali di quella competizione e che, per puro caso, si ritrovò a partecipare per l’indisponibilità della Jugoslavia, all’epoca incombeva il conflitto nei Balcani, senza nemmeno un’adeguata preparazione atletica.
Uscito nel 2015, e lo potete trovare tranquillamente se siete abbonati alla piattaforma streaming di Netflix, ‘Estate 92’ possiede, nella sua essenza, un duplice scopo: non solo quello di omaggiare quella squadra, di veri fenomeni anche se un po’ svogliati, ma anche di ricordare, quasi con affetto, Richard Moeller Nielsen. Il commissario tecnico di quella nazionale non amato dai vertici della Federazione di calcio danese, ma di grandissima lungimiranza e deceduto nel 2014.
Già nella scena di apertura, Nielsen, prova un monologo a casa sua, immaginandosi in una conferenza stampa coi giornalisti, che la Danimarca, effettivamente può vincere l’Europeo di calcio. La storia ha inizio nel 1990, a poche settimane dalle qualificazioni del torneo. Lo sviluppo della trama è veloce, con un bel mix di scene recitate e di repertorio, in fondo questo schema è molto usato nelle ‘Storie Vere’. Non si disdegna nemmeno l’ironia ed in alcuni momenti anche la caricatura di alcune situazioni spensierate con un occhio, purtroppo, ad un dramma che era molto vicino ad uno dei protagonisti.
Il centrocampista Kim Vilfort all’epoca, dopo ogni incontro tornava in Danimarca, per assistere sua figlia malata di leucemia. La bambina riuscì comunque ha vedere non solo la finale, vincente contro la Germania, ma anche di esultare anche alla rete che fece suo padre proprio in quel 26 giugno a Goteborg. Dopo 6 settimane, purtroppo, la piccola perse la partita contro la malattia.
Una favola rovinata da un dramma ma che non cancella comunque il ricordo, di sicuro tutto per il popolo danese, per un’impresa che sa di leggenda e che forse, anche nel rivedere il film e certe immagini reali, non si crede che avvenne sul serio. Un film sul destino imprevedibile e dei sogni impossibili che non è detto, sol perché lo sono, non si possono mai avverare. Basta crederci e lottare nonostante tutte le incomprensioni, come quelle tra il coach Nielsen ed il talentuoso Laudrup. Un piccolo gioiello che il blog vi consiglia di non perdere.